Da sinistra Fontana, Caiata e Iovino
3 minuti per la letturaPOTENZA – Se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi tre anni di gestione-Caiata è che le scelte, qualunque siano state e in qualsiasi modo siano state attuate, sono quelle giuste. E nulla ci vieta di pensare che anche in questo momento, sarà esattamente così. Ogni mossa del presidente del Potenza fatta, o da fare, ha avuto, o avrà, un fondamento logico. I detrattori, già all’ora di pranzo di mercoledì scorso, hanno stappato le bottiglie di spumante di fronte al classico “io lo sapevo”. Ma attenzione, perchè il gratuito disfattismo potrà ritorcersi loro contro, in quanto è fin troppo evidente ritenere che, dietro la presunta “uscita di scena” del presidente, ci sia in realtà un clamoroso rilancio delle ambizioni per il Potenza.
Si sapeva già da quando è arrivato – e di questo i potentini erano al corrente – che Caiata non è Paperon de’ Paperoni e che di fronte a esigenze sempre più crescenti, e a maggior ragione di fronte alle incertezze di un’economia sottoterra, ci fosse bisogno di aiuto.
La sua presa di posizione, il suo grido di allarme – ne abbiamo le prove – ha suscitato clamori, ha scosso coscienze. Tanto che anche il telefono del sindaco Guarente ha iniziato a squillare. Qualcosa nei prossimi giorni accadrà, ne siamo certi.
Se Caiata avesse gridato al mondo intero “è tutto a posto”, chi mai si sarebbe interessato se era veramente così? Se avesse dimostrato presupponenza e boria, arroganza e superbia, chi mai si sarebbe interessato a lui? Ed invece abbiamo scoperto l’umana debolezza e “la colpa” di non avere la forza per fare più grande il Potenza di quanto non abbia già fatto. Non abbiamo scoperto un capitano che vuole affogare con tutta la nave, come è stato già in passato.
E la scelta – almeno in termini di intenzioni, aspettiamo i fatti, ha pagato: oggi registriamo qualche movimento in città, l’idea del sindaco di studiare il modo per dare una mano, l’intenzione della Regione di partecipare, il clamore suscitato all’esterno, tanto da credere che anche fuori da Potenza qualcosa si muoverà.
Caiata ha fatto quello che era giusto fare: ha dimostrato con i fatti (vittoria della D, quinto p e quarto posto, un cambio radicale di immagine e, cosa principale, i conti a posto) che di lui ci si può fidare. Che con lui, accanto con una compartecipazione di quote o dal di fuori con una sponsorizzazione, si può stare.
Ed allora fatevi sotto, che qui, con un adeguato programma e cavalcando ipotesi che allo stato attuale appaiono fantascientifiche (stadio in primis, magari con un finanziatore esterno che si presenterà con una proposta – indipendentemente dal luogo dove costruire) si può creare un nuovo miracolo sportivo.
Quale scenario si concretizzerà? Si conoscerà tutto a breve: l’unico che ci sentiamo di escludere a priori è una fuoriuscita del presidente e dei suoi soci.
Qualcuno sponsorizzerà il club, qualcun altro (magari un gruppo di amici, sollecitati dal primo cittadino) potrà avere un appuntamento, nessuno chiederà di comprare il Potenza, perchè non è in vendita. Perchè non è una società sull’orlo del fallimento e disperata, è una che finalmente grazie a Caiata può guardare oltre.
Oppure non si muoverà nulla, ma in questo caso (altra spiegazione alla mossa di lasciare la società) gli alibi saranno finiti per tutti e se dovesse arrivare il solito imprenditore senza scrupoli dall’esterno, allora nessuno dovrà più fiatare.
Ipotesi estrema: non succederà, perchè Caiata ha la soluzione già in tasca anche per questa evenienza. Per quanto ci riguarda, assolutamente: come da tre anni a questa parte, sarà quella giusta.
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