La rotonda la cui intitolazione diventa caso da campagna elettorale
2 minuti per la letturaPOTENZA – Nessuna marcatura “a uomo” tra i candidati alla fascia tricolore di area di centrosinistra, tutti e tre consiglieri comunali uscenti, ma «valori di fondo» diversi, e specie su temi come l’intitolazione di una rotonda a chi si è lanciato in avventure elettorali con i neofascisti di Forza Nuova. Lo hanno dichiarato, ieri al Quotidiano, due dei tre candidati sindaci in questione: Francesco Giuzio e Pierluigi Smaldone. Lo spunto per la precisazione è arrivato da Giuzio, candidato della lista La Basilicata possibile, rispetto ai numeri riportati ieri sul Quotidiano su mozioni, interpellanze e interrogazioni presentate negli ultimi 5 anni in consiglio comunale. Stando alle informazioni presenti nell’apposita sezione del sito del Comune di Potenza, infatti, le sue sarebbero state soltanto 4 contro le 39 di Smaldone, sostenuto da Verdi, Movimento 5 stelle e un pezzo del Pd, e le 38 di Vincenzo Telesca, sostenuto da un pezzo del Pd, alcune formazioni centriste e gli ex laici cattolici di Basilicata casa comune. Giuzio ha tenuto a documentare i numeri di un’attività consiliare ben più consistente di quella riportata sul sito del Comune. Sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Diversi, infatti, i temi “caldi” trattati: dagli incarichi professionali elargiti dall’amministrazione alla cementificazione del Vallone di Santa Lucia.
A scorgere l’oggetto di interpellanze, mozioni e interrogazioni presentate, o sottoscritte, anche dagli altri due candidati, in realtà, non mancano tematiche altrettanto delicate. Come l’organizzazione degli uffici comunali (Smaldone), o i posti negli asili nido (Telesca). Ma spiccano anche punti di apparente contrasto come la mozione di Telesca per l’intitolazione della rotonda di viale Firenze al compianto pioniere dell’imprenditoria radiofonica lucana, Nino Postiglione, che nel 2000 corse come candidato governatore con i neofascisti di Forza Nuova. Mentre Smaldone è stato il primo firmatario di un’interrogazione per il ripristino della targa toponomastica “Giacomo Matteotti” nella piazza antistante il Municipio, e assieme a Giuzio ha presentato anche un ordine del giorno «per contrastare violenza e propaganda neofascista».
«Non è un caso che non ho sottoscritto quella proposta – così Smaldone sull’intitolazione della rotonda a Postiglione – e che abbiamo intrapreso un cammino diverso da quello di Telesca in questa campagna elettorale. Forse non c’è una piena condivisione di certi valori di fondo». Smaldone ha anche aggiunto che in caso di elezione a sindaco sull’intitolazione farebbe decidere ai cittadini «attraverso organi partecipativi come i comitati di quartiere». Perentorio, invece, il commento di Giuzio: «Non approverei un’intitolazione di quel tipo per nessun motivo. Ci mancherebbe altro».
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Più che intitolare sarebbe il caso di rimuovere la rotonda, evidente ostacolo ed intralcio al traffico della zona che, in precedenza, era molto più agile combinato al vecchio senso unico su via Firenze introdotto dall’ex assessore Iacobuzio a seguito di un attento studio fatto fare all’epoca in Toscana. Appaiono oggi e da tempo evidenti i rallentamenti nella zona a seguito degli inopportuni interventi di modifica da parte dei “past” amministratori De Luca e Bellettieri. Così come i perdurevoli ed ingiustificati rallentamenti provocati nei duecento metri che costeggiano la caserma dei Carabinieri al rione Santa Maria sono a dir poco vergognosi per “decoro” ed “apatici ritardi” per un ripristino che i cittadini continuano a subire passivamente.
E questa mancanza di reazione spiega lo stato di degrado urbanistico e, non solo, in cui versa la nostra città abbandonata ormai solo a “Portatori” di una sgangherata festa patronale