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IL ROTONDA È salvo ma nella prossima stagione partirà con 8 punti di penalizzazione. I lupi del Pollino salvano così la categoria e parteciperanno alla serie D girone I.
Per i dirigenti implicati nella vicenda il Tribunale Federale Nazionale ha deliberato i seguenti provvedimenti: Franco Bruno (che ha annunciato ricorso) inibito per 4 anni e 2 mesi, il figlio Vincenzo prosciolto dall’accusa a lui ascritta.
L’aggravante della condanna per il Rotonda era stata determinata dagli otto movimenti bancari sospetti partiti dal club biancoverde in favore dell’allora dirigente del Troina Dario Dell’Arte per una somma corrispondente a 34700 euro.
Il risultato della gara del 3 aprile 2019 fu tramutato dall’1-0 per i siciliani a 0-3 per i pollinei per una “sostituzione errata”.
Decisiva la memoria difensiva dell’Avvocato Luis Vizzino che è riuscito a far mitigare la pena dei lupi del Pollino in sede di dibattimento nella giornata di giovedì e a far ridurre quanto richiesto dall’accusa.
Dopo la sentenza del Tribunale Nazionale Federale, è lo stesso legale a commentare il dispositivo. L’Avvocato con un laconico pensiero ci rilascia le seguenti dichiarazioni: “C’è moderata soddisfazione. Il Rotonda Calcio resta nella categoria che ha conquistato sul campo, ovvero la Serie D, e con tanti sacrifici. Adesso attenderemo le motivazioni del Tribunale Federale”.
Per il resto: San Tommaso ammenda di euro 1.000 – Corigliano 2 punti di penalizzazione e ammenda di euro 300 – Marina di Ragusa, ammenda di euro 400 – Olympic Rossanese penalizzazione di 2 punti – ASD Supcrgiovanc Castelbuono, ammenda di euro 100; – Troina penalizzazione di punti 10 e ammenda di euro 5.000 – Alba Alcamo 1928 Srl, ammenda di euro 400. Tra le società sono state prosciolte Acireale, Licata, Castelbuono e Marsala.
A dare il via alle indagini è stata la Procura della Repubblica di Enna, diretta da Massimo Palmeri, a seguito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile ennese e dal Nucleo Centrale della Polizia dei Giochi e delle Scommesse del Servizio Centrale Operativo di Roma che portò all’accusa di frode in competizioni sportive all’indirizzo di club, dirigenti e tesserati. Fu scoperto un giro di combine ma anche di calcioscommesse con il coinvolgimento di tesserati.
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