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CARBONE – «Purtroppo, ancora una volta, si è registrata la presentazione di liste “forestiere” che non hanno alcun legame e nessuna conoscenza reale del territorio e, quindi, risultano completamente estranee rispetto alle dinamiche politico-amministrative dei Comuni. I candidati locali alla carica di sindaco sottoscrivono, congiuntamente, la presente nota di denuncia verso un atteggiamento irrispettoso dell’etica politica, delle responsabilità amministrative ed economiche che hanno significative ripercussioni sulle vite dei cittadini. E, se eletti, avrebbero diritto al rimborso».

Con questa nota, Mariano Mastropietro, Giuseppe Guarino, Mariangela Coringrato, Vincenzo Marino e Vincenzo Pesce, candidati capolista locali, rispettivamente, a Carbone, Fardella e Teana – comuni della valle del Serrapotamo – si sono scagliati contro questa pratica sgradevole, consentita ancora dalla legge, di presentare candidature che non hanno alcun legame con territori dove non vige l’obbligo di raccolta delle firme – ovvero nei comuni con meno di mille abitanti – magari, per ottenere l’aspettativa retribuita.


«Volete capire perché un pugliese, o meglio un garganico si candida a Carbone come sindaco? Bene, i piccoli comuni, come ben sappiamo sono da anni sempre stati amministrati da famiglie, parenti, compari, dove hanno fatto il bello e il cattivo tempo, mi sembra sia arrivato il momento di rompere questa catena e dimostrare che si può fare di più e meglio».


Con questo comunicato, Saverio Siorini, capolista de “L’altra Italia” per le prossime comunali di Carbone, originario di San Giovanni Rotondo, noto anche per lo scetticismo sulla pandemia, ha spiegato le ragioni della candidatura del suo movimento anche in questa tornata, nonostante, già lo scorso anno, proprio “L’Altra Italia” – ma con capolista il leccese Antonio De Lorenzo – fosse finita nell’occhio del ciclone per essersi presentata con candidati non del posto. Inoltre, è in corso un’inchiesta da parte delle Procure di Verona e Vicenza su presunte firme false in liste composte da persone che sarebbero state candidate con “L’Altra Italia”, ma a loro insaputa.

A Carbone – dove vivono poco più di 700 anime e si viene da un anno di commissariamento poiché la lista vincente, denominata “Onesti e Liberi”, composta da 8 poliziotti non del posto, si dimise la mattina successiva la vittoria di 12 mesi fa – dopo la ricusazione, come a Fardella e Teana, della lista di “Alternativa Sociale Italiana”, resta in corsa anche “Carbone radici future”: formazione composta da persone del territorio, con Mariano Mastropietro candidato sindaco.


Siorini, che abbiamo intervistato, lo scorso anno si era candidato a Crocefieschi – 525 abitanti, nella Città metropolitana di Genova – ottenendo appena 6 voti di lista. Siorini,

“L’Altra Italia” prevede che lei non dovrebbe conoscere chi fa parte della sua lista: giusto?

«No, a differenza dell’anno scorso, questa è una lista fatta proprio da me con candidati quasi tutti di San Giovanni Rotondo, che conosco».

Ci sono dipendenti pubblici che godono dell’aspettativa?

«Non ce ne sono e nessuno di loro potrà goderne. Per cui, se qualcuno fosse eletto, il Comune di Carbone non avrebbe aggravi».

Ma non è sempre meglio candidare chi vive in quel territorio?

«Capisco che sarebbe più opportuno ma chiederò il sostegno dei giovani e degli anziani del posto e, alla fine, saranno gli elettori a decidere. Diciamo che siamo dei missionari con il compito di rompere le catene che ci sono nei piccoli comuni con amministrazioni con legami parentali, qualora ci fossero. Vogliamo dimostrare che laddove c’è il nuovo, qualcosa di nuovo arriverà».

Lei è ancora convinto che il Covid sia una montatura?

«Questo non l’ho mai detto, dico soltanto che sulla questione stiamo assistendo ad una comunicazione mediatica terroristica perché manca un contraddittorio con esperti che la pensino in modo diverso, ma ascoltiamo sempre i soliti Bassetti o Galli».

L’inchiesta delle Procure sta andando avanti?

«Sì ma siamo parte lesa e, grazie al lavoro degli inquirenti, il responsabile è stato individuato e ci costituiremo parte civile».

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