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Una lezione all'Unibas

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Nel Rapporto Anvur l’Università della Basilicata è al secondo posto (tra Normale di Pisa e Ferrara) nelle Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche. Ma nella classifica generale è sempre fuori dalle prime 3

POTENZA – Unibas fuori dal podio in tutte le aree didattiche, ma trainata nelle Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche grazie ai giovani ricercatori: nel nuovo Rapporto Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) si potrebbero sintetizzare così le prestazioni di un ateneo, quello della Basilicata, che in un generalizzato balzo in avanti del Mezzogiorno non brilla e anzi in molti indicatori specifici si piazza sotto la media.

 A fare eccezione, appunto, l’area 10 (Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche), con un buon secondo posto nella categoria delle università «piccole» tra la Normale di Pisa e Ferrara. Tra i dati rilevati dalla Vqr (Valutazione della Qualità della Ricerca 2011-2014) c’è, infatti, anche il contributo offerto dai promossi/neo assunti, informazione che consente di vagliare la qualità dei «prodotti» (in gergo: la ricerca) conferiti dalle “nuove leve” e rapportarla ai risultati che ogni ateneo ha ottenuto nella singola area indagata: grazie a questa analisi è quindi possibile determinare le prestazioni, capire chi ha assunto i migliori e, quindi, determinare la capacità di selezione del personale e la forza d’attrazione che ogni ateneo riveste rispetto agli altri, in una determinata area scientifica analizzata. Inoltre è possibile comparare il contributo dei “nuovi innesti” rispetto ai colleghi già stabilizzati, evidenziando quindi se il processo di selezione ha individuato personale più capace di quello già in organico. «In generale le forze “fresche” hanno contribuito al miglioramento del sistema universitario italiano, e ciò è comune a tutte le aree indagate e praticamente a tutti gli atenei valutati – commenta Daniele Checchi, componente del consiglio direttivo dell’Anvur –. Le Università del meridione hanno tratto grande beneficio dal reclutamento dei nuovi professori e ricercatori. Anche se non è possibile quantificare percentualmente il valore aggiunto fornito dai nuovi ingressi, è evidente che sono da considerarsi come una delle componenti rilevanti nel miglioramento generalizzato delle performance degli atenei meridionali».

 Nel rapporto sulla qualità della ricerca delle università italiane l’ateneo lucano resta invece sempre fuori dalle migliori tre: la cosiddetta Vqr fotografa lo stato della produzione scientifica negli atenei, passando in rassegna le 14 aree scientifiche Cun. Le classifiche tengono conto della dimensione degli atenei, non in senso assoluto, ma in rapporto all’area considerata. In questa seconda Vqr (la precedente riguardò il periodo 2004/2010) l’Unibas non conquista mai il podio. I risultati dettagliati della nuova valutazione, condotta dall’agenzia del Miur e relativa al periodo 2011/2014, sono stati resi noti nella serata di lunedì, dopo la pubblicazione a dicembre delle conclusioni sintetiche. «Le Università del Meridione riducono le distanze, anche se il distacco da quelle settentrionali è confermato» ha commentato Andrea Graziosi, presidente Anvur.

 

 

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