Ambra Angiolini in una scena del film
4 minuti per la letturaTutto in una notte. La più lunga dell’anno. Come recita Radio Potenza Centrale durante il film parafrasando “American graffiti”. Quella del solstizio d’inverno con le luci del Natale che illuminano Potenza, vera protagonista, più che cornice, del film “La notte più lunga dell’anno” che esce il 27 gennaio in 150 sale italiane, aspetto insolito per un’opera prima italiana.
Cinque le storie raccontate: una cubista in crisi (Ambra Angiolini) vuole cambiare vita (abita con il padre malato Alessandro Haber), un politico (Massimo Popolizio) riceve la soffiata che all’alba sarà arrestato, un giovane alle prese con un imprevisto durante una notte d’amore con la sua ex professoressa, tre giovani drop out che peregrinano per la città su un carro funebre. La stazione di una pompa di benzina a far da fil rouge di tutte le storie.
Il racconto della provincia, non solo quella italiana ma anche quella raccontata da molto cinema americano, vista come un’eterna infanzia che ha difficoltà a diventare romanzo di formazione.
L’operazione si deve allo scrittore e giornalista Andrea Di Consoli, che per la prima volta scrive un soggetto cinematografico e firma la sceneggiatura insieme a Cristina Borsatti e al regista Aleandri, il quale con il capo sceneggiatore, insieme alla casa produttrice Clipper di Sandro Bortolozzi, aveva già relizzato il bel documentario “Mater Matera” nel 2015. Ora l’azzardo (riuscito) non solo di far debuttare Aleandri nella finzione, ma anche di ambientare la storia a Potenza, città poco frequentata dal cinema a differenza della consorella Matera.
Nel film, molto ben scritto, emerge molto il vissuto contestuale di Andrea Di Consoli. Intellettuale impegnato su più versanti, attinge alla sua vena letteraria per disegnare il rapporto con Potenza. Lui di Rotonda, piccolo borgo lucano, si assume la responsabilità di dar vita a personaggi in cerca di luce. E’ questo il nome nel film di Ambra Angiolini, la cubista in crisi con il suo mestiere di intrattenitrice in una discoteca della città. “Discoteca” era anche il titolo di pregevole raccolta di poesia di Di Consoli, metafora della crescita umana disancantata.
Anche la politica lucana che campeggia nella storia di Popolizio, con le sue specificità meridionali, è un altro must di Di Consoli, aduso alla pubblicistica corsara e militante. E’ la politica dell’interesse particolare dei giorni nostri che durante la lunga notte sarà chiamata a confrontarsi in un appartamento del centro con un padre nobile della prima Repubblica che molto ricorda Emilio Colombo.
Gli altri personaggi ed episodi, invece, attingono in altre sfere diconsoliane, quali quello dell’amore tormentato e del destino umano giovanile. Aleandri fotografa e illumina Potenza con grande maestria, adopera il drone con perfetta dominanza tecnica e poetica consegnando alla città una bellezza panoramica di intenso vigore. E’ un notturno di immagini che valorizza il Ponte Musumeci e le più grandi scale mobili d’Europa, le piazze e gli slarghi del centro storico, i cavalcavia anonimi e che ti fa sentire la fredda temperatura del capoluogo di regione più alto d’Italia.
Il film è una sorte di notte postmoderna all’Antonioni in cui la gente normale ha preso posto dei radical chic. Il tempo della narrazione filmica è per quadri minimal, ma per sottrazione gli avvenimenti restano intensi e drammaturgicamente segnanti a rappresentare la tematica di fondo. Il cast contempla big, esordienti (con qualche deficit di recitazione) e attori di teatro, e meritano citazione i bravi caratteristi di origine lucana Antonio Petrocelli e Pascal Zullino.
Adeguate al ritmo narrativo del film le musiche dei lucani Antonio Diodati e Unaderosa con particolari preferenze per la tarantella finale che scorre sui titoli di coda. Un film che fa molto riflettere “La notte più lunga dell’anno” e che merita di essere visto in sala per goderne al meglio le dimensioni di luce notturna unite ai chiarori dell’alba. Sabato alle 18, al cinema Don Bosco di Potenza, il regista e le numerose persone e istituzioni che hanno reso possibile il film celebreranno questa bella prima volta di un ciak adulto e d’autore nel capoluogo della Basilicata.
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