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POTENZA – «I femminicidi sono troppi, nomino la nostra Elisa in memoria di tutte. Questa intollerabile barbarie sociale richiede un’azione più consapevole di severa prevenzione, concreta e costante». Comincia così una “riflessione” di Anna Scalise, ex sindaca di Ruoti, scritta alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne. Una sindaca e una donna – come spiega in un passaggio – che «per aver voluto portare avanti un impegno preso con il paese, per aver pensato al bene di una comunità, ho dovuto pagare un altissimo prezzo».
«Non avrei mai immaginato, però, che nel XXI secolo avremmo cominciato a parlare di educazione affettiva da introdurre come disciplina nell’orario scolastico – riflette Scalise -. A scuola, la letteratura (italiana, latina, greca), la poesia, l’arte, la musica, la filosofia, le materie umanistiche in generale, servono anche ad “educare” i nostri giovani ad avere un animo più sensibile. L’aver separato la cultura dalla vita quotidiana, dal vivere sociale è stato un grande errore. Oggi più che mai urge formare al rispetto e alla cura dell’altro. La scuola lo fa già, ma è altrettanto vero che da sola non ce la fa, e per questo un ruolo fondamentale devono averlo anche i media e le istituzioni, o meglio i giornalisti e le persone che rivestono ruoli istituzionali e politici oltre alle famiglie. I giovani hanno bisogno di acquisire conoscenze, prima delle competenze, e al contempo di esempi umani di riferimento».
Scalise riprende parole del capo dello Stato: «“Le donne hanno cambiato la politica, la cultura e la società. Non c’è libertà, oggi, quando una persona è vittima di molestie e violenze fisiche o morali” ha affermato più volte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Purtroppo però le donne sono ancora sottorappresentate in politica a tutti i livelli e maggiormente al sud. Sono stata sindaco anche io, ed è inaccettabile che ancora oggi la donna debba sottostare al potere e/o alle decisioni dell’uomo, in politica, in famiglia, o in qualsiasi altro contesto.
E se la donna non ci sta, deve essere eliminata con ogni mezzo. Siamo in tante ad aver subito violenze, tante ancora subiscono. Quello che emerge è che siamo difronte ad una uguaglianza ancora teorica e non come obiettivo concreto da raggiungere. Ci sono ancora troppi ostacoli sociali e strutturali, a cui segue una forte difficoltà nel farsi eleggere o addirittura candidare».
«Certo il mio essere donna – rimarca l’ex sindaca di Ruoti – ha rappresentato un’aggravante, perché hanno infierito senza pietà contro di me come donna. Per parte mia ho difeso il mio ruolo pubblico a servizio della comunità che rappresentavo, ma ho difeso e prestato voce anche a tutte quelle persone che voce non hanno o non hanno potuto avere. In tanti mi hanno chiesto se dopo l’esperienza che ho vissuto ritornerei a fare politica. lo, di contro, ho chiesto loro se farebbero candidare le proprie mogli o figlie. Un dato scoraggiante. Ma il dato più sconcertante – conclude Scalise – è che la sanzione sociale in politica non scatta quando si tratta di uomini in vista a colpire le donne».
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