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POTENZA – La Biblioteca Nazionale di Potenza aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio del 24 e 25 settembre 2016 – dedicate quest’anno al tema della partecipazione al patrimonio nella direzione tracciata sin dal 2005 dalla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, nota come Convezione di Faro – con l’allestimento di una mostra bibliografica dedicata alla Costituzione della Repubblica Italiana e al voto alle donne ed un’apertura straordinaria al pubblico di otto ore (9-13 e 15-19) nelle giornate di sabato e domenica.
«Si è deciso – si legge in una nota – di proporre all’attenzione pubblica una mostra che, ha dichiarato la curatrice dell’evento, Mariangela Adurno, esponesse i documenti riguardanti La Costituzione Italiana e il voto alle donne, estrapolati dai fondi librari donati al nostro Istituto, per ricordarne i settant’anni di vita. Dopo un lavoro certosino di spulcio dei titoli monografici e di spoglio di periodici, ha aggiunto la curatrice, il risultato, almeno per la parte riguardante la Costituzione, è stato soddisfacente, meno per il suffragio universale; probabilmente perché i donatori dei fondi, pervenuti alla biblioteca, sono esclusivamente uomini. Il materiale trovato ha permesso di costruire un percorso didattico rivolto in particolare alle giovani generazioni, che parte dal testo della Costituzione edito sulla Gazzetta Ufficiale del 1947 – il testo definitivo fu approvato infatti il 22 dicembre di quell’anno – e si snoda attraverso tappe storiche che delineano il faticoso cammino fatto di guerre, carestie, distruzioni e morti, che ha condotto alla proclamazione della Repubblica italiana e alla conseguente promulgazione dellasua legge più importante: la Costituzione. Lungi dal voler essere esaustivi, questa mostra – che rimarrà aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 13, fino al 23 ottobre 2016 – rappresenta un primo approccio a quanti volessero approfondire il tema, ma anche un possibile insegnamento alle nuove generazioni che, lontani dalle guerre e da fascismo non si rendono conto che la loro libertà è costata un prezzo molto caro».
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