Sebastiano Di Rienzo
3 minuti per la letturaL’alta moda sartoriale è un importante segmento del “Made in Italy” apprezzato in tutto il mondo. Alcuni importanti esponenti di questo affascinante mondo di eleganza e di classe sono partiti dalla Basilicata, in particolare da Roccanova. Una realtà, quella dell’arte sartoriale, riccamente documentata nelle 224 pagine del volume “Sebastiano Di Rienzo, maestro del fashion internazionale” (De Luca editori d’arte) attraverso cui il giornalista Giampiero Castellotti rende omaggio ad uno dei principali creatori di abiti femminili che hanno vestito dive immortali come Silvana Pampanini, Virna Lisi, Sofia Loren, le gemelle Kessler e Brit Ekland, moglie di Peter Sellers. Ma anche, tra le tante, Pupella Maggio, Maria Grazia Cucinotta, Anna Valle e Sabrina Ferilli.
Di Rienzo, che ha iniziato come tagliatore da Valentino, per anni è stato presidente della prestigiosa Accademia nazionale dei sartori, che ha poi visto ai vertici per ben tre volte uno dei più importanti sarti lucani: Vito Panetta, citato nel libro.
Nato a Roccanova (Potenza), Panetta ha cominciato già all’età di nove anni un apprendistato, dapprima presso la Sartoria dei Fratelli Damiano, poi presso il Maestro Giuseppe Fortunato, dividendosi tra gli studi e la sua passione. Nel 1947, a Napoli, ha affinato il suo talento, allievo del Maestro Schiraldi e dopo un rientro a Roccanova nel 1949, aprendo la sua prima sartoria, di nuovo le valigie nel 1957 per roma, dove ha aperto il primo atelier in via Toscana, con il supporto della moglie, Rosa Miraglia Panetta, felice sodalizio familiare e professionale lungo una vita. Due anni dopo trasferimento in in Via Sardegna, all’angolo con Via Veneto, atelier principale per oltre trent’anni, consacrando il marchio “Panetta Tailor” che diventa il punto di riferimento di ambasciatori, imprenditori, professionisti e artisti italiani e non.
Altro importante esponente lucano della sartoria è Luigi Gallo, anche lui originario di Roccanova. Giunto nella Capitale nel 1957, dopo le esperienze nei laboratori di Domenico Caraceni e Angelo Litrico, è diventato un punto di riferimento soprattutto per il mondo dello spettacolo.
Giuseppe De Cicco, proveniente da Carbone (Potenza), è stato uno dei più noti sarti in Brasile, definito “Pitanguy delle forbici”, in onore del grande chirurgo brasiliano. La sua storia è stata raccontata dal giornalista e scrittore brasiliano Gustavo Camargo “Um alfaiate no palacio do catete: historia de Giuseppe De Cicco o mestres das tesouras no pais dos elegantes” (“Giuseppe De Cicco, il sarto dei presidenti: il maestro delle forbici nel paese dell’eleganza”).
Negli Usa, invece, una delle colonne della moda sartoriale è stato Paolo Maronna, anche lui originario di Roccanova, supervisore capo della sezione sartoriale della rinomata compagnia di abbigliamento “Martin Grinfield”. Tra i suoi clienti i presidenti George W. Bush (nel 2001 gli ha messo a misura ben 56 abiti) e Bill Clinton, l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, l’ex governatore Mario Cuomo, l’attore Silvester Stallone. Prima di lui, già il compaesano Francesco De Pietro aveva vestito i presidenti Kennedy e Nixon.
Un altro roccanovese tiene alta la tradizione dei sarti lucani negli Usa: è Mario Fabbrocini.
“Il mito italiano è nato grazie al lavoro degli artigiani. E noi sarti, veri artigiani, rimaniamo i ‘sacri guardiani della linea, della sfumatura e del buon gusto’. La moda non è solo manualità e tecnica, è soprattutto testa. Anche perché esercitando questo mestiere c’è la necessità di relazionarsi costantemente a livello mondiale per monitorare le tendenze”. Parola di Sebastiano Di Rienzo, oltre sessant’anni di mestiere ai più alti livelli.
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