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FILIANO (POTENZA) – Francesco Santoro, sindaco di Filiano, ha decretato la trascrivibilità di atti di nascita con 2 genitori dello stesso sesso attribuendo il doppio cognome al minore. E’ quanto reso noto ieri dall’amministrazione comunale del piccolo centro dell’alto bacino dell’Ofanto, rompendo un tabù che in Basilicata pareva ancora resistere dicendo sì al riconoscimento del diritto alla genitorialità di entrambe le parti di una coppia gay.
La firma sul decreto risale a mercoledì, col via libera alla trascrizione nei registri di Stato civile di atti di nascita con due madri o due padri, in tutti i casi di minore nato in Italia, a seguito di tecnica di procreazione medicalmente assistita eterologa all’estero. «Il provvedimento – raccontano dal Municipio – nasce a seguito dell’accoglimento della richiesta di una coppia, già unitasi civilmente a Filiano l’anno scorso e che ha avuto il bimbo grazie al ricorso alla fecondazione eterologa in Spagna, di procedere all’iscrizione con l’attribuzione del doppio cognome: della madre gestante e di quella intenzionale. In questo modo si potrà garantire anche il diritto fondamentale del piccolo di vedersi riconosciuto come appartenente alla stessa famiglia anche davanti alla legge».
«La spiegazione tecnica – aggiungono – è fornita nel decreto, la cui stesura è stata curata dal segretario generale Giovanni Conte. Attualmente in Italia i requisiti soggettivi della fecondazione eterologa sono disciplinati dall’articolo 5 della legge numero 40/2004 secondo cui “possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”».
«La normativa non prevede a oggi – spiegano – la possibilità di utilizzare la pratica di procreazione medicalmente assistita per le coppie omosessuali. Il sindaco di Filiano ha voluto spingersi oltre, supportato da un accoglimento favorevole giurisprudenziale dei bimbi, nati all’estero, di coppie omosessuali».
«Con questo atto – afferma il primo cittadino – in maniera convinta mi sono fatto interprete del principio di uguaglianza, formale e sostanziale, che la nostra Costituzione sancisce a gran voce, rafforzato dai diversi pronunciamenti della Corte di Cassazione, della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Le nostre famiglie esistono e, al di là del colore politico di ognuno, con questo riconoscimento si consente a una famiglia di fatto di sentirsi considerata tale anche dal diritto».
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