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Il consiglio regionale lucano

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Gelo nella politica lucana sull’incarico per l’ex governatore Pittella da specialista ambulatoriale


Quattro anni fa, quando aveva ricevuto un incarico simile un consigliere regionale al primo mandato come Giovanni Vizziello, all’epoca ancora in Fratelli d’Italia, le proteste erano state tali, da sinistra, da convincerlo a rinunciare. Quattro anni dopo è calato il gelo quando la storia si è ripetuta con l’ultimo governatore di centrosinistra, nonché decano e presidente in carica del parlamentino lucano, Marcello Pittella (Azione). Tanto più che in vista delle prossime elezioni comunali materane qualcuno lo considera il possibile ago della bilancia, e gli ex compagni sarebbero ben lieti di “strapparlo” al centrodestra.

IL SILENZIO SUL CASO PITTELLA


È stata accolta con un silenzio oltremodo curioso la notizia sul reclutamento di Pittella come nuovo specialista ambulatoriale di Urologia dell’Azienda sanitaria provinciale di Potenza. Un silenzio sorprendente rispetto ai toni assoluti utilizzati nel 2021 per il cosiddetto “caso Vizziello”. Mentre ai piani alti del parlamentino lucano si intensificava il lavoro per una mediazione diplomatica quasi bipartisan. Per disinnescare la richiesta di dimissioni in partenza dal Movimento 5 stelle. Fino all’annuncio di una possibile richiesta di aspettativa dell’ex governatore.
«Solo pochi giorni fa, il presidente Bardi aveva annunciato una nuova stagione di concorsi pubblici in Basilicata ed in particolar modo nell’ambito sanitario per incrementare la presenza operativa di medici ed infermieri. Tutto ci saremmo aspettati tranne scoprire che un consigliere regionale in carica ha assunto l’incarico a tempo indeterminato nell’azienda sanitaria di Matera come dirigente (…) Ma è davvero questo il tanto propagandato cambiamento del centro destra lucano?

LE POLEMICHE SUL CASO VIZZIELLO

Chiediamo al presidente Bardi e all’assessore Leone: non provate un po’ di vergogna?». Queste erano state le parole affidate a una nota dal Pd materano sull’incarico a Vizziello, nel 2021.
Altrettanto duri i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci.
«Tutto perfettamente nella norma, ma l’inopportunità della partecipazione all’avviso pubblico da parte del consigliere meloniano è palese». Avevano sostenuto i tre pentastellati. «Non ci resta che prendere atto che per alcuni esponenti di maggioranza questa esperienza in Consiglio regionale rappresenta una vera e propria opportunità per assicurarsi un posto al sole per gli anni a venire (…) In passato abbiamo provato a scardinare questo tipo di assunti culturali pur andando contro anche a nostri eventuali interessi. Per gli altri purtroppo non è così».

L’INTERROGAZIONE DI CIFARELLI SU VIZZIELLO


L’allora capogruppo Pd Roberto Cifarelli, che oggi siede la II commissione consiliare presentò persino un’interrogazione sull’incarico affidato a Vizziello. Poi transitato nel gruppo Misto e rieletto ad aprile dell’anno scorso nel centrosinistra. Dopo essersi candidato nella lista degli ex laici cattolici lucani, Basilicata casa comune.
Cifarelli aveva parlato di «una vicenda senza precedenti», che sapeva tanto di «casta predatrice».
«Un consigliere regionale che partecipa ad un concorso espletato da un soggetto giuridico (Asm) controllato dalla Regione stessa rappresenta un’anomalia oppure una singolarità amministrativa sulla quale riflettere e chiedere chiarimenti». Aveva aggiunto. «Senza nulla togliere alla professionalità del dottor Vizziello, questa sovrapposizione pare quanto meno inopportuna e su questo stiamo predisponendo una interrogazione al presidente, nella speranza di ricevere una risposta. Ricordando a tutti che ricoprire una funzione di rappresentanza politica ed istituzionale impone scelte e sacrifici personali coerenti con l’etica pubblica conclamata».

L’INDIGNAZIONE DI BARDI SUL CASO VIZZIELLO


L’indignazione montata per il caso Vizziello aveva convinto persino il governatore Vito Bardi a intervenire in Consiglio regionale con un richiamo alla sua maggioranza a un maggiore richiamo etico nei loro comportamenti.
«Chi riveste incarichi istituzionali ha il dovere di non scadere mai». Questo il concetto su cui Bardi si era soffermato a lungo nell’aula Dinardo.
«Non basta il rigido rispetto formale delle regole, il non avere procedimenti giudiziari o avere “le carte a posto”, come si dice spesso nella pubblica amministrazione». Aveva proseguito ancora il governatore. «Chiunque ha un ruolo pubblico, e non mi riferisco solo a questo consiglio regionale, ha il dovere di essere esempio. E’ un principio e un valore che deve valere per tutti coloro che rivestono ruoli pubblici nella nostra Basilicata. E’ una questione di etica e anche di estetica pubblica».


«La stragrande maggioranza dei lucani vuole una classe dirigente che sia all’altezza dei compiti e dei ruoli». Aveva aggiunto ancora il governatore. «Essere classe dirigente – ha rimarcato il Presidente della Regione Basilicata – non comporta solo onori, ma è soprattutto un onere, da sopportare con fatica, dedizione ed esempio».
A distanza di qualche giorno il caso Vizziello era ritornato in aula per un supplemento di discussione nel quale Bardi avrebbe denunciato anche la «doppia morale» di chi è sempre pronto a denunciare i nemici ma fatica a riconoscere gli errori di quanti gli sono più vicini.

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