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POTENZA – Intitolare strade a quattro artisti che hanno dato lustro a Potenza e alla regione. E’ l’idea lanciata da Paolo Albano promotore di “Letti di sera” che sarà presentata al sindaco Mario Guarente nell’ambito delle manifestazioni “La notte bianca del libro”. Gli “artisti” sono: Vito Riviello, Rocco Carrano, Vittorio Camardese e Giulio Stolfi.
«Quando Annamaria Riviello mi ha chiamato per chiedermi di vedere come fare perché la città si ricordasse di suo fratello Vito e decidesse di intestargli una strada, un vicolo – spiega Albano – le sono stato molto grato. Ciuffo sul viso sproporzionato di un clown, il sorriso enigmatico, attore tragico e guascone, irridente e severo Riviello era poeta filosofo di questo meridione con una maschera pronta nelle mani da posare sul viso per fermare una beffa o un verso esagerato».
Su Carrano, l’organizzatore de “La notte bianca del libro” aggiunge: «ha intravisto e portato nelle aule il computer, l’informatica facendo della nostra regione la prima in Italia e forse oltre dalla quale sono nati i primi diplomati in informatica: con lui la Basilicata al centro della modernità e da lui abbiamo appreso come il futuro si può prendere a quattro mani. Che cosa straordinaria».
Poi Stolfi. «Dalle voci tra i palazzi che fanno una comunità stretta, di Via Crispi ho conosciuto Erberto e ho conosciuto suo padre Giulio al quale mi legano tuttora un affetto e una stima indicibile. Ho cominciato ad andare a casa loro dalla quale partiva il nostro rione. La prima volta – continua – persi lo sguardo tra le librerie, persi volentieri i miei orizzonti di ragazzo perché volli, da allora, frequentare persone più grandi forse per l’egoismo azzardato che qualche volta ti prende quando vuoi, di curiosità in curiosità, assorbire esperienze, dolcezze, sensibilità, anche guasconerie, per saltare con i sogni le cime che non puoi saltare. Ricordo delle tante volte in cui con un sorriso ineguagliabile mi consigliava, mi faceva sapere. Lo andai a trovare in ospedale, nel vecchio ospedale quando ebbe un malore perché sentivo una tenerezza, simbolo di un bene senza interessi, come verso un padre. Le sue poesie, le sue prose? Tenere e qualche volta malinconiche, dolci e, qualche volta severe, sempre, per quanto mi riguarda, abbraccianti».
Infine Camardese. «Vittorio ha il nostro pudore antico, quello dei lucani, che sono partiti da case umili, da famiglie che hanno sempre “faticato” e non si sono mai vantati. Lui è andato via sfidando la penuria del calore irresponsabile dei nostri luoghi per essere un bravo medico e suonare con la passione e con la dignità che solo un lucano ha, quando lavora o quando segue un’arte».
Insomma per ognuno di questi “artisti” che hanno fatto la storia di Potenza, Albano ha un ricordo, un aneddoto, ma soprattutto la consapevolezza che c’è bisogno di un gesto per immortalarne il ricordo anche ai quei concittadini che non li hanno conosciuto o che non ne hanno mai sentito parlare. «E così – dice – ho deciso grazie ad Annamaria Riviello che nel Festival della Notte bianca del libro e delle idee ci sarebbe stato un angolo magico dove avremmo evocato queste persone meravigliose e lucane, lucane e per questo meravigliose, e confermato agli amministratori della nostra città che volevamo che a loro (a cominciare da loro) fosse intestata una strada. Da lì, complice il sindaco, cominceremo un percorso di “conoscenza dei loro volti e delle loro storie” con i giovani delle scuole superiori. Mi sono voltato fresco di odori antichi ma sempre nuovi dopo aver rubato un pezzetto di visionarietà che non ho».
L’incontro è previsto per domani sera in largo Famiglia Isabelli.
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