La stele in via Emilio Colombo con il bassorilievo del senatore a vita (foto A. MATTIACCI) e un primo piano del politico dc morto 5 anni fa
4 minuti per la letturaIl politico dc irriconoscibile nella stele che indica la strada dedicatagli dalla sua Potenza. E su Facebook commenti ironici e indignati contro l’artista che ha realizzato l’opera
POTENZA – Dov’è l’errore? È sbagliato il nome apposto sotto la scultura o è la scultura “sbagliata” a essere stata messa sopra al nome.
Non solo. Chi ha realizzato l’opera ha dato dei soldi al Comune o e il Comune che ha pagato l’artista?
Sono queste le domande che da ieri, superato l’impatto spiazzante di lunedì quando il ceppo marmoreo è stato disvelato, in modo molto più ironico e pungente si stanno ponendo tantissimi potentini.
Potentini che, su Facebook, si stanno sbizzarrendo in quello che potrebbe essere il gioco dell’estate, ovvero: “indovina chi è?”.
Una cosa, però, è certa: se non ci fosse la scritta “Emilio Colombo” nessuno riuscirebbe a collegare quel volto con quello del senatore a vita a cui lunedì è stata intitolata una strada del capoluogo.
A dare il via a tutto Angelo Mauro Calza che ha postato sul suo profilo Facebook la foto della scultura e sopra ha scritto: “Ma per caso il presidente, negli ultimi tempi della sua vita è stato colpito da un ictus?”
Da qui in poi si è scatenato di tutto. E così di nuovo la toponomastica – sebbene per motivi diversi da quelli legati a piazza Craxi a Melfi – diventa caso di cui dibattere, soprattutto sui social.
C’è chi ha commentato citando una battuta di Benigni tratta da una scena del film “Johnny Stecchino”: “Non gli somiglia pe’ nieeende”, chi ha parlato di: “Diffamazione a mezzo statua” e chi ha “giocato” la carta del “Si tratta di una controfigura, però non uguale”.
Insomma un crescendo con qualcuno che senza ironia alcuna ha sintetizzato tutto in un semplice ma quanto efficace: “Che orrore”.
In effetti quel volto di profilo, con tanto di contrattura sulla guancia, scolpito nel marmo a tutto somiglia tranne che a Emilio Colombo non solo nelle sue fattezze fisiognomiche ma anche e soprattutto in quello che era lo charme del più volte ministro.
Ed ecco che allora c’è chi tira in ballo un non meglio identificato “Peppino” a cui apparterrebbe la parte bassa del volto e così la scultura sarebbe un mix tra i due.
Poi l’affondo passa a chi ha realizzato l’opera: “O aveva una paresi o era strabico….lo scultore ovviamente”.
Certo “che a Potenza non ci facciamo mancare niente” con tante perlessità anche sul fatto se quella inaugurata sia “una stele” o chissà cos’altro.
Una cosa è certa per tutti: nessuna somiglianza rispetto a quell’Emilio Colombo che “possiamo tranquillamente definire il padre della politica”.
Una padre della politica che “sai come si rivolta…….”.
E poi, con qualcuno che ha fatto notare anche che “Colombo non aveva la gobba come Andreotti”, tutti a domandare – e a domandarsi – “ma chi è l’autore?”.
«NON È UNA STRADA MA UN TRATTURO» – Anche l’intitolazione di una strada si trasforma in terreno di scontro politico. È il caso di via Emilio Colombo che martedì pomeriggio è stata inaugurata dal sindaco di Potenza, Dario De Luca e dal suo vice, nonché assessore comunale alle Opere pubbliche, Sergio Potenza.
Una cerimonia, a cui hanno partecipato anche i familiari del senatore a vita scomparso 5 anni fa, e che ha visto anche la scopertura di un lapide con sopra scolpito il volto dello statista.
A innescare la polemica il capogruppo di Centro democratico, in consiglio comunale, Pietro Campagna che innanzitutto ha posto l’accento sul fatto che «con diversi mesi di ritardo» è stata finalmente aperta la nuova strada di collegamento tra via Cavour e l’area universitaria e l’area ospedaliera. E se per l’amministrazione comunale quella strada è stata scelta proprio perché lambisce Università e ospedale, ovvero due strutture che devono la loro nascita proprio al volere di Colombo, per Campagna l’amministrazione è colpevole di «avere voluto onorare la memoria dello statista potentino, certamente uno dei leader politici più illustri della Nazione» intitolandogli quello che «per me sin da subito è stato etichettato come “un tratturo di campagna”».
Etichettatura che per il capogruppo di Centro democratico non è «frutto di puro spirito di contrapposizione politica» né «perché non capivamo le pur labili motivazioni che avevano indotto l’amministrazione a tale scelta».
Alla base c’è il fatto che come Centro democratico «ci eravamo a lungo interrogati su come la città potesse rendere degnamente omaggio alla memoria di Emilio Colombo» e per questo «avevamo scelto una delle piazze di quel centro storico cittadino, che lo aveva visto protagonista nei tanti decenni di attività politico istituzionale, sempre ai massimi livelli nazionali ed europei».
Senza dire che «grazie ad un’apertura in tal senso registrata a livello regionale, si era anche “accarezzata” l’idea di costituire una Fondazione, che perpetuasse la memoria e l’operato dello statista tra le future generazioni»,
E invece no. Alla fine «in piena sintonia con l’agire politico del momento si è optato per una scelta assolutamente minimalista e riduttiva che certamente non rispecchia il sentire popolare né rende degnamente merito all’illustre concittadino».
E come se non bastasse la scelta della strada il consigliere comunale ha avuto da ridire anche su quella che lui ha definito «la classica ciliegina sulla torta», ovvero «il cippo scultoreo che svilisce anche l’immagine di quella fisicità ed ammirata lucidità di cui lo statista potentino ha dato prova sino alla fine».
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