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TENGO una fissa ingombrante assai, la bellezza. 


TENGO una fissa ingombrante assai, la bellezza. E’ per questo motivo che non sono andato a votare alle primarie, quelli così le chiamano pure se è già tutto stabilito. E io non ci sono andato non solo perché era inutile ma soprattutto per la fissa mia intorno alla bellezza: di bello questi non tengono proprio niente. E allora oggi parliamo di una cosa bella. Che grande bellezza sapere che La Grande Bellezza di Sorrentino sarà il candidato italiano all’Oscar come miglior film straniero. Il talento serve a poco senza fortuna e la prima grande bellezza è sapere che gli altri film stranieri in lizza per l’ambita statuetta, peraltro bruttissima, non sono certo capolavori memorabili, con l’unica eccezione, forse, per la Danimarca con Il Sospetto, un film che i danesi però ancora non hanno scelto, e magari alla fine ne candideranno un altro, chissà. 

Che grande bellezza ripensare alla lunga scena iniziale della Grande Bellezza con la bellezza d’una fotografia poetica accompagnata da una maestosa e commovente colonna sonora a sottolineare la grande bellezza della nostra magnifica Roma, nel cui cielo tagliato da una bianca scia d’aereo uno stormo d’uccelli compie evoluzioni per il nostro piacere. Che grande bellezza nei dialoghi de La Grande Bellezza. 

Che grande bellezza sentire un elegante e dinoccolato come non mai prima Servillo dire, tra le tante cose dette, “… ma io non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re, dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire”.  Jep Gambardella ci fa vedere come si può essere assolutamente chic & cool con una giacca di cashmere nei toni del corallo, Jep ci stupisce stupendosi di quanto forti possano essere i sentimenti intorno alla normalità dell’essere normale, Jep, imbarazzato scopre la normalità “… la più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”. 

C’è chi ha paragonato La Grande Bellezza a La Dolce Vita, della mancanza d’intelligenza non si può fare una colpa a nessuno. Sorrentino è stato esagerato, è stato presuntuoso ma soprattutto, con questo immenso spaccato, è stato sincero. E quando sei sincero poi la gente s’incazza. La Dolce Vita mostrava un paese speranzoso ed entusiasta, qui si racconta malinconicamente Roma dove la gente s’anestetizza con la frivolezza “… la povertà non si racconta ma si vive” ci dice il regista. La grande bellezza de La Grande Bellezza è che si tratta di un film dove non c’è una storia perché la storia che narra sono i sentimenti. “… gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile”. alla vittoria finale concorrono tanti fattori, Sorrentino negli States tiene pure un alleato di un certo peso, Sean Penn, chissà.  Signor Sorrentino, inutile dire quanto bello sarebbe se le consegnassero quella brutta statuetta ma se anche non dovesse succedere la bellezza de La Grande Bellezza resta una grande bellezza, e comunque in bocca al lupo.

luca.lancieri@icloud.com

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