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(Alessandro Roja sarà Meroni )
“La farfalla granata”: la vita
controcorrente di Meroni
La fiction in autunno su Rai1 con protagonista Roja 
di MICHELE CASSANO
TORINO – Celebra il mito di Gigi Meroni, il calciatore artista, che disegnava gli abiti che indossava e dipingeva quadri, scomparso a soli 24 anni e rimasto nel cuore dei tifosi del Torino e non solo per il suo spirito anticonformista. Ma “La farfalla granata”, il tv movie presentato al Prix Italia di Torino e destinato ad approdare in autunno sugli schermi di Rai1, è soprattutto una storia d’amore, quella clandestina con Cristiane Udestadt, costretta dalla famiglia borghese a sposare un uomo molto più vecchio di lei, che non amava. 
La fiction di Paolo Poeti, prodotta da Rai Fiction e Goodtime e tratta dall’omonimo libro di Nando Dalla Chiesa, racconta la passione tra la ragazza delle giostre, conosciuta in un bar, quando agli inizi Meroni giocava nel Genoa e il calciatore dall’incerto futuro, non ricoperto d’oro come i colleghi di oggi. Cristiane, scappata dal marito rischiando la prigione per adulterio, riesce a ottenere l’annullamento dalla Sacra Rota. La tragedia però si consuma prima dell’agognato matrimonio: Gigi viene travolto e ucciso nel pieno centro di Torino. Era il 15 ottobre 1967, a guidare l’auto il futuro presidente granata Attilio Romero.
La fiction si chiude sull’ultima partita di Meroni, subito prima della tragedia. Torino-Sampdoria: Gigi segna un rigore, avviando la rimonta dei suoi, ma si infortuna e passa il testimone ad un giovanissimo Aldo Agroppi. «Non aver paura -gli dice – ma gioca e divertiti, perchè il calcio è il gioco più bello del mondo». Il sipario cala sulla standing ovation del pubblico e poi sullo sguardo innamorato di Cristiane.
«Celebrare la storia d’amore era la chiave giusta – spiega il regista – fare scene di calcio vero e giocato è complicatissimo. E’ la storia di una generazione vista con gli occhi dei giovani protagonisti. Meroni fu un precursore di quello che successe subito dopo». Il riferimento è al ‘68: lo chiamavano “Il quinto Beatles” per il suo stravagante modo di vestire, la stampa lo criticava perchè capellone.
«Era un ribelle, ma non come i giocatori di oggi. Neanche come George Best. E’ rimasto nel mito per il suo coraggio: frequentare una donna sposata allora era un atto enorme», sostiene il protagonista Alessandro Roja, già Dandy in Romanzo Criminale. Ad interpretare Cristiane è Alexandra Dinu. «E’ la storia dell’idolo di una generazione -aggiunge Dalla Chiesa – per me Meroni è stato un mito per la capacità di infrangere le regole tutte insieme».

TORINO – Celebra il mito di Gigi Meroni, il calciatore artista, che disegnava gli abiti che indossava e dipingeva quadri, scomparso a soli 24 anni e rimasto nel cuore dei tifosi del Torino e non solo per il suo spirito anticonformista. Ma “La farfalla granata”, il tv movie presentato al Prix Italia di Torino e destinato ad approdare in autunno sugli schermi di Rai1, è soprattutto una storia d’amore, quella clandestina con Cristiane Udestadt, costretta dalla famiglia borghese a sposare un uomo molto più vecchio di lei, che non amava. 

La fiction di Paolo Poeti, prodotta da Rai Fiction e Goodtime e tratta dall’omonimo libro di Nando Dalla Chiesa, racconta la passione tra la ragazza delle giostre, conosciuta in un bar, quando agli inizi Meroni giocava nel Genoa e il calciatore dall’incerto futuro, non ricoperto d’oro come i colleghi di oggi. Cristiane, scappata dal marito rischiando la prigione per adulterio, riesce a ottenere l’annullamento dalla Sacra Rota. La tragedia però si consuma prima dell’agognato matrimonio: Gigi viene travolto e ucciso nel pieno centro di Torino. Era il 15 ottobre 1967, a guidare l’auto il futuro presidente granata Attilio Romero.

La fiction si chiude sull’ultima partita di Meroni, subito prima della tragedia. Torino-Sampdoria: Gigi segna un rigore, avviando la rimonta dei suoi, ma si infortuna e passa il testimone ad un giovanissimo Aldo Agroppi. «Non aver paura -gli dice – ma gioca e divertiti, perchè il calcio è il gioco più bello del mondo». Il sipario cala sulla standing ovation del pubblico e poi sullo sguardo innamorato di Cristiane.«Celebrare la storia d’amore era la chiave giusta – spiega il regista – fare scene di calcio vero e giocato è complicatissimo. E’ la storia di una generazione vista con gli occhi dei giovani protagonisti. Meroni fu un precursore di quello che successe subito dopo». Il riferimento è al ‘68: lo chiamavano “Il quinto Beatles” per il suo stravagante modo di vestire, la stampa lo criticava perchè capellone.

«Era un ribelle, ma non come i giocatori di oggi. Neanche come George Best. E’ rimasto nel mito per il suo coraggio: frequentare una donna sposata allora era un atto enorme», sostiene il protagonista Alessandro Roja, già Dandy in Romanzo Criminale. Ad interpretare Cristiane è Alexandra Dinu. «E’ la storia dell’idolo di una generazione -aggiunge Dalla Chiesa – per me Meroni è stato un mito per la capacità di infrangere le regole tutte insieme».

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