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Il comune di Potenza

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Sono 490 i candidati alla carica di consigliere per le comunali a Potenza ripartiti in 17 liste a sostegno dei 5 aspiranti sindaci


DICIASSETTE liste per 5 candidati sindaci e 490 aspiranti per i 32 seggi in consiglio comunale in palio. Uno ogni 137 aventi diritto al voto. Si sono chiusi così, ieri mattina, gli schieramenti in vista delle consultazioni del 8 e del 9 giugno a Potenza. Il più importante dei 52 centri lucani dove i cittadini saranno chiamati a rinnovare le amministrazioni comunali. L’unico, peraltro, dove si andrà al ballottaggio, il 22 e il 23 giugno, se al primo turno nessuno dei candidati sindaci supererà il 50% dei consensi.

A scendere in campo saranno: Francesco Fanelli (7 liste), Pierluigi Smaldone (3 liste), Vincenza Telesca (5 liste), Francesco Giuzio (1 lista), Maria Grazia Marino (1 lista). Cinque anni fa i candidati sindaci erano stati 5, sostenuti da 14 liste e 423 aspiranti consiglieri. Nelle due precedenti competizioni, invece, i candidati sindaco erano stati 7 con un numero di aspiranti consiglieri ben più alto: 639 nel 2014, e 750 nel 2009.

Era il vincitore annunciato della “guerra delle liste” di Potenza il candidato sindaco del centrodestra, Francesco Fanelli. In vista del voto dell’8 e del 9 giugno. Ma in pochi avrebbero immaginato per un distacco come quello che si è concretizzato ieri mattina. Riaccendendo le speranze di quanti sperano di chiudere la partita già al primo turno. Evitando un ballottaggio ad alto rischio come quello di 5 anni fa. È questa la fotografia delle forze in campo alla partenza, ufficiale, della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione regionale del capoluogo.

A tradire le aspettative alimentate nei giorni scorsi è stato soprattutto lo schieramento di forze recuperato dai 3 candidati di centrosinistra, dopo la decisione di correre divisi. Una decisione che a un certo punto è stata giustificata proprio per il rispetto dovuto alle centinaia di aspiranti consiglieri comunali pronti a camminare sul fuoco, in particolare, per il candidato di Pd ed ex laici cattolici di Basilicata casa comune, Vincenzo Telesca, e quello di Verdi e Movimento 5 stelle, Pierluigi Smaldone. Salvo che alla prova dei fatti le annunciate cinque liste di aspiranti consiglieri comunali a sostegno del primo si sono rivelate mancanti di una ventina di nomi. Mentre le 3 annunciate dai sostenitori di Smaldone prima ancora dell’accordo con i 5 stelle, si sono ridotte a 2, nemmeno complete, con l’aggiunta di una terza lista pentastellata di appena 21 candidati su 32 postazioni disponibili.

In totale, quindi, il leghista Fanelli avrà ben 217 aspiranti consiglieri a portare acqua al suo mulino. Contro i 140 di Telesca e gli 88 di Smaldone. Mentre il terzo candidato di centrosinistra, Francesco Giuzio, potrà contare soltanto sui 32 componenti della lista La Basilicata possibile.

Con l’ufficializzazione delle liste e dei candidati si è manifestata anche in maniera evidente l’ennesima spaccatura all’interno del Partito democratico, presente nello schieramento a sostegno di Telesca nella lista Potenza democratica. O di quanto resta del Pd dopo il travaso di volti e nomi a favore della lista degli ex laici cattolici. Gli unici a coprire tutti e 32 i posti disponibili in lista tra i sostenitori di Telesca.

Nonostante il sostegno ufficiale offerto a quest’ultimo, infatti, correranno con Smaldone il presidente dell’assemblea del circolo cittadino democratico, Carmine Croce, e un’altra storica dirigente vicina all’ex sindaco Vito Santarsiero.
E ha annunciato il sostegno a Smaldone anche un fedelissimo dell’ex ministro Roberto Speranza come il primo dei non eletti nella lista del Pd alle regionali del 21 e 22 aprile, Antonello Molinari. «Il Partito Democratico non è presente nella competizione elettorale. E non troverete alcun simbolo perché il Pd ha rinunciato a costruire un percorso politico sulla città di Potenza». Queste le parole affidate a Facebook da Molinari. «Non esiste infatti una direzione cittadina, non esiste un commissario, non si convocano gli iscritti. Il nulla. E non solo a Potenza in verità!»

Molinari ha puntato il dito, pur senza nominarlo, contro il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri. Ha evidenziato come l’assenza luoghi di discussione politica «equivale a mettere le decisioni nelle mani di poche persone. Sempre le stesse, da anni. Anzi da decenni». Di qui l’annuncio: «sosterrò Pierluigi Smaldone, un giovane collega candidato sindaco che guida un progetto civico che ha incontrato il favore anche del Movimento cinque stelle. (…) E’ chiaro, si potevano fare le primarie! Soprattutto si poteva fare sintesi! Ma non è accaduto. Forse non si è neanche tentato da parte di chi aveva il dovere di farlo. E farlo sul serio fino in fondo. Così avrebbe imposto la politica, se ci fosse stata. Ma tant’è. L’occasione arriverà al ballottaggio. E allora con il buon senso e con la buona politica bisognerà avere la forza di ricomporre il campo e provare a vincere».

Ieri anche gli aspiranti sindaci hanno affidato ai social le loro prime dichiarazioni dopo l’ufficializzazione della loro candidatura.
«Non c’è orgoglio più grande che lottare per ciò che si ama ed è quello che mi ripropongo di fare con impegno, ascolto, trasparenza e determinazione». Così l’assessore regionale alla Salute uscente, Fanelli.
«Proveremo a convincere il maggior numero di elettori della bontà e della serietà del nostro progetto. E lo faremo sempre a testa alta, fieri di non avere padrini alle spalle, liberi di dire e agire sempre e solo per il futuro di Potenza». Queste invece le parole di Smaldone.
Mentre Telesca ha lanciato un appello all’unità.
«Questo è il momento di unire le nostre forze, di sognare insieme una Potenza che cresce, che innova, ma che resta sempre fedele alle sue radici. Perché insieme possiamo costruire una città che sia casa, rifugio e orgoglio per tutti».

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