3 minuti per la lettura
POTENZA – Lasciano la scuola dopo aver conseguito la sola licenza media. Qualcuno magari ci ha provato a fare un anno di scuola superiore, ma poi ha abbandonato. E resta in un limbo nel quale, già a 20 anni, le prospettive si riducono a poco.
Una sconfitta per il ragazzo ma anche per una società che, tra i giovani che vanno via e quelli a cui un futuro è stato negato, ha chiaramente fallito.
Sono stati pubblicati i dati dell’Osservatorio sulla povertà educativa curati dalla fondazione Openpolis in collaborazione “Con i bambini – impresa sociale”, nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
«La scelta metodologica adottata a livello europeo – si legge nella ricerca – è utilizzare come indicatore indiretto la percentuale di giovani tra 18 e 24 anni che hanno solo la licenza media. Tra questi viene incluso anche chi ha conseguito una qualifica professionale regionale di primo livello con durata inferiore ai due anni».
In questo contesto l’Italia è in miglioramento (14% di abbandoni scolastici contro il 20% del 2008), ma ancora piuttosto lontana dalla media europea (10%). E ad abbassare la media, neanche a dirlo, è tutto il Sud: «Sul risultato nazionale pesano delle profonde differenze territoriali. Alcune aree del paese hanno raggiunto (o quasi) l’obiettivo europeo: nord-est (10,3%), nord-ovest (11,9%), centro (10,7%). Nell’Italia meridionale invece gli abbandoni sono ancora al 18,5%».
Nel contesto meridionale la Basilicata, per la verità, è messa un po’ meglio: la media regionale, infatti, si attesta al 13,80%. Che non è proprio un risultato consolante, ma se si considera il picco di Sardegna (21,20%) e Sicilia (20,90%), qualche elemento di speranza si potrebbe cogliere.
Ma è guardando i dati dei singoli comuni che emergono le sorprese. Perché se i capoluoghi sono anche al di sotto della media europea (Potenza 8,9% e Matera 8,7%), ci sono comuni più piccoli nei quali i dati sull’abbandono scolastico dovrebbe davvero allarmare: a Missanello la media si alza al 34,4%, a Maschito è il 27,6% a lasciare la scuola dopo la terza media. E la teoria “piccoli comuni-maggiori abbandoni” sembra confermata anche nel Materano: a Craco il 28,6% dei ragazzi non ha conseguito il diploma.
«Le ricerche indicano – si legge nel rapporto – che a lasciare gli studi prima del tempo sono spesso i giovani più svantaggiati, sia dal punto di vista economico che da quello sociale. Un meccanismo molto pericoloso perché aggrava le disuguaglianze già esistenti».
Un meccanismo evidente già da anni e basterebbe farsi un giro in questi piccoli comuni per comprenderlo. Quei pochi bambini che nascono in questi centri non hanno sicuramente la possibilità di accedere a un asilo nido: non ci sono. C’è l’asilo e la scuola elementare (e anche quella non sempre è una certezza) ma capita spesso che, essendoci pochissimi alunni, vengano costituite delle pluriclassi. Questo significa che ai bambini di questi piccoli centri non viene, il più delle volte, data una preparazione di base solida, che possa farli arrivare alle scuole medie in condizioni ottimali.
E infatti le medie, per questi ragazzi il più delle volte diventano uno scoglio difficile da superare, più facile arrendersi. Ma quella resa peserà sul loro futuro e su quello di questi piccoli centri. Perché quando si parla di lotta allo spopolamento è da questi temi base che bisognerebbe partire: la scuola, la formazione. Proprio le cose su cui, in questi anni, deliberatamente si è scelto di non investire. E i risultati sono evidenti.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA