Maura Locantore
7 minuti per la letturaPOTENZA – Impallinata dai «veti» di chi «non ha voti», quando la sua candidatura alla segreteria regionale del Partito democratico lucano pareva cosa fatta, e con buone probabilità di successo. Ma già proiettata a una possibile ri-candidatura alla segreteria provinciale della Federazione di Potenza, anche per portare avanti quel percorso di riconciliazione con gli ex compagni di Articolo Uno, già avviato in occasione delle “agorà” organizzate a Melfi e Brienza.
Non si nasconde più Maura Locantore, segretaria provinciale uscente del Pd potentino. Dopo la grande delusione per la candidatura alla segreteria regionale sfumata all’ultimo minuto, e la rivalsa arrivata con l’esplosione del caso liste. Quando per qualche ora si è ritrovata da sola, con la sua lista, a tenere “in vita” la candidatura alla segreteria del “lettiano” Raffaele La Regina. Fino alla “sanatoria” decisa a maggioranza dalla commissione di garanzia congressuale per cui ieri è stato depositato il ricorso dell’altra candidata alla segreteria, la sindaca di Genzano Viviana Cervellino.
Segretaria per una notte. Le è passata l’amarezza per la candidatura alla guida del partito regionale sfumata all’ultimo minuto?
«Simpatica l’espressione per una notte come finestra temporale relativa all’ipotesi di una mia candidatura considerando che segretaria lo sono già da qualche anno, ma al di là della mia ironia mi consenta di ringraziare, nonostante alcune polemiche stucchevoli, il suo giornale per il rigore e l’onestà mostrata nei giorni precedenti la formalizzazione delle candidature e mi scuso pubblicamente per la mia reticenza a rilasciare dichiarazioni. Al di là di ogni narrazione, non ho provato alcuna amarezza né alcuna mestizia e lo dimostra la mia scelta consapevole di capeggiare una delle liste a sostegno di Raffaele, un giovane dirigente che negli ultimi anni mi è stato molto vicino e che stimo molto sia per le sue qualità umane che politiche».
Cosa le ha fatto più male? I veti sul suo nome, o l’arrendevolezza di chi avrebbe potuto difenderla e invece ha sostenuto, più o meno in buona fede, che fosse necessario perseverare nella ricerca dell’unità tra le varie anime del partito? D’altronde è stata una ricerca che è terminata nello stesso istante in cui lei ha fatto un passo indietro.
«Mi ha fatto più male la delusione manifestatami da tanti segretari e amministratori, con cui abbiamo condiviso battaglie e vissuto momenti di confronto politico in questi lunghi anni di commissariamento, che, nelle ore immediatamente successive alla presentazione delle candidature, mi hanno accusato proprio di essermi arresa, ma per fortuna tante e tanti fra loro oggi concorrono e si sono candidati nella lista PdPossimità. Per quanto riguarda i veti in politica le rispondo con un’espressione cara a un vecchio dirigente del mio partito che asseriva sempre che pongono veti coloro che non hanno voti; mentre nello specifico di alcuni veti sul mio nome non ho una spiegazione ragionevole e forse dovrebbe chiedere a quelli che oggi sono addirittura miei alleati nel sostenere La Regina, tanto quanto interrogare chi usava il tema dell’unità per mera tattica cosa abbia fatto concretamente per costruirla».
Pensa di essere stata discriminata in quanto donna?
«Mi creda: no. E sarebbe ingiusto usare strumentalmente il tema di genere soprattutto per rispetto nei confronti di quelle donne che subiscono quotidianamente delle discriminazioni, in politica come nel mondo del lavoro. Per quanto mi riguarda sono stata infastidita da alcune ricostruzioni o analisi messe in campo con il solo scopo di demolire un lavoro fatto, certo perfettibile e migliorabile, per ridare credibilità al Partito democratico. Confido molto nel valore che ha il tempo per restituire, anche in termini di consenso, ciò che si è fatto nel periodo più buio del partito lucano».
Contro di lei sono state dette tante cose. Inclusa che fosse una candidata imposta da Roma. E’ vero?
«Le giuro che non ho incontrato un nostro iscritto o un nostro elettore che in queste ultime settimane mi abbia chiesto se quello o quell’altro candidato fosse più o meno amico del segretario Letta o di qualche altro esponente del gruppo dirigente nazionale. E’ davvero un processo inutile quello di cucire addosso le etichette e interessa solo il ceto politico, a dire il vero una microscopica parte di ceto politico».
Però si rende conto che è strano che esploda un caso sulle irregolarità nelle liste di aspiranti a un posto nella nuova assemblea regionale, e delle 2 liste immuni una sia proprio la sua. Lei non crede ai complotti?
«Non faccio mai della dietrologia la cifra del mio agire politico, figurarsi se credo ai complotti. La lista che abbiamo costruito insieme all’onorevole De Filippo, oltre che essere stata dichiarata immune da difformità, rappresenta un vero cambio di passo del Pd di domani: ci sono tanti segretari di circolo, molti amministratori, il segretario provinciale di Potenza dei Giovani democratici, donne e uomini che credono nel nostro partito e altrettanti rappresentanti del mondo del lavoro o dell’associazionismo che si sono tesserati con la voglia di candidarsi nel momento più importante per un partito che è il suo congresso».
Uno dei due candidati alla segreteria ha annunciato ricorso alla commissione nazionale di garanzia denunciando un’applicazione delle regole a favore dell’altro candidato, Raffaele La Regina, che è quello che appoggia anche lei. Il senatore Salvatore Margiotta ha chiesto a Letta di intervenire e ha insistito contro candidati e schieramenti decisi da Roma. Se l’aspettava un congresso così animato?
«Se le facessi l’elenco dei ricorsi che si presentano durante la fase congressuale in Italia e ancor più nel Mezzogiorno, staremo qui fino a domani. Viviana Cervellino può ricorrere legittimamente alla commissione nazionale tanto quanto Salvatore Margiotta ha tutto il diritto di rivolgersi al segretario Letta. Con molta umiltà sarebbe stato auspicabile che entrambi lo avessero fatto con metodi differenti e toni meno aggressivi».
Ma le piace il dibattito congressuale che si è acceso tra i due candidati alla segreteria regionale: Viviana Cervellino e Raffaele La Regina?
«Ho letto con attenzione le mozioni congressuali e alcune interviste che hanno rilasciato alla stampa locale come ho seguito alcuni momenti di confronto fra i due candidati e rilevo delle differenze sostanziali nell’idea che Viviana e Raffaele hanno del Partito: emerge nel primo caso l’idea di governare e basti pensare alla citazione di Kant scelta da Viviana, dall’altro l’idea di guidare che è emblematica nella scelta di riportare gli struggenti versi di Scotellaro. Sono sicura che nei prossimi giorni questa loro differente impostazione verrà argomentata meglio intorno ai temi politici e ne deriverà, un po’ come è accaduto sul piano nazionale, un interessante dibattito intorno alla forma partito. Confido molto, soprattutto per i nostri tanti iscritti e militanti, che si dismettano i panni della polemica e si riprenda un cammino congressuale più sano».
Chi sarà il prossimo segretario cittadino di Potenza?
«Non ho il potere della chiaroveggenza, per cui non so dirle chi sarà il prossimo segretario (ride, ndr); di sicuro il profilo della candidata o del candidato alla segreteria cittadina deve essere coerente con il progetto politico del candidato che sostengo a segretario regionale».
Tornerà a candidarsi alla segreteria provinciale?
«Ci penserò a tempo debito».
Secondo lei il prossimo segretario regionale, così come i due segretari provinciali, dovranno candidarsi alle prossime elezioni politiche e regionali?
«Non mi appassiona il tema di chi fa cosa, piuttosto di cosa facciamo insieme. Come ho detto in molte altre occasioni, il congresso del Pd deve essere un momento rifondativo nel merito e nel metodo. Ma il congresso del Pd deve necessariamente gettare le basi per costruire, o se vuole fortificare, quel campo largo delle forze democratiche e progressiste in cui il Partito democratico sappia essere il partito della coscienza, della conoscenza e dell’accoglienza».
Ma non era meglio rinviarlo questo congresso regionale aspettando il ritorno di Roberto Speranza e degli ex compagni di ArticoloUno, come suggeriva uno storico dirigente del Pd, quale è Erminio Restaino? E’ stato appena presentato un documento di 150 giovani che bussano alla porta delle “Agorà democratiche”.
«Ho letto con interesse il manifesto per una Basilicata giovane e sociale e credo che sia un ottimo punto di partenza per aprire una riflessione più ampia. Peraltro non le nascondo che l’ho trovato più convincente di quanto mi aspettassi. Per fortuna mi interfaccio quotidianamente con i ragazzi, ultimamente poi mi capita con maggiore frequenza di confrontarmi, per via del mio nuovo incarico, con gli studenti europei più che con quelli italiani e lucani e mi manca molto quell’idea di sogno che, per storia e cultura, hanno i nostri giovani. Sarebbe bello discutere di questo e molto altro in un’Agorà, dopo le due che abbiamo già svolto anche con il contributo delle altre forze politiche a Melfi e Brienza, e sono certa che tale percorso di condivisione tematica più che organigrammatica ridarebbe il giusto senso e significato ad un ritorno nel Pd».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA