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MIGLIONICO –  Non sembra nemmeno di stare in Basilicata, Miglionico è un paese straordinario, di gente incredibile. Per una volta anziani, adulti, giovani e bambini sono insieme in una piazza senza contorni retorici in una grandissima  festa di sonorità ed arte,  quando alle porte dello spendido Castello del Malconsiglio, prende vita un festival che nella terra di Basilicata non ha eguali.  Ed Erica Mou nella serata conclusiva di “Frequenze mediterranee”  sabato è seduta fin dalle 22:30 in giuria insieme tra gli altri al presidente Diego Mancino ad ascoltare le due band finaliste, entrambe con un sound unico: “Lo zoo di Berlino” di Latina  e i “Boost da Beat”  di Matera. Alla fine vinceranno i  giovani materani  tutti provenienti dal conservatorio della Città dei Sassi che con le loro affascinanti sperimentazioni elettroniche sono davvero un bel segnale di una città che vuole candidarsi a capitale della cultura europea. Un clima ed un fermento quasi commovente, sembra di assistere  con lentezza poetica allo sbocciare di una paese meraviglioso, poi Erica sale sul palcoscenico  con un vestito corto che scopre le gambe, a strisce orizzontali bianche e nere  e tutta quell’orchestra  di anime che come vento sorreggeva la piazza diventa magica, miracolosa.  La giovane cantautrice pugliese abbraccia da subito il pubblico con la sua dolcezza così sincera  e grande da bloccare il sangue nel cuore, per concentrare al centro del petto tutta la forza che si possiede  ed  avere l’illusione  di un cuore abbastanza grande da poter ricevere tutta quella grazia.   Erica accarezza la chitarra come se sgorgasse da quelle corde lambite con carnale desiderio  tutta la vita di cui le anime presenti hanno bisogno.  Parte con “Il ritmo”  poi arriva “Contro le onde” e al settimo brano una splendida versione acustica  di “Dove cadono i fulmini” brano scelto da Rocco Papaleo per il suo film. Erica scherza e parla con il pubblico con “pascoliniana”  ingenuità che si trasforma prepotente vestendosi di metafore di attualità in vento tagliente  quando la sua voce si coccola tra le note della sua band.   Nel rock di “Lame”  il palcoscenico prende fuoco  per poi lasciare la brace  viva ad infiammare gli animi nel profondo; “Infiltrazioni” invece sembra nascondersi nei suoi splendidi occhi  in cui ognuno  a pieni mani ma come si tende a farsi accarezzare da un petalo di rosa,  raccoglie ambrosia imperitura.  Il capolavoro “rimbaudiano”  Oltre, “Romanzo Storico”  e di nuovo “Mettiti la maschera” chiudono uno spettacolo di circa un’ora e mezza che il pubblico continua ad invocare anche tornando a casa. Erica Mou  nella sua somiglianza quasi oltraggiosa alla Bellezza sembra addirittura troppo  per questo mondo, il suo profumo empireo cellula per cellula, linea per linea, sogno per sogno sarebbe anche capace come marionettista invisibile di  far muovere  quel  rancidume posato nei vicoli lucani. A Miglionico è diverso,   alla sua gente  deve andare per forza un grazie per questa esplosione di arte e suoni che  avrà parole superflue  per chi ad Erica ha donato come un giocattolo la parte più luminosa della propria anima.

fra.al.

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