Pasquale Pepe (Lega) durante una seduta a Palazzo Madama
2 minuti per la letturaFORZA Italia a Potenza come Italia Viva a Roma? Aprire una crisi nel momento meno opportuno è, anche secondo il senatore Pasquale Pepe, un segnale sbagliato che si dà ai cittadini, ma – aggiunge l’esponente della Lega – «il paragone non mi sembra appropriato».
Certo «bisogna uscire subito dall’angolo e dare risposte ai lucani, che non meritano un rallentamento dell’azione di governo regionale. Hanno votato in modo rivoluzionario, dunque bisogna trottare, lavorare, lavorare, lavorare per loro…», incalza Pepe.
Il sindaco di Tolve evita però l’attacco frontale agli alleati di Fratelli d’Italia (dall’assenza di Giovanni Vizziello nel consiglio di venerdì scorso nascono le dimissioni dell’assessore Cupparo, la mattina dopo) e ribadisce l’invito a rimanere compatti: «Bisogna restare accanto al presidente Bardi, lavorare per il cambiamento, riempire il Consiglio regionale di contenuti. Quella di venerdì è stata una triste seduta, dal momento che non è stata votata una legge che riguarda centinaia di lavoratori lucani. Una situazione inaccettabile, che potrebbe avere un impatto sociale devastante».
Secondo Pepe «non è la prima volta che la seduta si scioglie per mancanza di numero legale, ma mai come adesso serve un elevatissimo senso di responsabilità: stare seduti in Consiglio regionale – aggiunge il senatore – è un onore, si può perdonare un lavoratore nei campi o nei cantieri che si assenta per motivi di salute, non chi non si presenta in aula senza giustificazioni. Tra l’altro quella di venerdì era una riunione da remoto. Non mi sembra un lavoro usurante, è una fortuna e un onore sedere lì, forti del consenso popolare: una missione da portare avanti con passione ed entusiasmo, h24».
Pepe dribbla la domanda sul toto-nomi («Posti e sotto-posti da assegnare sono l’ultimo dei problemi, certo la riunione convocata da Bardi è doverosa») e nega anche la tirata d’orecchi agli alleati di FdI: «Non erano le uniche assenze…». Per la cronaca, alla votazione dell’emendamento di Acito (FI) sull’Asi, gli altri 8 consiglieri presenti erano Aliandro, Baldassarre, Bellettieri, Cariello, Coviello, Piro, Quarto e Sileo.
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