Rocco Leone e Vito Bardi
5 minuti per la letturaPOTENZA – Uno scontro con pochi precedenti nella storia del parlamentino lucano. Con l’ormai ex assessore alla sanità, Rocco Leone, che ha accusato il governatore Vito Bardi di averlo usato «come un pupo senza anima», lasciandolo «solo» nei momenti più bui della pandemia, a prendersi le colpe per gli errori dei direttori generali che gli erano stati imposti. Accuse rispedite al mittente da Bardi, che ha rivendicato la decisione di estrometterlo dalla nuova giunta e ha liquidato il tutto come «risentimento» personale. Quindi ha invitato il suo ex assessore, per coerenza, a dimettersi anche dal Consiglio regionale.
E’ iniziato così, ieri pomeriggio, il cammino del Bardi bis nell’aula Dinardo. Con un succinto intervento del governatore, che si è rivolto ai banchi dell’opposizione, come previsto, chiedendo i voti necessari a sopperire alle defezioni nella sua non-più-maggioranza. E poi il duro scambio di accuse con Leone, che ha portato alla chiusura anticipata della seduta. Dopo l’abbandono dell’aula da parte del governatore, irritato come non mai. Prima ancora che il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Coviello, prendesse la parola per formalizzare il passaggio all’opposizione suo e dell’altro meloniano, Piergiorgio Quarto. Uno strappo legato alla mancata conferma in giunta di Gianni Rosa, che di fatto, tolto anche Leone, lascia il governatore e i suoi assessori con soli 10 voti su 21, meno della maggioranza consiliare necessaria per il prosieguo dell’amministrazione regionale.
L’atto di accusa di Leone è arrivato, non del tutto inatteso, dopo l’approvazione di una mozione a prima firma di Coviello per permettere il suo rientro in aula. Senza attendere la presa d’atto della nomina della nuova giunta e delle modifiche alla composizione del parlamentino lucano.
L’ex assessore ha rimproverato al governatore di essere rimasto «un generale» mentre lui e il resto dei lucani si aspettavano «un leader». Quindi gli ha rinfacciato una serie di episodi in cui si sarebbe esposto personalmente per difenderlo. A partire dall’ultima campagna elettorale per le amministrative del Comune di Matera. Quando da assessore avrebbe difeso una bozza di riforma sanitaria non condivisa, che veniva strappata nelle piazze, e che lui avrebbe consigliato di tenere nel cassetto ancora un po’ proprio per evitare strumentalizzazioni elettorali.
Leone ha puntato il dito contro il governatore ricordandogli di aver accettato di buon grado l’imposizione dell’ex direttore generale del Dipartimento salute della Regione, Ernesto Esposito, che poi avrebbe deluso molte delle aspettative.
Quanto alla gestione della pandemia, in particolare, l’ex assessore ha riconosciuto un’iniziale sottovalutazione dei rischi. Ma ha anche aggiunto di non poter dimentare la solitudine in ufficio il giorno della domenica delle palme di quel terribile 2020. Quando soltanto il consigliere regionale Coviello si sarebbe ricordato di lui, alle prese con le mille incombenze dell’emergenza, portandogli «un piatto di pasta al forno cucinata dalla sorella».
«Contro la volontà di Esposito dissi che andava chiamato l’ingegnere Giuseppe Spera. Ma mi venne risposto che apparteneva all’altra parte politica». Così ancora Leone, chiamando in causa l’attuale direttore generale del San Carlo d Matera. «E alla fine è stato grazie a Spera che siamo riusciti a gestire il covid in maniera dignitosa se non più che sufficiente».
L’ex assessore ha aggiunto di essere stato sollecitato contro il suo volere a cacciare anzitempo l’allora direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio, suscitando una clamorosa levata di scudi da parte di sindacati e amministrazioni locali. Ha parlato dei ritardi sugli screening oncologici del Crob di Rionero, e delle lamentele sull’attuale direttore generale Gerardo Di Martino, scelto sempre da Bardi, che cadevano nel vuoto.
«L’unica scelta che mi è stata concessa – ha aggiunto -, è stata quella di Spera alla direzione generale del San Carlo. Dopo non so quante volte avessi detto che Barresi (Massimo, predecessore di Spera al San Carlo, ndr) non era una persona adatta». «La mia delusione non è solo politica, perché gli assessorati vanno e vengono, ma umana». Ha proseguito ancora Leone. «E’ stato un tradimento umano perchè lei – ha insistito rivolto a Bardi – è abituato a trattare gli uomini come un giocatore di scacchi». Un ultimo affondo, infine, l’ha lanciato sulla polemica con i medici di medicina generale che da assessore aveva criticato per essere venuti meno ai loro doveri nei primi giorni della pandemia.
«Alla fine il sottoscritto ha avuto ragione». Ha dichiarato Leone, sempre rivolto al governatore. «E tu invece di stringerti, mi chiamavi e mi bacchettavi. Mi dicevi: “non ti permettere”. Mentre i cittadini venivano abbandonati». Durante l’intervento di Leone ci sono stati momenti in cui il governatore pareva intenzionato a non fargli nemmeno finire il discorso. Subito dopo, quindi, è arrivata la sua replica. Bardi ha sostenuto che la nomina di Esposito fosse stata concordata, come pure quella di Spera al San Carlo. Il governatore, a seguire, si è detto «sconvolto» per le parole usate da Leone, «che dimostra di non essere stato all’altezza di fare prima l’assessore e credo che non sia neanche in grado di fare il consigliere (…) Se lei ora fosse stato assessore non avrebbe certo detto queste cose (…) E quella domenica delle palme sarà stata l’unica che ha trascorso in Dipartimento». «Lei si deve vergognare», ha concluso il governatore, sottolineando di «rispettare tutti ma pretendo rispetto da chi, solo perché non fa più l’assessore, si scaglia contro il presidente».
In precedenza Bardi, presentando la nuova giunta, aveva detto che «con oggi si apre di fatto la seconda parte di questa legislatura». Il governatore aveva anche messo in rapporto gli obiettivi del piano strategico regionale con quelli che il Pnrr vuole raggiungere in Basilicata e ha ricordato i primi atti del nuovo esecutivo, fra i quali i concorsi per oltre 200 posti in Regione. Bardi si era detto, inoltre, «dispiaciuto per non aver raggiunto in questa fase un accordo con Fratelli d’Italia».
«Considero però prioritarie sulle logiche dei partiti la necessità di dare risposte alla comunità regionale, ed in questo senso ritengo che taluni provvedimenti di interesse generale non potranno non avere un giudizio sereno e dunque non pregiudiziale dalle altre componenti di questo consiglio regionale. Motivo del mio impegno – aveva concluso – è fare accadere le cose, produrre fatti nel solo interesse dei lucani».
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