Alcune delle vignette satiriche del gruppo Unitixlaterzafascia
3 minuti per la letturaPOTENZA – «I neolaureati che avrebbero dovuto inserirsi in terza fascia e i docenti che avrebbero dovuto aggiornare il proprio punteggio e avvicinarsi alle proprie famiglie, sono delusi e sconfortati. La ministra, col nuovo decreto, ha cancellato le decisioni prese a novembre e ha stravolto i programmi di una categoria che ormai ha fatto della precarietà il suo stile di vita, che nella precarietà più totale cerca di darsi un senso, una logica, un progetto. Perché quelle che per la ministra sono aggiornamenti di graduatorie, per i componenti di queste graduatorie sono anni di vita»: a parlare è la insegnante lucana A. M. a nome del gruppo Unitixlaterzafascia e in veste di rappresentante della regione Basilicata.
«Siamo docenti, ma in primis siamo ragazzi, padri, madri di famiglia che amano questa professione e che hanno dovuto fare mille sacrifici e spendere diverse risorse economiche per aggiornarsi con: corsi di formazione, 24 cfu, master, certificazioni, e tanto altro, e che oggi peregrinano nel limbo del precariato e della disoccupazione, grazie ad un ministro che non ascolta, non vuole saperne. Non si può stravolgere così la prospettiva di tante persone con questa leggerezza, senza nemmeno provarci. In poche settimane anche persone che non sapevano accendere un dispositivo elettronico hanno fatto miracoli per poter effettuare la Dad» (Didattica a distanza).
L’appello alla ministra dell’Istruzione viene rilanciato alla vigilia dell’inizio dell’iter parlamentare delle nuove norme solo accennate nei giorni scorsi dalla stessa Lucia Azzolina. «Lei, a capo del ministero dell’istruzione – si legge nel documento dei prof precari -, dove dovrebbe avere tutte le possibilità e sicuramente coadiuvata da figure specializzate, non è in grado di convertire un modello già da tempo obsoleto di domanda in terza fascia in un form elettronico e si appella alla vetustà dei sistemi e al fatto che arriverebbe un numero di raccomandate così alto da mandare in crisi le segreterie. Anche questa è una scusa, perché la provincia di Bolzano ha riaperto le proprie graduatorie utilizzando la pec o la posta ordinaria. Non riaprire la terza fascia significa legittimare una mobilità di insegnanti a costi onerosi senza alcuna tutela. I precari non ancora inseriti in terza fascia, infatti, con le messe a disposizione, vengono chiamati con sistemi opachi, con graduatorie spesso discrezionali e attraverso favoritismi, conoscenze dirette e per periodi così brevi da non garantire la possibilità di un sostentamento dignitoso e neanche l’accesso alla Naspi. Chiediamo di riaprire le graduatorie 2019/2020 come previsto dal precedente decreto ed elaborarle tramite procedura Sidi e in forma telematica. Per i nuovi inserimenti possono essere valutate diverse soluzioni, ad esempio il riconoscimento SPID o tramite webcam».
«Il disconoscimento dei nostri diritti – concludono gli insegnanti precari – è ingiustificato in quanto non si comprende la ragione effettiva per cui i concorsi si espleteranno regolarmente, nonostante l’emergenza sanitaria, e la riapertura delle graduatorie no, dato che non è previsto nessun assembramento di persone e potrebbe essere gestito tutto in modalità telematica. Rammentiamo che questa è l’era della tecnologia. Una tecnologia che fa passi da gigante. Pertanto, è opportuno adeguarsi e aggiornarsi per non rimanere indietro. Gli studenti hanno il diritto di sognare un futuro e noi li stiamo tutelando con responsabilità, dedizione e impegno. I neolaureati hanno il diritto di essere inseriti in una graduatoria dopo anni di studio! Chi ha una famiglia ha diritto a chiedere l’avvicinamento e il cambio di provincia, per poter stare vicino ai propri cari soprattutto dopo questo periodo di lontananza forzata, periodo in cui molti di noi, che avrebbero potuto raggiungere le proprie famiglie, sono chiusi in casa per il bene di tutta la nazione! Gli insegnanti chiamati da Mad hanno diritto ad essere tutelati! I docenti hanno diritto ad aggiornare la graduatoria, dopo sacrifici onerosi e tempo speso per la formazione!».
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