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Due anni prima erano stati ben 23mila

POTENZA – Nel 2017 in Basilicata sono stati abbattuti oltre 9.400 cinghiali «in attività venatoria e di controllo”: lo ha reso noto l’assessore alle politiche agricole, Luca Braia, parlando di «un trend positivo, di crescita di numeri dei capi abbattuti rispetto agli anni precedenti».

> IL SINDACO CHE HA DATO L’OK A CATTURA E ABBATTIMENTO

L’assessore ha evidenziato «una organizzazione sempre più efficace avviata verso la creazione della filiera completa lucana, a conferma l’utilità delle azioni messe in campo per le politiche venatorie volte ad arginare il fenomeno della presenza numerica elevata della specie cinghiale nella regione». Braia ha detto che «stiamo affrontando il problema cinghiali correlato ai danni alle colture per provare, come accade in altre regioni, a trasformarlo in risorsa economica».

> A GIUGNO L’APPELLO DELLA REGIONE AL GOVERNO

IL PIANO DI COLDIRETTI Per risolvere il problema del controllo della fauna selvatica, ed in modo particolare dei cinghiali, Coldiretti Basilicata ha un progetto che presenterà alla Regione Basilicata. Lo ha illustrato oggi ai sindaci lucani, nel corso dell’assemblea dei dirigenti della confederazione agricola, a Potenza, nella sala riunioni della Camera di Commercio. “L’iniziativa scaturisce dalla presa d’atto che tutto quanto regolamentato, sia a livello nazionale che regionale, relativamente alle norme che disciplinano ‘la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio’ – hanno spiegato il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto, e il direttore regionale, Aldo Mattia – non ha dato risultati efficaci, né sul piano della prevenzione, né sotto il profilo del controllo numerico degli animali. Tra la fauna selvatica, il cinghiale riveste un ruolo del tutto particolare in quanto provoca, oltre al danneggiamento diretto alle colture, anche un notevole rischio per l’incolumità delle persone e la possibilità di danni a beni, soprattutto in relazione agli incidenti stradali”. Per affrontare la problematica e risolverla Coldiretti Basilicata ha predisposto un piano di azioni concrete, presentate nel dettaglio da Stefano Masini, responsabile nazionale dell’area Ambiente e Territorio di Coldiretti, e già adottato in altre regioni italiane.

> IL RECORD DEL 2015: 23MILA CINGHIALI ABBATTUTI

“Innanzitutto bisogna consentire l’adozione di ordinanze di emergenza, da parte dei sindaci, per autorizzare misure straordinarie di controllo – ha spiegato Masini – poi prevedere la nomina di un commissario ad acta, nelle aree protette qualora gli enti parco non abbiano adottato specifiche misure di contenimento della specie. Inoltre è necessario estendere il periodo in cui è consentito l’abbattimento del cinghiale per tutto il periodo compreso tra il 1 settembre ed il 30 aprile, valorizzare lo strumento delle convenzioni con gli imprenditori agricoli ai sensi dell’art.15 del d.lgs. n.228/2001 per realizzare sistemi di alimentazione complementare o artificiale e per collaborare alle operazioni di abbattimento di emergenza e subordinare lo svolgimento delle attività di abbattimento all’interno di fondi condotti da una azienda agricola al previo consenso del proprietario o conduttore del fondo. E’ opportuno, infine, regolamentare le modalità di utilizzo delle somme disponibili nel fondo regionale destinato alla prevenzione ed al risarcimento dei danni cagionati alla produzione agricola, in modo da assicurare rapido e satisfattivo risarcimento”. In attesa che il progetto venga adottato dalla Regione Basilicata, Coldiretti ha inviato i sindaci ad attivare l’ordinanza di abbattimento dei cinghiali. “ L’iniziativa di oggi conferma ancora una volta che noi non facciamo strumentalizzazioni – hanno sottolineato Quarto e Mattia – ma azioni concrete. Come fatto lo scorso 24 gennaio per i fondi europei destinati agli agricoltori. Noi facciamo fatti, altri forse parole, per le quali stiamo valutando la possibilità di adire per le vie legali”. 

 

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