Oreste Lo Pomo
2 minuti per la letturaIl suo romanzo (Cairo Editore) è uno dei 57 titoli tra i quali domenica prossima saranno selezionati i 12 finalisti. Da seguire anche “La straniera” di Claudia Durastanti, origini lucane
POTENZA – Di nuovo un lucano allo “Strega”: Oreste Lo Pomo, con “Malanni di stagione”, è tra i 57 autori che si sfidano nella fase finale del premio della Fondazione Bellonci.
Il libro – che è anche l’unico targato Cairo Editore – è stato proposto da Maria Cristina Donnarumma. «Non me l’aspettavo – commenta Lo Pomo, caporedattore della Rai Basilicata –, e in un certo senso neanche in casa editrice. Chiaro che per me si tratta di una grandissima soddisfazione già essere arrivato a questo punto. Ancora più grande l’orgoglio di aver visto questo mio romanzo pubblicato senza che fosse cambiata una virgola. Titolo compreso». Si tratta di un affresco ironico dalla provincia, un caso di malagiustizia e un tributo al mondo del giornalismo che l’autore conosce come le sue tasche.
Ma Lo Pomo in realtà nasce come poeta, sotto l’egida di Vito Riviello e con il gusto per far deragliare la parola: «La poesia giocosa non va considerata di serie B, l’ironia è un’arma difficile da ponderare e dosare, d’altra parte Giulio Ferroni definì Riviello uno dei maggiori poeti del ‘900». Lo Pomo esordisce a 18 anni con la prima di 4 raccolte liriche («spero di fare un’antologia, proprio come quella di “Tuccino” che sta per uscire»), poi il saggio “I telecomandati” (Arduino 2008) premio speciale per la saggistica al “Basilicata”, racconti e finalmente «il romanzo: un sogno che si realizza». Bis al premio Basilicata (stavolta menzione speciale), ma anche nella cinquina finalista al “Berto” dove la sua leggerezza viene accostata a quella degli autori russi. «Che onore!».
«Il rifiuto dell’ampollosità e della retorica però derivano dalla mia professoressa delle medie, che ci faceva descrivere una forchetta o scrivere come si cucina un uovo al tegamino. Metteva voti da temperature potentine…», sorride Lo Pomo.
Prima di Lo Pomo, era toccato a un altro apprezzato romanziere potentino, Gaetano Cappelli, affacciarsi dal gotha dei premi letterari italiani.
Ed è in un certo senso legata alla Basilicata anche la candidatura di Claudia Durastanti, che con il suo libro “La straniera” (La nave di Teseo – proposto da Furio Colombo) continua nel solco del memoir-racconto di formazione su vecchie e nuove migrazioni tra la Basilicata, dov’è cresciuta, e New York dov’è nata. Traduttrice oltre che scrittrice, oggi vive a Londra.
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