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Il belvedere di Montereale coperto di neve

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Belvedere Postiglione. Il centrodestra cavalca le tensioni in maggioranza sull’intitolazione all’imprenditore radio


LA SINISTRA potentina «tra la lotta e il governo si è lasciata sedurre dal potere e ha scelto il governo». Per di più in maniera «opportunistica», perché per vincere le elezioni si è abbracciata alla «famiglia», e al gruppo editoriale, dei Postiglione. Ma ora ne ha preso le distanze perché sono riemerse le frequentazioni neofasciste del fondatore.
È un dito nella ferita quello infilato, ieri, dal centrodestra cittadino, tornando sul caso scatenatosi sull’intitolazione a Bonaventura Postiglione del belvedere di Montereale. Con la decisione della giunta comunale guidata dal sindaco Vincenzo Telesca, presentatosi agli elettori come «civico di centrosinistra», sconfessata a Pd, M5s, Avs e una ventina di altri partiti e associazioni di area. Più il fallimento di almeno un paio di tentativi di ricompattare la maggioranza per procedere con la scopertura della targa.

BELVEDERE, LA PRESA DI POSIZIONE DI FDI, FI, LEGA


«Il candore della neve, che in questi giorni avvolge il paesaggio di Potenza non riesce a coprire le fratture e le debolezze che attraversano il Partito democratico in Basilicata e la sinistra radicale di Basilicata Possibile».
Così la nota sottoscritta ieri da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi moderati, Orgoglio Lucano, Potenza Civica e Fanelli Sindaco, per cui dietro il «silenzio assordante» dei democratici «si cela una crisi profonda, ideologica e finanche opportunistica».
Gli esponenti del centrodestra cittadino strizzano l’occhio agli eredi di Postiglione, che oggi guidano il gruppo editoriale di famiglia, e che in occasione delle ultime consultazioni cittadine hanno sostenuto la corsa alla fascia tricolore di Telesca. Nonostante le ben note affinità col centrodestra testimoniate dalla candidatura di Giuseppe Postiglione, nel 2014, in una delle liste del candidato FdI Dario De Luca. Poi eletto primo cittadino.
«La presa di distanze dall’intitolazione del belvedere di Montereale a Postiglione è un malcelato tentativo di indebolire il governo della città». Questa la tesi dell’opposizione, per cui il tentativo in questione sarebbe anche «irrispettoso verso una famiglia, quella dell’editore lucano, risultata determinante per la vittoria elettorale del sindaco Telesca». Sebbene quest’ultimo continui a negare che l’intitolazione sia proprio una cambiale elettorale da pagare ai familiari dell’imprenditore radiofonico scomparso nel 2013.
«Il silenzio dei rappresentanti istituzionali del Pd, che tenta di esistere resistendo a sé stesso, è inoltre foriero di riflessioni politiche». Proseguono ancora dal centrodestra che a giugno dell’anno scorso si è visto sopravanzare da Telesca al ballottaggio, restando fermo al 35% di consensi contro il 65% dell’avversario.
«I consiglieri comunali tesserati del Partito democratico e di Basilicata Possibile, Angela Blasi, Mirko Giordano e Micaela Triunfo, Giuseppe Biscaglia benché formalmente rappresentanti dei partiti, hanno scelto di sottrarsi al dibattito politico, rimanendo in un silenzio assordante su questioni fondamentali, come la delibera sulla titolazione del belvedere». Insistono dall’opposizione. «Questo atteggiamento, che ricorda quello degli “angeli che non furon ribelli né fedeli, ma per sé furono”, ha contribuito a un’inazione opaca, incapace di rispondere alle necessità della città e di affrontare le decisioni cruciali con determinazione. Ma il problema non si limita al silenzio di alcuni consiglieri. Questo episodio riflette una crisi più ampia e radicata nella debolezza generale della sinistra cittadina».
«La mancanza di visione, di dialogo e di responsabilità condivisa svuota la politica del suo significato più profondo: essere al servizio della comunità, rispondendo alle reali esigenze della cittadinanza e promuovendo un governo responsabile e inclusivo». Così la conclusione della minoranza, per cui «questo triste spettacolo offerto dalla maggioranza di centro-sinistra al Comune di Potenza ricorda sempre più la trama di un film neorealista italiano».
l.a.

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