Il sindaco uscente di Potenza Mario Guarente col confermato presidente della Regione Basilicata Vito Bardi
5 minuti per la letturaPOTENZA – E’ la candidatura a un secondo mandato da sindaco di Potenza del leghista Mario Guarente il primo frutto della rielezione di Vito Bardi alla presidenza della Regione. L’annuncio è arrivato ieri sera con una nota congiunta di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati, Udc. Poche ore dopo la fine dello scrutinio delle schede sulle quali 153.088 lucani su 283mila votanti hanno espresso la loro preferenza per altri 5 anni di centrodestra in Basilicata. Con un distacco di oltre il 14%, pari a circa 40mila voti, rispetto al candidato del “fronte progressista” a guida Pd-M5s. Vale a dire il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese.
«Dopo il risultato del voto in Basilicata, che ha riconfermato a larga maggioranza Vito Bardi per un nuovo mandato alla guida della Regione, riteniamo fondamentale proseguire nella direzione di premiare il buongoverno dei territori». Questo il testo della nota diffusa ieri dai partiti della storica coalizione centrodestra. Non pervenuti, quindi, gli ultimi arrivati nel gruppo, pochi giorni prima del deposito di liste e candidature per il voto di domenica e lunedì scorsi. Vale a dire i calendiani di Azione, e i renziani di Italia viva. «Il tavolo di confronto tra le forze di maggioranza che si è appena concluso – prosegue la nota – ha deciso che i sindaci di Potenza, Mario Guarente, e di Pescara, Carlo Masci, saranno i candidati di tutto il centrodestra alle prossime amministrative». Una conferma, insomma, non solo per il salviniano Guarente, ma anche per il forzista Masci. Segno evidente di una ritrovata disponibilità con gli alleati dei meloniani di Fratelli d’Italia, ancora scottati da quanto accaduto in Sardegna a fine febbraio. Con la sconfitta alla elezioni regionali dopo l’insistenza per la candidatura a governatore di un loro uomo, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, al posto del governatore uscente, il sardista-leghista Christian Solinas. «Portare avanti i progetti di governo locale costruiti in cinque anni, infatti, è una risposta di buonsenso che va nella direzione di tutelare territori e cittadini». Così si conclude la nota diffusa ieri.
«Ovviamente la notizia mi riempie di orgoglio, mi carica di onore e va nell’ottica della continuità per completare il lavoro iniziato e profondamente segnato da due anni di pandemia – il commento del sindaco di Potenza, Mario Guarente – nei prossimi giorni avvieremo un confronto con tutte le forze politiche di centrodestra per valutare assieme le azioni da mettere in campo». Il primo cittadino uscente ha anche ringraziato la Lega «e tutti i partiti della coalizione per la fiducia che mi è stata accordata».
L’8 e il 9 giugno Potenza sarà il più grande dei 51 centri lucani dove si voterà per il rinnovo di sindaci e consiglieri comunali. Altre sfide di rilievo si terranno anche a Venosa, Scanzano Jonico, Tito, Nova Siri, Picerno, Marsicovetere, Pietragalla, Viggiano e Rotonda. Se ne dovrebbe parlare l’anno prossimo, invece, per il rinnovo delle amministrazioni nei comuni che nei prossimi giorni perderanno i rispettivi primi cittadini, in quanto eletti in Consiglio regionale. Un numero mai tanto significativo, dall’istituzione del parlamentino lucano. Per i prossimi cinque anni, infatti, tra gli scranni dell’aula Dinardo gli attuali primi cittadini di Tolve, Irsina, Bernalda e Montalbano Jonico: Pasquale Pepe (Lega), Nicola Morea (Azione), Domenico Tataranno (Lega) e Marrese (Pd). Come pure il vicesindaco e un assessore del Comune di Potenza: Maddalena Fazzari e Michele Napoli (entrambi FdI). E poi Carmine Cicala (sempre FdI), fratello del sindaco di Viggiano, Amedeo; e Gianuario Aliandro (FI), marito della sindaca di Paterno, Tania Gioia.
L’esito dello scrutinio del voto di domenica e lunedì nelle ultime sezioni a comunicare i dati, ieri mattina, ha sgombrato il campo anche dalle ultime incertezze che aleggiavano dopo l’inizio dello spoglio. Nella nuova assise regionale, quindi, non siederà anche il sindaco di Pomarico, Francesco Mancini (Pd), che con l’arrivo dei dati delle sezioni di Matera città si è visto sopravanzare dal consigliere regionale uscente, Roberto Cifarelli, confermato per il suo terzo mandato consecutivo. Definiti anche i rapporti di forza interna alla maggioranza con Fratelli d’Italia primo partito col 17,39% di consensi, Forza Italia al secondo con il 13,01%; la Lega al terzo con il 7,81%; Azione al quarto con il 7,51%, e e Orgoglio lucano al quinto, con il 7, 03%. A seguire, staccati e non ammessi al riparto dei seggi, l’Udc (2,54%) e La Vera Basilicata (2,23%). Confermato anche il ruolo di primo partito dell’opposizione, e seconda forza in assoluto in regione, del Pd, col 13,87% di consensi. Seguono gli ex laici cattolici di Basilicata casa comune con l’11,18%, che per voce del loro capolista, il re delle coop bianche lucane Angelo Chiorazzo, non avevano fatto mistero dell’ambizione di conquistare il ruolo di guida della minoranza nel segno del rinnovamento. Ambizione che si è tradotta nell’elezione come consigliere dello stesso Chiorazzo, unico dei nuovi consiglieri a non aver mai ricoperto incarichi politici in precedenza, e di un consigliere uscente come Giovanni Vizziello.
Fermo al 7,66%, poi, il Movimento 5 stelle, che nel 2019, correndo da solo, era stato il primo partito col 20% dei consensi. Mentre la lista Alleanza Verdi Sinistra-Psi-La Basilicata possibile è arrivata al 5,79%, eleggendo a sorpresa un ex consigliere regionale come il socialista Antonio Bochicchio, già alla guida anche del Consorzio industriale di Potenza. Tra le curiosità del voto alla Regione di domenica e lunedì ci sono anche le preferenze espresse per il solo candidato presidente: oltre 5mila per Marrese contro le 3mila di Bardi. A riprova di un appeal maggiore del presidente della Provincia di Matera che non sarebbe stato accompagnato da un apporto adeguato delle liste di aspiranti consiglieri regionali a suo sostegno: 5 in tutto contro le 7 di Bardi. Marrese si è confermato, anche se per poco, il candidato governatore preferito dai residenti della provincia di Matera, col 49,9% di consensi contro il 48% di Bardi. Determinante per la vittoria del generale, quindi, è stato il voto nella provincia di Potenza, che conta un numero di abitanti doppio rispetto a quella di Matera. Qui infatti Bardi alla Regione ha ottenuto il 60% di consensi, con picchi di oltre il 90% in centri come Lauria. Mentre il suo rivale del “fronte progressista” si è fermato al 38%.
A proposito dell’esito del voto lucano, ieri Bardi si è detto persino convinto che l’allargamento del centrodestra ai centristi di Italia viva e Azione possa segnare l’inizio di una nuova fase politica anche a livello nazionale: «Penso che lo sia – ha spiegato il confermato governatore al Messaggero – se si mettono al centro i programmi e le coalizioni trovino un punto di riferimento nel presidente della Regione che faccia da coagulo e consenta di portare avanti i programmi».
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