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7 minuti per la lettura

Giulia Mafai racconta la mamma in un romanzo tra storia e ricordi personali
“La ragazza con il violino”
Nell’occasione in mostra i 100 disegni di Antonietta Raphaël donati al Musma 
“LA ragazza con il violino” è il libro di Giulia Mafai, edito da Skira che si presenta sabato, alle ore 17.30, al Musma.
Con una scrittura pulita e percorsa da una evidente emozione, Giulia narra la vita di sua madre, Antonietta Raphaël (Kaunas-Lt, 1895 – Roma, 1975) le gioie, i dolori, le vicissitudini, la quotidianità di un’artista tra le più importanti del panorama dell’arte contemporanea italiana. 
Studiare, amare, sognare, lavorare sono la quattro costanti che fanno da filo conduttore all’intensa esistenza di questa donna stravagante e forte che mai si è fermata, davanti a nessuna sfida. A partire dal trasferimento dalla natia Lituania a Londra, insieme all’amata madre Kaja, dopo la morte del padre Simon, rabbino e uomo di grande cultura. A Londra Antonietta si diploma in pianoforte e violino alla Royal Academy, visita musei, entra in contatto con la cultura europea e, attraverso Ossip Zadkine e Jacob Epstein, con il mondo dell’arte. Nel 1924, si trasferisce per un breve periodo in Francia, per arrivare infine a Roma dove conosce Mario Mafai da cui avrà tre figlie, Miriam (nota giornalista), Simona e Giulia. È a Roma che inizia a dipingere. «Siamo nel 1927, fa freddo, è febbraio. Per il suo compleanno Antonietta regala a Mafai un mazzetto di mughetti, decantandone con la solita vivacità il profumo delizioso ed esaltando la profondità e la bellezza del loro colore. Il suo entusiasmo è tale che Mafai esce di casa provocandola: “se ti piacciono tanto, prova a dipingerli tu”. Saranno questi timidi fiori, anticipo di primavera, il primo dipinto di Antonietta». Attraverso aneddoti e commossi ricordi come questo, Giulia racconta le vicende di una famiglia “informale”, vissute tra sacrifici, drammi, gioie, incertezze e furiose litigate pur sempre accompagnate dal grande amore dei suoi genitori. Sullo sfondo l’Europa del ‘900, l’angoscia delle due guerre, il peso delle leggi razziali che costringeranno la famiglia a spostarsi a Genova, ma anche le insostituibili amicizie (Scipione, De Libero, Sinisgalli, Mazzacurati, Guttuso, Jesi, Della Ragione, Alvaro, Ragghianti,…), i sodalizi artistici, gli incontri, la ricostruzione e i nuovi fermenti culturali degli anni 60, insomma le passioni e la forza di un mondo fecondato dall’arte, dall’impegno e dai sogni. 
Antonietta inizierà il suo percorso artistico con dipinti e disegni per poi passare alla scultura esprimendo sempre la sua grande energia e il suo tono personale in un modo di fare arte che “abbraccia la vita nella sua totalità”.  La presentazione sarà accompagnata dall’esposizione, fino al 7 febbraio 2014, di “100 disegni di Antonietta Raphaël donati al Musma da Giulia Mafai”. 
I disegni, datati 1931-1964, mettono in luce un modo d’esprimersi completo, autonomo dalla scultura e dalla pittura, fondamentale per rivelare la personalità dell’artista. Nelle opere esposte al Musma si passa dagli studi su Goya e Picasso, ai nudi femminili, fino alle figure simboliche e allusive tipiche di quel mondo orientale che sempre ha fatto parte del linguaggio di Raphaël. Tra i fogli, “atti d’amore appalesati con l’esuberanza slava e con il favoloso lirismo ebraico”, scorrono volti e figure umane attraverso i quali la Raphaël riesce a far trasparire l’incessante passione riversata nel suo lavoro. 
Grazie a parole e immagini si potrà ricostruire ed entrare nel mondo di un’artista che ha affascinato e continua ad affascinare con la grazia delle sue opere e la forza di una personalità così magnetica da trasmettere a chi le viveva accanto la bellezza del mondo: “Mafai vide attorno a sé, con gli occhi di Antonietta, una Roma che non aveva mai veramente vista, e gli sembrò improvvisamente di vivere un una città bellissima e tragica, antica e misteriosa”. 
Dopo i saluti di Raffaello De Ruggieri, Presidente della Fondazione Zétema, Giuseppe Appella ripercorrerà, attraverso memorie e puntualizzazioni storiche, le pagine del libro che reca un importante contributo alla vicenda di Raphaël e di Mafai. Chiuderà la serata l’intervento di Giulia Mafai. 

“LA ragazza con il violino” è il libro di Giulia Mafai, edito da Skira che si presenta sabato, alle ore 17.30, al Musma. Con una scrittura pulita e percorsa da una evidente emozione, Giulia narra la vita di sua madre, Antonietta Raphaël (Kaunas-Lt, 1895 – Roma, 1975) le gioie, i dolori, le vicissitudini, la quotidianità di un’artista tra le più importanti del panorama dell’arte contemporanea italiana. Studiare, amare, sognare, lavorare sono la quattro costanti che fanno da filo conduttore all’intensa esistenza di questa donna stravagante e forte che mai si è fermata, davanti a nessuna sfida. A partire dal trasferimento dalla natia Lituania a Londra, insieme all’amata madre Kaja, dopo la morte del padre Simon, rabbino e uomo di grande cultura. 

A Londra Antonietta si diploma in pianoforte e violino alla Royal Academy, visita musei, entra in contatto con la cultura europea e, attraverso Ossip Zadkine e Jacob Epstein, con il mondo dell’arte. Nel 1924, si trasferisce per un breve periodo in Francia, per arrivare infine a Roma dove conosce Mario Mafai da cui avrà tre figlie, Miriam (nota giornalista), Simona e Giulia. È a Roma che inizia a dipingere. «Siamo nel 1927, fa freddo, è febbraio. Per il suo compleanno Antonietta regala a Mafai un mazzetto di mughetti, decantandone con la solita vivacità il profumo delizioso ed esaltando la profondità e la bellezza del loro colore. 

Il suo entusiasmo è tale che Mafai esce di casa provocandola: “se ti piacciono tanto, prova a dipingerli tu”. Saranno questi timidi fiori, anticipo di primavera, il primo dipinto di Antonietta». Attraverso aneddoti e commossi ricordi come questo, Giulia racconta le vicende di una famiglia “informale”, vissute tra sacrifici, drammi, gioie, incertezze e furiose litigate pur sempre accompagnate dal grande amore dei suoi genitori. Sullo sfondo l’Europa del ‘900, l’angoscia delle due guerre, il peso delle leggi razziali che costringeranno la famiglia a spostarsi a Genova, ma anche le insostituibili amicizie (Scipione, De Libero, Sinisgalli, Mazzacurati, Guttuso, Jesi, Della Ragione, Alvaro, Ragghianti,…), i sodalizi artistici, gli incontri, la ricostruzione e i nuovi fermenti culturali degli anni 60, insomma le passioni e la forza di un mondo fecondato dall’arte, dall’impegno e dai sogni. Antonietta inizierà il suo percorso artistico con dipinti e disegni per poi passare alla scultura esprimendo sempre la sua grande energia e il suo tono personale in un modo di fare arte che “abbraccia la vita nella sua totalità”.  La presentazione sarà accompagnata dall’esposizione, fino al 7 febbraio 2014, di “100 disegni di Antonietta Raphaël donati al Musma da Giulia Mafai”. I disegni, datati 1931-1964, mettono in luce un modo d’esprimersi completo, autonomo dalla scultura e dalla pittura, fondamentale per rivelare la personalità dell’artista. 

Nelle opere esposte al Musma si passa dagli studi su Goya e Picasso, ai nudi femminili, fino alle figure simboliche e allusive tipiche di quel mondo orientale che sempre ha fatto parte del linguaggio di Raphaël. Tra i fogli, “atti d’amore appalesati con l’esuberanza slava e con il favoloso lirismo ebraico”, scorrono volti e figure umane attraverso i quali la Raphaël riesce a far trasparire l’incessante passione riversata nel suo lavoro. Grazie a parole e immagini si potrà ricostruire ed entrare nel mondo di un’artista che ha affascinato e continua ad affascinare con la grazia delle sue opere e la forza di una personalità così magnetica da trasmettere a chi le viveva accanto la bellezza del mondo: “Mafai vide attorno a sé, con gli occhi di Antonietta, una Roma che non aveva mai veramente vista, e gli sembrò improvvisamente di vivere un una città bellissima e tragica, antica e misteriosa”. Dopo i saluti di Raffaello De Ruggieri, Presidente della Fondazione Zétema, Giuseppe Appella ripercorrerà, attraverso memorie e puntualizzazioni storiche, le pagine del libro che reca un importante contributo alla vicenda di Raphaël e di Mafai. Chiuderà la serata l’intervento di Giulia Mafai. 

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