INDICE DEI CONTENUTI
- 1 SCUOLA LUCANA SOTTO ACCUSA MA NON È L’UNICA
- 2 SCUOLA LUCANA SOTTO LA MEDIA PER LA MENSA E IL TEMPO PIENO
- 3 LA RIPARTIZIONE DEI FONDI PER IL SERVIZIO MENSA
- 4 IL SERVIZIO MENSA A POTENZA E MATERA
- 5 PALESTRE E SCUOLA LUCANA: SI PUNTA SUL PNRR PER RISALIRE LA CHINA
- 6 LE DICHIARAZIONI DELLA DIRETTRICE RICERCA DI SAVE THE CHILDREN
Meno del 50% gli istituti con palestra, ora si spera negli 85 progetti collegati al Pnrr ma quella della scuola lucana è una brutta pagella
Scuola: secondo Save the Children in Basilicata un bambino su due della scuola primaria ha accesso al tempo pieno. Il 38,6% degli alunni della primaria e secondaria di primo grado fruisce di una mensa. Il 43,9% delle scuole ha una palestra.
Alla Basilicata vanno inoltre più di 49 milioni di euro del PNRR destinati ad 85 interventi per potenziare l’offerta di mensa, tempo pieno e palestre. I dati sono contenuti nel rapporto presentato dall’Organizzazione e chiamato “Scuole disuguali. Gli interventi del PNRR su mense, tempo pieno e palestre”, lanciato in occasione della riapertura delle scuole con un’analisi della distribuzione degli investimenti e degli interventi del PNRR a livello provinciale.
Con il PNRR, dice il Rapporto, la Basilicata ha avviato 85 interventi per mense, tempo pieno e palestre– di cui 37 per la costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa e 48 per il potenziamento delle strutture sportive – per un valore complessivo di 49 milioni e 332 mila euro.
La provincia di Potenza ha avviato il maggior numero di interventi, con 54 progetti del valore di oltre 32 milioni e 707 mila euro. Matera ne ha avviati, invece, 31 del valore di 16 milioni e 625 mila euro. Con il PNRR, le regioni del Mezzogiorno hanno avviato 76 7 interventi del valore di 381 milioni e 932 mila euro, il Nord 428 del valore di 345 milioni e 650 mila euro, e il Centro 213 del valore di 139 milioni e 340 mila euro. Save the Children chiede al Governo di definire e finanziare Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che garantiscano eque opportunità educative.
SCUOLA LUCANA SOTTO ACCUSA MA NON È L’UNICA
Dall’analisi dei progetti PNRR avviati fino a oggi, secondo l’Organizzazione, «c’è il rischio che molte province italiane dove si concentrano le famiglie in condizioni socioeconomiche di svantaggio restino ancora indietro». La scuola in Italia è attraversata da profonde diseguaglianze nell’offerta dei servizi educativi, che compromettono i percorsi di crescita, soprattutto nelle regioni del Sud e delle Isole, dove si continuano a registrare, nonostante i miglioramenti, livelli di dispersione scolastica tra i più alti in Europa. «Eppure, soprattutto in queste regioni, dove il bisogno è maggiore, le risorse e gli interventi del PNRR per l’istruzione già avviati – nonostante gli sforzi – non sono sufficienti a colmare i gravi divari esistenti».
Questo l’allarme lanciato da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro. Il Rapporto approfondisce le diseguaglianze territoriali nell’offerta di spazi e servizi educativi a scuola – dalla mensa al tempo pieno e alle palestre – e analizza se e in quale misura gli interventi del PNRR già avviati possano contribuire a ridurre i divari esistenti. Dall’analisi su alcuni interventi relativi alla Missione Istruzione già avviati, emerge una distribuzione disomogenea degli interventi. Il PNRR, con un investimento complessivo di oltre 17 miliardi di euro «rappresenta un’occasione unica per garantire uguali opportunità a tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti».
SCUOLA LUCANA SOTTO LA MEDIA PER LA MENSA E IL TEMPO PIENO
A partire dalla mensa e dal tempo pieno o prolungato, servizi essenziali di contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, che in Basilicata è dell’8,6%, inferiore alla media nazionale (10,5%): ad oggi, poco più di un bambino su due della scuola statale primaria ha accesso alla mensa (55,2%) e solo il 10,5% nella secondaria di I grado, con profonde differenze territoriali.
Se nelle regioni del Centro e del Nord si concentrano le province con oltre il 50% di accesso al servizio da parte degli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado – con punte del 70% e oltre a Biella e Monza e della Brianza, fino al 91,3% della Provincia Autonoma di Trento – gran parte delle province del Sud sono sotto la media nazionale (che è del 36,9%, considerando sia scuole primarie che secondarie di I grado). In Basilicata il 38,6% degli alunni della primaria e della secondaria di I grado accede alla mensa scolastica (di poco superiore alla media nazionale, che è del 36,9%). Per quanto riguarda, invece, il tempo pieno, ne usufruisce il 50,3% dei bambini della primaria, percentuale tra le più alte a livello nazionale dopo Lazio (58,4%), Toscana (55,5%), Lombardia (55,1%), Piemonte (54,1%), Emilia-Romagna (52,9%) e Liguria (51,5%).
Dall’analisi svolta da Save the Children sui 975 interventi del PNRR avviati per ampliare l’offerta di mense scolastiche, emerge che alle regioni del Sud e delle Isole è stato destinato il 38,1% delle risorse, sebbene queste risorse finanzino circa il 50% del totale dei progetti. Dall’analisi provinciale dei fondi del PNRR investiti sino ad oggi, si rileva che queste risorse, senz’altro utili per ampliare l’offerta complessiva, stanno producendo un impatto disomogeneo nella riduzione delle disuguaglianze territoriali.
LA RIPARTIZIONE DEI FONDI PER IL SERVIZIO MENSA
Le sei province dove gli studenti che usufruiscono della mensa sono meno del 10% – ovvero Agrigento, Foggia, Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa – hanno ricevuto finanziamenti per 49 interventi di costruzione, ristrutturazione o riqualificazione di spazi mensa per un valore di circa 21 milioni 500 mila euro, pari a 2,1 progetti ogni 10 mila studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Di contro, le sei province con le più alte percentuali di alunni che usufruiscono del servizio mensa a livello nazionale (oltre il 65%) – ovvero Trento, Biella, Monza e della Brianza, Verbano-Cusio-Ossola, Udine e Milano – hanno ricevuto 30 milioni di euro per 34 progetti, pari a 1,8 progetti ogni 10 mila studenti.
Nelle province più svantaggiate per l’offerta del servizio mensa e del tempo pieno si concentra anche la percentuale più alta di studenti provenienti da famiglie con un livello socioeconomico basso: sono il 26,4% nelle province dove meno del 10% degli studenti usufruisce della mensa (contro il 17,2% di quelle dove oltre il 65% degli alunni accede alla mensa).
IL SERVIZIO MENSA A POTENZA E MATERA
Dall’analisi di Save the Children emerge, inoltre, che anche tra le stesse province più svantaggiate la distribuzione degli interventi per l’accesso al servizio mensa è disomogenea. Potenza – dove il 44,5% degli alunni accedono al servizio mensa – ha avviato ben 27 progetti per un valore di più di 9 milioni di euro e una densità progettuale di 12,5 interventi ogni 10mila studenti, mentre Matera – dove vi accedono solo il 28,3% degli studenti – ne ha avviati solo 10, per risorse pari a 3 milioni e 640 mila euro, ovvero 8 interventi ogni 10mila studenti.
Solo due alunni della scuola primaria su cinque beneficiano del tempo pieno –con le percentuali più basse in Molise (9,4%), Sicilia (11,1%) e Puglia (18,4%), le più alte nel Lazio (58,4%), in Toscana (55,5%) e in Lombardia (55,1%) – e solo poco più di un quarto delle scuole (il 28,1% delle classi della primaria e secondaria di I grado) offrono il tempo prolungato.
PALESTRE E SCUOLA LUCANA: SI PUNTA SUL PNRR PER RISALIRE LA CHINA
Anche la possibilità di praticare attività sportiva a scuola in una palestra rappresenta una grande opportunità per la crescita di bambine, bambini e adolescenti. Ma, ad oggi, meno della metà (il 46,4%) delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) hanno una palestra. La Basilicata con il 43,9% è al di sotto della media nazionale. Dall’analisi di Save the Children sui 433 interventi del PNRR per costruire o riqualificare le palestre a scuola emerge che il 62,8% è stato avviato nelle regioni del Sud e delle Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi.
La Basilicata ha ricevuto 36 milioni e 562 mila euro per 48 progetti di potenziamento delle strutture sportive a scuola. La provincia di Potenza – dove le scuole con palestra sono il 43,1% – ha avviato 27 progetti per un valore di 23 milioni e 557 mila euro, pari a 8,9 interventi ogni 100 scuole; Matera – che registra il 46,4% di scuole con palestra – ne ha avviati 21, per risorse pari a 12 milioni e 985 mila euro, ovvero ben 17,4 interventi ogni 100 scuole.
In generale, i 433 interventi sulle strutture sportive scolastiche avviati con il PNRR – sebbene rappresentino un passo importante per promuovere l’educazione motoria a scuola – sono insufficienti a garantire la copertura di palestre su tutto il territorio nazionale e a ridurre i divari tra le province. In Italia, un minorenne su tre (31,5%) che proviene da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso.
LE DICHIARAZIONI DELLA DIRETTRICE RICERCA DI SAVE THE CHILDREN
«Il problema che abbiamo davanti come Paese non è solo riuscire a garantire la tabella di marcia della spesa, ma fare in modo che le risorse del PNRR raggiungano effettivamente i territori dove i bambini e le bambine scontano le maggiori difficoltà nel percorso educativo. Il PNRR rappresenta un’occasione unica per superare le disuguaglianze di offerta educativa tra nord e sud, tra centri urbani e aree interne. Ma dall’analisi della distribuzione delle risorse e degli interventi ad oggi avviati, l’obiettivo di riequilibrio sembra raggiunto solo parzialmente», ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children Italia.
«La scuola rappresenta uno spazio essenziale in cui dare a bambini, bambine e adolescenti uguali opportunità di crescita, contrastando la povertà educativa che oggi rappresenta più che mai un’emergenza. Il futuro dei giovani va messo al centro dell’agenda politica, è l’investimento più importante per lo sviluppo del Paese. Per garantire i diritti dei minori su tutto il territorio è fondamentale definire e finanziare Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che assicurino eque opportunità educative» ha invece detto Giorgia D’Errico, Direttrice Affari pubblici e Relazioni istituzionali di Save the Children Italia.
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