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RIPACANDIDA – Si è conclusa, nei giorni scorsi, la prima fase delle riprese cinematografiche nel piccolo centro del Vulture, del film: “Le ali del destino”, una storia tutta lucana, a cura di Cinemart di Roma, che racconta la storia di un valoroso eroe della seconda guerra mondiale, originario di Ripacandida, l’aviere maresciallo Vito Sinisi, deceduto in mare nel 1941. Gianna Menetti (insieme a Vittorio Viscardi), una dei registi del film ha la mamma originaria di Ripacandida, nipote di Vito Sinisi e di questa esperienza cinematografica ha riferito: «La settimana passata a Ripacandida, possiamo dire che abbiamo sovvertito gli orari e le usanze dei cittadini. Il lavoro iniziava alle 8,30 e terminava alle 20.
Forse abbiamo recato disturbo a qualcuno, ma devo dire che tutti si sono impegnati in questa impresa filmica. Le location sono state varie e in parti diverse del paese. Ripacandida ne è venuta fuori in una maniera eccellente e tutti si sono prodigati oltre misura. In una scena ci sono stati 40 attori contemporaneamente, oltre alla troupe cinematografica e ai due registi. La parte più difficoltosa è stata la discesa degli sposi dalla Chiesa Madre per via delle alte temperature raggiunte in quei giorni e il trucco (ad opera della school Venosa@Form Action) doveva essere ritoccato in continuazione, con grande dispendio di energie, ma la truccatrice non ha battuto ciglio e ha continuato ad aggiustare tutti senza lamentarsi. Altra scena importante è stata la festa di matrimonio nella giornata di sabato, girata all’imbrunire. La scena prevedeva anche il ballo e quindi sono state effettuate delle lezioni estemporanee di valzer.
All’improvviso è arrivata la domenica e i “motore”, “ciak” e “azione”, non si sono più sentiti, lasciando un vuoto strano, irreale, che nessuno, vista la settimana passata, si aspettava. La troupe ha salutato Ripacandida ed è tornata a Roma, serbando del paese, un ricordo indelebile». Michele Disabato, co-sceneggiatore nonché attore che interpretava l’importante ruolo di Mons. Pasquale Gentile, ha aggiunto: «Questo film, è riuscito a coinvolgere tutti gli attori dilettanti facenti parte della scuola di teatro ripacandidese, che si dilettano ad interpretare commedie durante le serate estive.
Ha coinvolto, altresì, gran parte dei cittadini di Ripacandida facendosi mettere a disposizione le loro case, gli scorci più belli di Ripacandida, numerosesuppellettili e vestiti degli anni ’30-’40, addirittura le chiavi di alcuni palazzi storici. Trovando, persino, ospitalità al numeroso cast cinematografico». Disabato è stato un valido collaboratore, sfruttando la sua passione per il dialetto ripacandidese, sul quale è in stampa un suo dizionario dialettale, ha assistito gli attori non lucani nella dizione dialettale. Antonio Lettieri, presidente delle Città di San Donato, ha vestito i panni di un oste: «Per un’intera settimana Ripacandida è diventata un set cinematografico a cielo aperto, l’intero paese è stato coinvolto nelle riprese di questo film, attori e comparse tutte di Ripacandida ma anche di paesi limitrofi hanno collaborato con grande spirito di sacrificio calandosi nei ruoli loro assegnati, rappresentando e facendo rivivere questa bellissima storia.
Abbiamo visto dal vivo come si costruisce una scena, quanti sacrifici e quanta esperienza ci vuole per costruire un film, abbiamo visto all’opera professionisti della camera da presa, registi e produttori veri, ma noi non siamo stati da meno; speriamo che questa esperienza serva a far nascere a Ripacandida una struttura o un laboratorio artistico per promuovere la cultura del cinema e del teatro anche in questa regione. Un aspetto importante è stata la promozione del nostro vino aglianico, parecchie scene lo ricordavano e lo promuovevano». A fine settimana i produttori di questo film – dai registi Menetti e Viscardi, il produttore esecutivo, Simone Culino, operatore e direttore riprese, Paolo Oreto, foto:Alessandro Guarino- ritorneranno a Ripacandida per riprendere alcuni scorci caratteristici del paese, a completamento del film.
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