Il comune di Potenza
3 minuti per la letturaLa sfida elettorale a Potenza, candidati a caccia sul territorio a meno di due settimane dall’apertura delle urne, Telesca punzecchia Fanelli. Smaldone evita la baruffa
POTENZA – Meno di due settimane all’apertura delle urne. E la temperatura della campagna elettorale nel capoluogo continua a salire.
Sono ore concitate quelle dei candidati in pista a Potenza per la fascia tricolore, e i 32 seggi da assegnare all’interno del nuovo consiglio comunale.
A tenere banco sono le schermaglie tra i due candidati col favore degli ultimi sondaggi diffusi prima del divieto di pubblicazione. Vale a dire il leghista Francesco Fanelli, alla guida di una coalizione di centrodestra allargata a renziani e calendiani sul modello di quella sperimentata con successo alle regionali, e Vincenzo Telesca, sostenuto dalla maggioranza del Pd, centristi vari, e gli ex laici cattolici di Basilicata casa comune.
A dare lo spunto per l’ultimo affondo di Telesca all’assessore regionale alla salute uscente, venerdì sera, è stata l’assenza di quest’ultimo all’incontro con i candidati sindaci organizzato dalle associazioni del centro storico cittadino. Un’assenza che per Telesca testimonierebbe «il disinteresse del duo Guarente-Fanelli per il cuore pulsante della nostra città».
«Il centro storico merita di rinascere e di tornare a essere il fulcro del nostro commercio e della nostra vita sociale». Ha aggiunto il candidato sindaco. «Negli ultimi cinque anni, la Lega Nord ha abbandonato il centro storico, lasciandolo in uno stato di degrado e abbandono. L’assenza di Fanelli all’incontro con i cittadini è solo l’ennesima prova della loro indifferenza verso le vere esigenze della nostra comunità e che la sua intenzione è continuare nel solco disastroso di Guarente: far fallire la città, come ha fatto con la Sanità in Regione».
Indiretta la replica dell’assessore regionale alla Salute uscente, che sulla sua bacheca Facebook ha condiviso foto di incontri nelle contrade. Lì dove 5 anni fa ha costruito la sua vittoria il primo cittadino uscente, Mario Guarente.
Ieri, invece, Fanelli si è intestato uno dei successi dell’amministrazione comunale uscente, che è il titolo di città dei giovani 2024 conferito a Potenza da Consiglio dei Giovani, Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio e l’Agenzia Italiana per la gioventù.
«La nostra città ha un potenziale enorme». Ha dichiarato Fanelli. «Un capitale umano e culturale che troppe volte non è stato valorizzato. Cambiare questo paradigma è per me, per noi, un dovere. Lo dobbiamo ai nostri giovani che sono il presente e non, come tutti dicono, il futuro della nostra città. Vogliamo trasformare Potenza nella città delle opportunità. Vogliamo farlo con i fatti, non a parole. Lo abbiamo già dimostrato aprendo in città il Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, dando ai nostri giovani la possibilità di formarsi e restare sul territorio. E’ così che si contrasta lo spopolamento».
Continuano a chiamarsi fuori dalle baruffe, invece, gli altri tre candidati: Pierluigi Smaldone, candidato di una minicoalizione civica a guida Movimento 5 stelle e Verdi; Francesco Giuzio, sostenuto da La Basilicata possibile; e Maria Grazia Marino, a capo della lista Forza del popolo.
«Io credo nella politica dei sorrisi e delle strette di mano». Ha dichiarato ieri Smaldone dalla sua bacheca Facebook. «Credo che un linguaggio gentile sia meglio di un insulto volgare».
Della necessità di una scuola veramente inclusiva, invece, ha parlato Giuzio, commentando la presenza a Potenza, per la Giornata dello studente, di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international, e ricordando le proposte portate al riguardo da Basilicata possibile.
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