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La Basilicata è la regione che registra i dati più bassi in base a quanto è emerso dal lavoro realizzato dal Centro studi della Uil

POTENZA – Nonostante una situazione tutto sommato positiva, la Basilicata continua a essere una regione con poca fiducia nel futuro. Questo il dato più importante emerso dai dati Bes (Benessere economico e sociale). La regione fa registrare i dati più bassi in Italia per il benessere soggettivo, sia in termini di soddisfazione della propria vita, sia per il tempo libero ma soprattutto per le aspettative future (peggior dato tra le Regioni meridionali). Ad evidenziarlo è il Centro studi sociali e del lavoro Basilicata (Uil) in un rapporto realizzato da Giancarlo Vainieri, Michelina Zampino, Gianpiero Tetta.
Per i ricercatori è importante verificare se ai segnali economici di ripresa nella regione corrispondono segnali positivi negli indicatori di qualità della vita e di benessere economico sociale.
La situazione relativa al lavoro vede la Basilicata emergere sotto il profilo dell’occupazione (+3 punti) e della qualità del lavoro (+ 7,5 punti), con risultati superiori alla media del mezzogiorno per quanto riguarda il tasso di occupazione (53,2) e la conversione di contratti instabili instabili (20,1).
Allo stesso tempo emergono negatività rispetto alla soddisfazione del lavoro (7,1) e per quanto riguarda l’incidenza di lavoratori sopra istruiti sul dato complessivo degli occupati (26,7), con l’evidente fenomeno di una difficoltà di soddisfazione lavorativa per le figure con skills specialist.
Anche dal punto di vista reddituale si registrano segnali di miglioramento, ma la regione registra indicatori peggiori della media del mezzogiorno per quanto riguarda il reddito medio pro capite ( 13.030 euro), con un miglioramento dell’indice di diseguaglianza del reddito legato essenzialmente ad una contrazione dei redditi elevati.
A ciò si aggiungono dati nella media per quanto riguarda l’istruzione, il possesso di titoli di studio superiori per la popolazione in età lavorativa, la dispersione scolastica ed il fenomeno importante dei Neet.
Positivi sono i dati relativi alla sicurezza ed alla partecipazione sociale. La regione anche nel 2016 fa registrare tassi molto bassi per quanto riguarda i reati di omicidio, rapine, furti e borseggi e registra il valore migliore al Sud per quanto riguarda la presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive. Positivi sono i dati sulla partecipazione civica e politica e per le attività di volontariato (superiori alla media delle regioni del Sud).

La Basilicata è la regione che registra i dati più bassi in base a quanto è emerso dal lavoro realizzato dal Centro studi della Uil

Tali dati tuttavia sono in gran parte imputabili alla struttura demografica e territoriale della regione più che all’effetto di politiche mirate. «Ma – avvertono i ricercatori del Centro studi e sociali del lavoro – sulla fiducia nelle istituzioni emerge un livello basso di fiducia nelle istituzioni locali (3,5 % più bassa della media del mezzogiorno) e nel sistema giudiziario (4,4% solo Sardegna ha dato peggiore al Sud), strettamente collegato alla durata media dei processi (dato al 2014 – 750 giorni)». Anche per quanto riguarda il patrimonio culturale e paesaggistico si rileva una situazione critica per la regione rispetto alla dotazione di risorse a disposizione e alla spesa per questi beni (peggiori valori in Italia).
La percezione di un “futuro peggiore del presente” si registra anche nel dato della percezione di sicurezza e nella paura di subire un reato in futuro, dove pur nel contesto positivo sopra richiamato, la regione fa registrare i dati più alti del mezzogiorno rispetto a tali parametri.
Se si analizzano questi dati con l’analisi sulla qualità della vita delle province italiane effettuate dal “Sole 24 ore”, si nota come alcuni dati siano in sintonia con la percezione diffusa di un futuro incerto.
Innanzitutto il tasso di natalità combinato con il saldo migratorio interno vede le province lucane agli ultimi posti della classifica nazionale; quindi poche nascite e migrazione sostanziosa di giovani qualificati rappresentano un problema serio per il futuro e che le dinamiche registrano ancora in crescita.
Con riferimento ai servizi si rilevano dati negativi per quanto riguarda servizi per l’infanzia, copertura della banda larga ed anche rispetto agli indici Legambiente su ecosistema urbano; quindi comuni e città con pochi servizi per i giovani, per le famiglie ed i turisti e con poche azioni concrete di sostenibilità ambientale dei contesti urbani.
I dati peggiori però riguardano le cause pendenti ultratriennali e soprattutto il tasso di emigrazione ospedaliera che vede le due province lucane agli ultimi posti in Italia. In sostanza – è la conclusione sintetizzata da Giancarlo Vainieri del Centro studi Uil – viene fuori il quadro di una regione che a causa della sua dimensione ha delle straordinarie opportunità per valorizzare ed armonizzare le politiche di sviluppo ma che non sa attivare un’azione sistemica capace di innestare un graduale meccanismo di miglioramento dei principali indicatori di benessere e di qualità della vita. Nella regione ancora una volta le dinamiche economiche positive di contesto sono prodotte da fattori esterni che però non trovano nelle politiche regionali quella leva in grado di innestare sostanziali processi di sviluppo nell’occupazione, nell’istruzione, nel welfare e nelle politiche del tempo libero. «Si avverte con forza la necessità – dice Vainieri – di accompagnare i pur evidenti segnali positivi in atto in Basilicata con delle azioni tempestive ed efficaci in grado di ramificare nei piccoli contesti territoriali le nuove dinamiche dello sviluppo locale. Si tratta di avere a riferimento i modelli delle comunità e delle province che registrano i migliori indicatori di qualità della vita».

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