Il centro oli di Viggiano
2 minuti per la letturaPOTENZA – È arrivata alle battute finali la discussione in Regione sul mini depuratore che Eni intende realizzare poco lontano dal Centro olio di Viggiano. Infrastruttura voluta per gestire la metà dei circa 1.700 metri cubi al giorno di acque fossili attualmente estratte assieme al greggio dal giacimento della Val d’Agri.
Acque che a oggi rappresentano il principale rifiuto prodotto dal Centro olio e per due terzi vengono ripompate nel sottosuolo attraverso il pozzo Costa Molina 2. Mentre il restante terzo è caricato su autobotti e spedito in vari impianti di depurazione, come quello di Tecnoparco a Pisticci.
MINI DEPURATORE ENI DI VIGGIANO, CONVOCATA LA CONFERENZA DEI SERVIZI
Nei giorni scorsi, infatti, è partita dal dipartimento Ambiente della Regione Basilicata la convocazione per una nuova seduta, il 25 gennaio, della “conferenza di servizi” allargata a enti e istituzioni competenti per prendere atto «degli esiti dell’istruttoria Arpab sulla tematica rumore, chiudendo, la fase Via (valutazione d’impatt ambientale, ndr) del procedimento istruttorio per il rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (P.a.u.r.)».
A meno di sorprese, quindi, potrebbe essere già quella l’occasione per il via libera ambientale al progetto. Progetto che poi verrebbe trasmesso alla giunta regionale per l’autorizzazione vera e propria. Dopo quasi 5 anni di discussioni al riguardo.
A fine ottobre, infatti, la conferenza di servizi aveva già affrontato tutta una serie di rilievi avanzati anche dalle associazioni ambientaliste, spaventate, tra l’altro, per le possibile conseguenze sulla qualità delle acque, destinate al consumo umano, raccolte nell’invaso del Pertusillo, due chilometri più a valle.
Al riguardo, però, erano state registrate le rassicurazioni degli esperti Eni. Questi avevano escluso anche la pericolosità dell’impianto rispetto alla radioattività delle sostanze trattate. Mentre la richiesta dell’Agenzia regionale per l’ambiente di controlli odorigeni era stata tradotta in una prescrizione che dovrebbe entrare a far parte del provvedimento di autorizzazione.
UNA INFRASTRUTTURA PARAGONABILE A QUANTO OCCORREREBBE AD UN PAESE DI 29MILA ABITANTI
«Ciascun ente convocato alla riunione – si legge nella comunicazione a firma del dirigente dell’ufficio Compatibilità ambientale, Maria Carmela Bruno, che è partita nei giorni scorsi dalla Regione – è rappresentato da un unico soggetto abilitato ad esprimere definitivamente ed in modo univoco e vincolante la posizione dell’ente stesso su tutte le decisioni di competenza della conferenza, anche indicando le modifiche progettuali eventualmente necessarie ai fini dell’assenso».
A regime il mini depuratore Eni, paragonabile per capacità a quello che occorrerebbe per un paese di 29mila abitanti, potrebbe azzerare il traffico di autobotti che quotidianamente trasportano le acque di scarto del Centro olio in alcuni depuratori autorizzati. Su tutti quello di Tecnoparco, a Ferrandina.
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