L'etichetta del don Anselmo
3 minuti per la letturaPOTENZA – C’è anche il lucano «Don Anselmo 2016» Aglianico del Vulture Docg della Cantina Paternoster di Barile, tra i 12 migliori vini rossi d’Italia del 2022. Il riconoscimento è arrivato dalla prima edizione pugliese dei «Golden Wine Awards» di Food and Travel Italia, edizione italiana del magazine internazionale edito in 18 Paesi sul tema dell’enogastronomia e dei viaggi gourmet, andati in scena ieri presso Tenuta Moreno, a Mesagne.
A decretare i vincitori – è spiegato in un comunicato – sono state le valutazioni di due giurie di esperti del settore e delle redazioni di Food and Travel Italia e Wine and Travel, in aggiunta ai voti dei lettori. Nel corso della serata, condotta dall’editore di Food and Travel Italia, l’imprenditrice astigiana di origini salentine Pamela Raeli, dal senatore Dario Stefàno e dal presidente nazionale di Assoenologi, Riccardo Cotarella, il «Don Anselmo 2016» stato premiato con il «Golden wine».
A ritirare il riconoscimento, l’enologo dell’azienda, Fabio Mecca. «E’ – ha sottolineato – un risultato raggiunto grazie ad un importante lavoro di squadra tra vigna e cantina, tra epoca corretta di vendemmia e importanti affinamenti. Il “Don Anselmo” è il “papà2 di tutti i vini lucani e il fatto che sia stato annoverato tra i migliori vini rossi d’Italia nel corso di quest’anno è il raggiungimento di un traguardo e l’inizio di un nuovo percorso. Dal punto di vista personale e professionale aggiunge certamente grande prestigio alla mia carriera, ancora di più dopo il premio di enologo dell’anno ricevuto nel 2021 , in ultimo da un punto di vista personale sono estremamente felice di aver portato questo premio a questo vino, infatti, se pur molte cose sono cambiate, “Don Anselmo” era il mio bisnonno ed è grazie a lui e non solo, che oggi sono qui».
Soddisfazione è stata espressa dai titolari dell’azienda alle porte di Barile. «E’ un importante successo che – ha messo in evidenza Pierangelo Tommasi – premia in maniera netta il lavoro che da sempre l’azienda Paternoster fa nel Vulture e per il Vulture, un progetto nel quale la famiglia Tommasi crede da sempre per le sue infinite potenzialità. Il ‘don Anselmò è il simbolo dell’Aglianico del Vulture ed è l’ambasciatore del territorio nel mondo. Questo ci è chiaro da quando abbiamo affiancato la Paternoster alle altre tenute della famiglia Tommasi, in primis per l’Amarone. Abbiamo obbiettivi importanti da raggiungere ed investimenti ormai pianificati, come la ristrutturazione della villa e della cantina del barone Rotondo, strutture che saranno riportate alla bellezza di un tempo e entreranno a pieno diritto nel patrimonio da visitare nel Vulture, senza mai dimenticare l’obbiettivo produttivo e di assoluta qualità».
L’azienda Paternoster nasce a Barile nel 1925 ad opera di Anselmo Paternoster, ed è ora giunta alla quarta generazione. Conta 20 ettari tutti nel comune di Barile, cuore dell’Aglianico del Vulture, gestiti in regime biologico ormai da 15 anni. Nel 2016 la famiglia Tommasi acquisisce la maggioranza lasciando intatto l’assetto produttivo dell’azienda, dando però una maggiore forza commerciale. L’azienda, infatti, è arrivata ad esportare nei più importanti mercati del vino mondiali, quali America, Giappone, Canada e finanche Israele. Il 2022 è partito con progetti ambiziosi. A breve «inizieranno – è annunciato nel comunicato – i lavori di ristrutturazione della villa del barone Rotondo nel quale sorgerà un ristorante di lusso dove sarà possibile degustare tutti i vini del gruppo Tommasi ed infine i lavori di recupero dell’antica cantina del barone Rotondo, scavata a più di 30 metri sotto terra nel cuore della tenuta di villa Rotondo, dove sorge l’attuale cantina di produzione ed accoglienza».
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