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IL Senatore Usa Nicholas Scutari, influente presidente della Commissione Giustizia del Senato statale, sarà il prossimo presidente del Senato del New Jersey; ha ottenuto voti sufficienti per ricevere il prestigioso incarico e diventare la seconda posizione più potente dello Stato, svolgendo un ruolo importante nelle politiche del New Jersey.

Originario della Basilicata, di famiglia di San Costantino Albanese, è cugino dello scomparso Senatore lucano Donato Scutari e di Piero Scutari, presidente del Centro Studi Turistici Thalia e della onlus “Percorsi”, il Segretariato della Dichiarazione di Bruxelles Pledge to Peace.

Il 52enne Senatore Scutari, attualmente anche presidente del Partito Democratico, assumerà la presidenza del Senato del New Jersey a gennaio. Ha trascorso tutta la sua vita in cariche pubbliche: aveva 34 anni quando nel 2003 è stato eletto al Senato.

Si è sempre distinto per le sue battaglie a tutela dei più deboli, per la legalizzazione della Cannabis e contro le prepotenze delle industrie farmaceutiche. Molto legato ai cugini lucani, più volte è stato in Basilicata a visitare San Costantino Albanese, dove ha ricevuto la cittadinanza onoraria.

Il senatore Usa, già in occasione degli incontri con amministratori regionali, sindaci, operatori turistici ed imprenditori, ha anticipato alcune azioni da promuovere per intensificare la cooperazione tra istituzioni Usa e della Regione Basilicata con l’obiettivo di tenere sempre vivi la cultura e il senso di appartenenza della comunità lucana negli Usa. Tra i progetti dell’esponente politico italo-americano l’organizzazione di una missione di investitori Usa in Basilicata in particolare nei settori turismo e agro-alimentare che sono i maggiori attrattori negli Usa del “made in Italy”.

“La mia famiglia più che dell’Italia mi parlava di un piccolo paese, San Costantino, da cui venivano, un villaggio – ricorda il senatore– situato tra le montagne in un luogo lontano. I miei nonni non mi parlavano in italiano, ma tra loro, ricordo, usavano una strana lingua che poi ho saputo si chiama arbereshe. Da bambino mi ero fatto un’idea di una favola, di gente che parlava un linguaggio da favola e viveva in un posto da favola. Io credevo che erano favole, dubitavo persino che si trattasse di racconti reali. Per me – aggiunge il senatore – rappresenta un ricordo di un mondo romantico e penso che sia importante che le tradizioni ed il legame con l’Italia rimangano sempre vive nelle famiglie emigrate molto tempo fa e che i ricordi e i valori siano trasmessi alle nuove generazioni, le terze e le quarte generazioni dell’ondata migratoria italiana negli Usa. L’Italia è un paese meraviglioso , con tradizioni uniche , una cultura ed una storia che non ha eguali al mondo, cibo ed enogastronomia che da soli meritano un viaggio, un luogo dove si vorrebbe vivere”.

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