Mario Guarente in Consiglio comunale
3 minuti per la letturaElezioni Comunali, il sindaco di Potenza Mario Guarente va avanti e si ricandidata ma pretende lealtà dagli alleati: teme le “trappole”
POTENZA – Il sindaco uscente Mario Guarente ha deciso di non ritirarsi dalla corsa per tentare di fare il bis al Comune, come già fatto da Vito Bardi in Regione. Il primo cittadino, stando alle indiscrezioni, è stato davvero molto tentato dal fare il passo indietro, dopo la rivolta dei consiglieri della sua maggioranza (esclusi i leghisti) che hanno disertato l’ultima seduta del Consiglio non digerendo la ri-candidatura decisa Roma. Ma venerdì notte Guarente avrebbe ricevuto una serie di messaggi di incoraggiamento ad andare avanti che lo hanno convinto a non mollare.
E così il sindaco uscente rimane in campo. Anche se ha chiesto precise garanzie, per sgombrare il terreno da veleni, polemiche e divisioni che potrebbero compromettere il buon esito finale auspicato. Insomma Guarente chiede piena fiducia e lealtà agli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia, tanto che l’intento suo e della Lega sarebbe quello di organizzare una conferenza stampa per i primi giorni della prossima settimana con i referenti di tutti i partiti della coalizione.
COMUNALI A POTENZA, GUARENTE PUNTA AD UN ACCORDO CON ITALIA VIVA E AZIONE
Prima ancora, però, il sindaco uscente punterebbe a chiudere un accordo anche con Azione e Italia viva, come già fatto nel caso delle Regionali, dove i candidati dei due partiti hanno riportato l’11 per cento dei voti nel Potentino, risultando determinanti per la rielezione del governatore Bardi. Stando alle voci che circola, pare che la disponibilità a discutere dei termini di una possibile intesa ci sia da parte di entrambi gli schieramenti. ma bisognerà fare i conti con le loro richieste, naturalmente, oltre che con il punto di vista degli esponenti di FdI e Fi.
Senza dimenticare che la partita delle Comunali a Potenza è ben diversa, nelle modalità, da quella per le Regionali. Guarente è ben consapevole del fatto che nel voto per il Comune, nel capoluogo, è prevista la possibilità del cosiddetto “voto disgiunto”. Ciò significa che, per esempio, una parte dei voti di calendiani e renziani (ma il discorso vale anche per altri partiti) potrebbe dividersi tra la propria lista, collegata a Guarente, e un candidato sindaco diverso. Un problema non da poco, per Guarente, che chiede “lealtà e fiducia” proprio per evitare il rischio di “imboscate”.
LA SITUAZIONE NEGLI ALTRI SCHIERAMENTI
Fin qui la situazione nel centrodestra. Ma come procede negli altri schieramenti? Al momento ci sono altri due candidati “civici” in campo, entrambi consiglieri comunali uscenti: Pierluigi Smaldone, il primo ad uscire allo scoperto, a capo della lista “Potenza ritorna”, che anche nei giorni scorsi ha lanciato un appello «a tutti quelli che sono convinti che Potenza meriti una guida autorevole, a tutti quelli che non vogliono più essere amministrati da un sindaco incapace di risolvere i problemi».
E Smaldone, per esempio, è uno di quelli che proprio in Azione – per tornare al discorso precedente – ha trovato subito dei sostenitori; l’altro candidato sindaco in campo è Vincenzo Telesca, a capo di “Potenza moderata”, che si definisce «democratico e riformista».
E il centrosinistra? nella coalizione è tutto ancora in alto mare. Sono circolate delle voci (ritenute poco attendibili) sulle possibili candidature di Rocco Paternò, presidente dell’Ordine dei medici, e di Lorenzo Bochicchio, entrambi già tirati in ballo per le Regionali.
Anche perché una parte del Partito democratico (privo di un segretario cittadino) sarebbe pronta a sostenere Smaldone e un’altra parte sarebbe pronta a schierarsi con Telesca. Tutto questo mentre il Movimento 5 stelle non ha ancora riunito il gruppo territoriale per decidere il da farsi. E alla presentazione delle liste mancano soltanto dieci giorni.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA