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Vito Pace

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Un notaio Potentino tra i commissari del Papa: Vito Pace incaricato di verificare la gestione per patrimonio della diocesi di Roma

POTENZA – C’è anche il notaio potentino Vito Pace tra i sei commissari incaricati nei giorni scorsi da Papa Francesco di verificare «il retto funzionamento degli uffici e dei tribunali, l’andamento amministrativo, economico e di lavoro» della diocesi di Roma.

Un incarico oltremodo delicato, dal momento che il pontefice avrebbe deciso di sollevare il velo una volta per tutte sulla gestione dell’immenso patrimonio immobiliare della chiesa nella capitale. Incluse le residenze sparse in numerosi palazzi di prestigio nel centro storico e affittate a prezzi irrisori, o quasi, anche a personalità tutt’altro che bisognose di beneficenza. Noti giornalisti e così via.

Pace, già presidente del Consiglio notarile di Potenza, figlio del compianto avvocato ed ex parlamentare dei Ds Tuccino, nonché cugino di primo grado del governatore Vito Bardi, affiancherà altri professionisti passati in rassegna, con particolare scrupolo, dal principale quotidiano romano, il Messaggero.

UN POTENTINO TRA I COMMISSARI DEL PAPA, ECCO CHI SONO GLI ALTRI

Vale a dire Daniele Fiore di Vito, ex studente del collegio di villa Nazareth, la struttura educativa fondata dal cardinale Domenico Tardini «da dove proviene anche il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin (oltre che l’ex premier Giuseppe Conte)»; quindi Stefano Di Pinto, già direttore del fondo pensioni vaticane; Myriam Tinti, «canonista della Gregoriana già responsabile della basilica di santa Maria in Trastevere»; Stefano Fiorini «economista e manager che ha avuto in passato esperienze nel gruppo bolognese Faac, di proprietà della diocesi di Bologna»; e Luca Monteferrante ex dirigente di Villa Nazareth e consulente dell’ufficio legislativo di un altro potentino, l’ex ministro alla Salute, Roberto Speranza.

La Commissione indipendente di vigilanza del Vicariato di Roma, appena istituita, avrà durata di tre anni e dovrà riunirsi una volta al mese e relazionare al pontefice una volta l’anno.

Oggetto di verifica saranno, oltre alla gestione del patrimonio immobiliare, anche i rapporti di lavoro del personale dipendente dalla diocesi romana, le partecipazioni societarie, «la gestione del contenzioso con soggetti terzi, collegato a rapporti contrattuali o per fatti illeciti (…) anche con riferimento al conferimento degli incarichi professionali per la tutela legale».

Sarà suo compito, quindi, «assume ogni iniziativa necessaria od utile a tutela dell’integrità patrimoniale» della diocesi e «del buon funzionamento» della stessa e degli enti a lei sottoposti.

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