Vincenzo Barile
4 minuti per la letturaPOTENZA – Via dall’unità di crisi regionale anti – covid in polemica sulla chiusura delle scuole inferiori decisa domenica dal governatore Vito Bardi.
Ha presentato le sue dimissioni lunedì, via posta elettronica certificata, Vincenzo Barile, responsabile della piattaforma informatica regionale per la raccolta e l’elaborazione dei dati sulla pandemia in Basilicata.
Il radiologo dell’Asp, che si era già fatto notare per le visualizzazioni raggiunte dalla sua rubrica epidemiologica su Facebook, era stato cooptato all’interno dell’unità di crisi regionale agli inizi di aprile, all’apice delle polemiche sulla gestione dell’emergenza sanitaria scatenate dal decesso di alcuni pazienti rimasti per giorni in attesa di un tampone.
Nei mesi successivi, tuttavia, le tensioni con gli altri componenti dell’unità erano andate via via crescendo.
A ottobre, in particolare, i primi segnali della crisi si erano manifestati dopo la decisione del governatore di dichiarare due “mini zone rosse” a Tramutola e Marsicovetere. Poi è arrivata la lunga riflessione di Bardi sulla chiusura delle scuole inferiori, e domenica, poche ore prima della pubblicazione dell’ultima ordinanza del generale, lo strappo (LEGGI LA NOTIZIA). Con un post su Facebook in cui Barile evidenziava come le percentuali più alte di infezioni covid non siano concentrate tra la popolazione scolastica, ma tra quella «tra i 20 ed i 60 anni», e siano legate «al lavoro ed alla socialità». Sicché pensare di risolvere il problema dei contagi in aumento chiudendo le scuole inferiori non sarebbe una risposta basata sulla scienza, bensì il frutto di una mediazione politica e ragionamenti d’opportunità e convenienza sotto tutt’altri aspetti.
Nella sua lettera di dimissioni dall’unità di crisi (a far data dal 1 dicembre), pubblicata ieri da Angeloma.it, Barile non ritorna sulle singole questioni alla base del suo dissenso. D’altro canto evidenzia di aver ultimato l’implementazione di un sistema informatico di estrazione automatica dei risultati dei tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. Quindi aggiunge di ritenere esaurito il suo compito, dal momento che la sua funzione è stata limitata alla predisposizione del bollettino epidemiologico diffuso quotidianamente da via Verrastro, «senza alcun mandato di analisi a fini programmatori». Un modo garbato per evidenziare di non essere stato interpellato in alcun modo in merito alle scelte compiute di recente dai vertici regionali.
Immediata la replica dalla maggioranza che sostiene l’amministrazione regionale, che attraverso il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha censurato in maniera netta le esternazioni del dirigente medico dell’Asp.
«Avrebbe potuto mantenere un atteggiamento più equilibrato e onesto nel rilasciare dichiarazioni critiche agli organi di stampa». Così i forzisti per cui esisterebbero «verbali delle riunioni», da cui emerge che «le scelte del presidente Bardi nascono dall’ascolto e dal confronto con i tecnici che sin dall’inizio dell’emergenza hanno affiancato il dipartimento sanità fornendo dati e consulenze competenti sulla materia».
Ieri la scelta di chiudere le scuole inferiori è stata rivendicata anche dall’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, che ha pubblicato su Facebook un grafico con l’andamento dei contagi per fasce d’età a livello nazionale.
«La nostra decisione – ha spiegato – scaturisce dalla valutazione dell’andamento dei contagi nei bambini da 6-14 anni come evidenziato nelle curve (colore arancione). Ad un certo punto si nota che due curve si incrociano ed i bambini da 6-14 anni si contagiano di più rispetto ai ragazzi dai 14 anni in su. Pur non sviluppando la malattia, questi ragazzi rappresentano una fonte di contagio per gli altri, sopratutto per le fasce più a rischio, cioè i nonni».
«Questa scelta – ha aggiunto ancora Leone – è stata condivisa con tutti i componenti dell’unità di crisi dove erano presenti il presidente dell’Anci, i sindaci di Matera e Potenza, i presidenti delle due province, i prefetti, ed un consigliere in rappresentanza dell’opposizione. L’ultima valutazione che bisogna fare è che già 24 sindaci avevano deciso di loro spontanea volontà di chiudere le scuole, quindi questa decisione serve anche per evitare decisioni a singhiozzo che nulla hanno a che fare con il freno dell’epidemia».
Da Roma, tuttavia, ieri è tornata a farsi sentire sul tema anche la sottosegretaria lucana allo Sviluppo economico Mirella Liuzzi, che è stata tra i primi a criticare la chiusura delle scuole in Basilicata.
«Il governatore Bardi deve ritirare l’ordinanza di chiusura delle scuole – ha scritto in un post su Facebook Liuzzi -, anche a fronte delle parole del presidente del Consiglio superiore della sanità che oggi dichiara “non esiste nessuna correlazione di responsabilità fra riapertura delle scuole e ripresa della curva dei contagi perché la correlazione non ha basi scientifiche”».
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