Maratea
2 minuti per la letturaMARATEA – «L’ingresso di Maratea nella prestigiosa lista dei ‘Borghi più belli d’Italia’ è la conferma di una destinazione turistica già di grande prestigio che si aggiunge alla bellezza di tanti borghi lucani per la cui valorizzazione la Regione sta lavorando e deve continuare a lavorare».
Così l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, commenta la decisione del Consiglio Direttivo de ‘I Borghi più belli d’Italia’, che su proposta del Comitato Scientifico, ha deliberato l’ammissione di sei nuovi Borghi all’interno dell’Associazione, tra cui appunto Maratea, oltre a Caldes (TN), Nemi (RM), Clusone (BG), Barolo (CN) e Fontainemore (AO).
«Maratea, candidata a Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2026, prosegue nel percorso per la valorizzazione del suo patrimonio storico e paesaggistico. L’inserimento nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia certifica che la città ha le carte in regola per scommettere sulla cultura come strumento di sviluppo e di innovazione sociale ed economica», il commento del sindaco Daniele Stoppelli. Maratea è un luogo riconosciuto, ben presente nell’immaginario del Paese, ospitale e suggestivo.
Maratea, oltre ad essere considerata meta di turismo balneare, è conosciuta anche come la “Città delle 44 Chiese”. La Perla del Tirreno, infatti, offre itinerari che vi portano alla scoperta dell’arte sacra legata alla presenza di chiese, cappelle e monasteri sparsi su tutto il suo territorio. Un lungo cammino di storia e di fede tra i monumenti più antichi e quelli più recenti attraverso il quale è possibile ammirare opere di straordinaria bellezza come dipinti, statue, elementi architettonici e in particolare affreschi, datati tra il 1300 e il 1500, che fanno da cornice a tutti i luoghi di culto.
Tutte le frazioni hanno la propria chiesa, ognuna dedicata al Santo o alla Santa alla quale la comunità è particolarmente devota. Salgono dunque a 354 i Borghi più belli d’Italia. 354 comuni valutati positivamente dall’Associazione, certificati in base a 72 parametri. «Un sistema e una rete che», come spiega il presidente Fiorello Primi, che «anche a seguito degli effetti della pandemia, ha assunto una primaria importanza per uno sviluppo del nostro Paese più sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale».
Per i comuni che ottengono il riconoscimento si tratta di un’occasione di sviluppo sia economico che sociale. Ma anche di assumere una responsabilità importante nei confronti degli altri componenti la rete e, più, in generale nei confronti dell’Italia dei Borghi. La rigidità della selezione è una garanzia nei confronti dei potenziali visitatori e un incentivo, anche per coloro che non vengono ammessi, a migliorare. A riprova, sono più di 900 i comuni (sotto i 15mila abitanti nell’intero territorio comunale e non più di 2mila nel borgo) che hanno chiesto di essere valutati per entrare nell’associazione.
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