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MATERA – L’ultimo miracolo della Madonna della Bruna? Far innamorare di Matera e dei Sassi anche uno che il mondo lo ha girato eccome. Goran Bregovic, dopo l’entusiasmante concerto al castello Tramontano, non ha resistito alla tentazione di regalarsi una mattinata, mescolato tra i turisti, a spasso per il centro storico e gli antichi rioni di tufo. Anche, se vista la camicia dai colori sgargianti, è davvero impossibile non notarlo.
“Wow” è stata l’unica cosa che il maestro è riuscito a dire di fronte al magnifico scenario dei Sassi. “Scortato” dall’inseparabile tour manager, Bregovic si è concesso una lunga passeggiata a piedi da piazza Vittorio Veneto fino alla Cattedrale, che ha lasciato il cantautore a bocca aperta e occhi in su. Guida d’eccezione il direttore del Conservatorio Duni Saverio Vizziello, deus ex machina di questo incontro straordinario tra un genio della musica contemporanea e una città dal fascino millenario, candidata a Capitale europea della Cultura nel 2019.
E non è un caso, infatti, che un pezzo della visita Goran lo faccia insieme a Paolo Verri, presidente del comitato promotore della candidatura di Matera, tra i primi a scatenarsi nelle danze durante il concerto. «Ma perchè non sono venuto mai qui, prima d’ora»- esclama estasiato Bregovic. Che sia stregato dalla città e dalle pietre bianche irradiate dal sole glielo si legge negli occhi. E che questo con Matera non resterà un incontro isolato è altrettanto chiaro. Il maestro Vizziello, saggiamente, non si è lasciato sfuggire l’occasione di “dirottare” mister Bregovic al Conservatorio. Una visita “istruttiva” che ha acceso ancora di più l’entusiasmo del cantautore slavo a tornare.
«Sicuramente faremo in modo che Bregovic sia ancora a Matera- ha assicurato Vizziello – ci sono le condizioni per poter organizzare delle master class e pensare ad altri progetti che lo vedano protagonista». Non c’è niente da fare: l’energia di Goran Bregovic è contagiosa e travolge anche il direttore Vizziello, solitamente meno incline a sbilanciarsi.
La passeggiata, una volta lasciato il direttore del Conservatorio in piazza del Sedile, è proseguita lungo la storica via delle Beccherie, disquisendo di falchi grillai e di affinità musicali possibili tra i Sassi e i suoi Balcani. Adesso tocca a me indicare la strada. Si arriva in piazza Vittorio Veneto che è ormai quasi ora di pranzo. Lo sciamare di turisti e materani in giro per lo struscio del giorno prima della Bruna è assordante. E’ un’impresa farsi largo in tutto questo brulicare di vita, mentre i cavalieri sfilano, lasciando il segno inequivocabile del loro passaggio lungo la piazza. E a questo punto che Goran mi chiede del carro. Non crede alle sue orecchie quando gli spiego che il cuore della festa è il momento dello sfascio del carro. Il sogno di ogni materano è portarsene a casa un pezzetto in segno di devozione e buon auspicio.
Bregovic è sorpreso e ammirato: «Davvero esistono artisti disposti a creare un’opera che poi sarà distrutta?». Certo, è la tradizione. Ben altra sorte, invece, tocca alla musica di Goran Bregovic, destinata a vincere la sfida del tempo.
m.agata@luedi.it
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