Billie Joe Armstrong, frontman dei Green Day
3 minuti per la letturaCi sono lucani celebri che, come Rocco Papaleo, portano con sé un’idea forte di “lucanità. Per altri essere lucani è un modo di vivere improntato alla discrezione.
In ogni caso i non pochi lucani famosi aiutano la Basilicata a uscire dallo storico cono d’ombra che ne faceva una terra quasi misteriosa.
In questo momento i due nomi più conosciuti sono quelli dei ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Interno, Luciana Lamorgese, entrambi potentini, per il ruolo che (soprattutto il primo) hanno avuto e ancora hanno nella crisi pandemica in atto.
Meno noto il numero due della Protezione Civile, Luigi D’Angelo, potentino del 1970, dall’eccellente curriculum, molto stimato negli ambienti istituzionali.
Il mondo della scienza è quello che di solito rende più orgogliosi. Ettore Appella nel dicembre scorso cofirmava ancora, a 88 anni, un articolo come ricercatore senior del National Cancer Institute di Bethesda, Maryland: nato a Castronuovo Sant’Andrea (Pz), diplomatosi al Classico «Orazio Flacco» di Potenza, è stato considerato per anni tra i dieci scienziati più importanti del mondo nella lotta ai tumori.
Accanto al decano, le giovani promesse, poco più che trentenni: il neuroscienziato Pasquale D’Acunzo, di Tursi, Matera (premiato due settimane fa per la scoperta delle “mitovescicole” nella cura alla degenerazione dei neuroni); Donato Civita di Albano di Lucania (Pz), finito sulla copertina di “Science” per una ricerca sull’uso del microscopio elettronico per manipolare le molecole; Rocco Antonio Montone da Bella (Pz), premiato al Congresso Europeo di Cardiologia per uno studio sul ruolo di alcune cellule nella cura personalizzata agli infartuati.
Passando alla letteratura, il melfitano Raffaele Nigro (premio Campiello nell’87 per “I fuochi del Basento”) è il “padre nobile” degli scrittori lucani attuali.
Il potentino Gaetano Cappelli racconta la Basilicata fuori dal consueto levismo. Mariolina Venezia ha dato vita alla pm Imma Tataranni sulla Rai. Giuseppe Lupo insegna letteratura a Milano e Brescia e pubblica libri sempre ottimamente accolti dalla critica. Andrea Di Consoli è scrittore (ha vinto diversi premi) e autore per la Rai.
Il mondo della musica vede in prima fila la pignolese Arisa, al secolo Rosalba Pippa, probabilmente la più bella voce italiana attuale. Vincitrice di due Festival di Sanremo.
Anche nel cinema c’è una discreta pattuglia lucana. Il più noto è Papaleo, 62 anni, regista e attore di Lauria (Pz).
Antonio Petrocelli da Montalbano Jonico (Mt) è un attore completo condannato a fare il caratterista: chi non ricorda la sequenza sulla panchina di “Caruso Pascoski di padre polacco” in cui Francesco Nuti lo fa infuriare?
Il materano Cosimo Fusco è transitato sul set di “Friends”, serie leggendaria, e di altre produzioni hollywoodiane. Menzione per Domenico Fortunato e Nando Irene.
Non mancano soddisfazioni per chi ama il calcio. Il policorese Simone Zaza – ex Juventus oggi al Torino – ha raggranellato tra l’altro scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana oltre a due gol con la Nazionale.
Gianluca Sansone, classe ’87, di Potenza, è stato il primo italiano a giocare nel campionato dell’Azerbaigian. Ora è in forze al Casarano.
Gianvito Plasmati, 28enne di Matera, per un periodo al Leyton Orient del campionato britannico e attivo anche in serie A con il Catania. Nel Catania ha giocato anche Rocco Sabato, potentino come Antonio Giosa che invece ha militato nella Reggina.
C’è infine l’oriundo. Il lucano per interposto familiare. E qui i nomi si sprecano: basti pensare a due mostri sacri di Hollywood come Francis Ford Coppola (originario di Bernalda) e Danny De Vito (da San Fele). E ancora Michele Placido, il cui papà era di Rionero in Vulture (Pz).
La famiglia dell’attuale sindaco di New York, Bill De Blasio, era di Grassano. Di Ripacandida la mamma di William Daniel Phillips, fisico statunitense, capace di «catturare gli atomi con il laser» e per questo covincitore del Nobel per la fisica nel 1997.
I trisnonni della rockstar planetaria Billie Joe Armstrong, leader dei Green Day, erano di Viggiano. Una volta tanto sotto i riflettori per questioni diverse da petrolio e inquinamento, la cittadina della Val d’Agri nel 2018 gli conferì la cittadinanza onoraria mentre il frontman si godeva il bagno di folla.
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