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“NON amo viaggiare se lo faccio è solo per lavoro” sono queste le parole pronunciate in una recente intervista televisiva del noto scrittore Camilleri. E’ vero leggendo molto si impara tanto e la descrizione dei luoghi che si apprende attraverso la scrittura lascia ampio spazio alla fantasia e all’immaginazione ma credo che viaggiare ci permetta di toccare con mano realtà a noi nuove, a volte del tutto sconosciute. E’ per questo che abbiamo deciso di seguire le orme del commissario, tanto caro a Camilleri, partendo proprio da Punta Secca, il piccolo centro, subito dopo Marina di Ragusa, dove nell’unica piazza cittadina c’è una chiesa, da un lato, e dall’altro campeggia il B&B con la spiaggetta annessa, affollatissima soprattutto da giovani che si rosolano al sole, che, all’occorrenza diventa la casa del Commissario Montalbano.
Quella con la veranda sul mare che fa sognare gli spettatori dove si svolgono tutte le cene galanti organizzate da Montalbano. Dietro la struttura si scorge un piccolo bar che reca l’insegna con su scritto “Gli arancini di Montalbano”; pietanza tanto cara al commissario, soprattutto se preparati dalla sua collaboratrice domestica Adelina. E bisogna crederci: gli arancini siciliani, quelli che tanto somigliano alla figura geometrica del cono, sono davvero speciali.
Poi ancora la famosa scalinata di Ragusa, la splendida città in stile barocco dove vengono girate gran parte delle scene della fiction in cui vediamo spesso salire e scendere Fazio e Montalbano. Tutto il paesaggio che fa da sfondo alle scene della fiction è stile barocco perché gran parte dei luoghi prescelti sono tutti quelli della parte che sta a sud-est della Sicilia. Tra questi, Noto, la cittadina diventata patrimonio dell’Unesco, che pullula di chiese barocche, con il suo piccolo corso che ospita la scalinata degli artisti ed il famoso bar per le sue eccezionali granite al caffè, alla mandorla siciliana e ai gelsi. Poi ancora Scicli, anche questa cittadina patrimonio dell’Unesco, nota per ospitare la stanza dove vengono girate le scene del Commissariato, per intenderci, quelle dove si sentono le urla strazianti di Catarella. Scicli, diventata meta di turisti che, per appagare la loro curiosità, devono naturalmente pagare l’obolo d’ingresso, è anch’essa ricca di chiese barocche.
E’ strano ma vero come alcuni posti della nostra patria, ai più sconosciuti, possano diventare oggetto di visita e meta turistica di tanti che, spinti dalla curiosità di seguire “le orme di Montalbano”. E’ qui che incontriamo un anziano signore che, solo per avergli chiesto dove fosse il parcheggio più vicino, inizia a presentarci Scicli e la sua storia. Ci dice che, in un tempo lontano gli abitanti del posto vivevano in delle cave arroccate sulla montagna e scavate nella roccia di cui ancora alcune visibili, in gran parte distrutte dal terremoto del 1693. Da lì inizia la costruzione delle nuove abitazioni a valle e delle numerosissime chiese in stile barocco. Anche lui, amante della storia ci fa cenno di sollevare il capo (siamo nei pressi dove c’è la chiesa dedicata alla Madonna del Carmelo) dove si scorge un piccola veranda, e ci dice: vedete, proprio lì sono state girate alcune scene della fiction di Montalbano e l’insegna che ora vedete, naturalmente è stata sostituita con un’altra con su scritto “da Calogero”.
Ci si accorge così che la Sicilia non è solo terra di mafia come ci ricorda la villa monumentale di Noto che fa spesso capolino nella fiction ma è anche e soprattutto arte, cultura, bellezze naturalistiche, al gastronomia e buon vino (tutti certamente conosceranno il nero d’Avola o l’Antica Dolceria Bonajuto di Modica di Ragusa) e eccellente organizzazione turistica nei grandi villaggi dei più noti marchi turistici. Questo non è solo che uno spicchio di Sicilia che, mio malgrado, la nostra terra ha tanto da invidiare dalla qualità e dall’organizzazione delle strutture turistiche alla preservazione delle bellezze naturalistiche ed artistiche. Dunque grazie Commissario Montalbano, per merito tuo abbiamo conosciuto un mondo nuovo che ci è piaciuto tantissimo. Noi che amiamo il Sud, sicuramente da oggi, lo ameremo ancora di più.
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