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Belvedere Postiglione, il centrodestra attacca il partito di Schlein per le ambiguità sull’intitolazione Santarsiero (PD) rompe il silenzio di consiglieri e assessori e replica: «Diteci voi se siete a favore o no»


POTENZA – Risolvere le ambiguità che inquinano il dibattito pubblico sull’intitolazione del belvedere di Montereale all’imprenditore radiofonico Bonaventura Postiglione. Dopo il riemergere dei suoi trascorsi politici con i neofascisti di Forza Nuova, e le smentite sulla primogenitura nazionale delle radio libere.
È questo il tema al centro del botta e risposta che si è innescato sulla delibera con cui la giunta guidata dal sindaco Vincenzo Telesca ha dedicato un luogo pubblico alla memoria del fondatore di Radio Potenza Centrale, e del suo gruppo editoriale locale di riferimento. Delibera portata in giunta da un assessore del Pd, Roberto Falotico, e votata anche da altri due assessori del Pd, Gerardo Nardiello e Loredana Costanza. Mentre le centriste Federica D’Andrea (Area civica) e Angela Lavalle (Grande Lucania) sono risultate assenti al momento del voto.

A puntare il dito sulle contraddizioni del partito di Elly Schlein gli esponenti della minoranza consiliare, di centrodestra, con una nota intitolata “Il silenzio assordante del Pd: una farsa in tre atti”. Nota a cui ha replicato a stretto giro l’ex sindaco ed ex presidente del Consiglio regionale Vito Santarsiero, che è anche componente della direzione nazionale del Pd in quota Schlein. Rilanciando la palla nel campo avverso e rompendo il silenzio sulla questione di assessori e consiglieri comunali. Dopo il documento con la richiesta di revoca dell’intitolazione sottoscritto dal segretario regionale dem, Giovanni Lettieri, assieme ai vertici di M5s, Avs, Cgil e una quindicina di altre sigle e associazioni.

«Si apre il sipario su un nuovo capitolo tragicomico nella saga infinita del Partito democratico, che sembra aver scelto il ruolo di protagonista in una commedia dell’assurdo». Questo l’incipit, ironico, degli esponenti del centrodestra cittadino che hanno intitolato il primo atto della commedia potentina ispirata dalle polemiche sul belvedere Postiglione: «la giunta silenziosa».

«Una giunta composta da ben tre membri riconducibili al Pd, tra cui l’assessore Costanza, figura di rilievo nella comunicazione di Arcigay Basilicata, che approva la delibera senza esitazioni, mentre l’associazione Arcigay chiede il ritiro? Una contraddizione che rasenta la dissociazione politica e istituzionale». Incalza il centrodestra potentino. «Appare evidente che il Pd abbia sposato la causa senza alcun tentennamento. Il sipario cala su un silenzio inquietante. Nessuna dichiarazione ufficiale, nessuna presa di posizione pubblica. Una contrarietà simulata per convenienza? Un gioco di ombre che lascia spazio a interpretazioni maliziose?»

Si intitola «la base in rivolta», invece, il secondo atto della “commedia”.
«Dal pubblico, il mormorio si fa assordante: la base del Pd preme affinché si faccia un passo indietro». Così ancora la nota dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati, Orgoglio Lucano e Potenza Civica. «Ma il partito, come un attore stanco delle critiche, sceglie di ignorare le voci che si levano dagli spalti. Silenzio su silenzio, mentre si finge di non vedere la frattura ormai evidente tra la dirigenza e il suo stesso elettorato».
«È chiaro che il Pd non tornerà sui suoi passi». Incalzano ancora dal centrodestra. «Forse perché quella contrarietà di cui si vocifera non è mai stata reale. Ma solo una farsa per guadagnare tempo e evitare di affrontare il dissenso».

Si intitola «la farsa finale», quindi, l’atto terzo della “commedia” sul belvedere.
«Il Partito democratico, ormai maestro nell’arte della delusione, tradisce ancora una volta». Sentenziano dall’opposizione. «Non solo i suoi elettori, ma anche la propria base, smarrita e abbandonata dalla classe dirigente che avrebbe dovuto rappresentarla. La coerenza non è più un valore, ma un’arma da brandire contro chiunque osi dissentire. Un finale di arroganza e opportunismo”».

Quasi immediata, quindi, la replica di Santarsiero che su Facebook ha chiesto al centrodestra di fare chiarezza a sua volta sul tema. Dichiarando una volta per tutte se sostiene o meno l’intitolazione a Postiglione che venne già proposta nella scorsa consiliatura dall’allora consigliere Telesca. Ma incontrò la resistenza dell’allora sindaco Mario Guarente. Mentre altri esponenti della maggioranza dell’epoca sarebbero stati oltremodo propensi ad appoggiarla dati i buoni rapporti soprattutto con gli eredi di Postiglione. Prima che riemergessero i trascorsi con Forza Nuova dell’imprenditore.
«Vero. Il Pd è rimasto molto silenzioso in tale vicenda ed avrebbe dovuto urlare su un tema che tocca la propria identità e le proprie radici più profonde». Questa la premessa dell’ex sindaco, che è entrato in contrasto con Telesca e la sua amministrazione, per ragioni varie, poco dopo l’insediamento.

«Ma anche il centro destra non è stato da meno – ha proseguito Santarsiero – . Anche lui molto e più silenzioso, (nonostante il “no” alla mozione di Telesca) su un tema per loro molto delicato».
Per chiarire il concetto il presidente del parlamentino lucano ha pubblicato a corredo del suo post una foto del segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, che nei giorni scorsi è intervenuto per rivendicare il percorso politico compiuto al fianco di Postiglione. Smentendo la narrazione dei suoi postulatori che lo vorrebbe di idee politiche tutto sommato moderate.
«Una posizione chiara e netta – ha concluso Santarsiero – aiuterebbe a rimuovere ogni equivoco sul rispetto dei valori costituzionali che molti mettono in discussione proprio per la vicinanza a forze estreme come Forza Nuova».

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