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POTENZA – Invalido al 70% secondo l’Inps, che l’anno scorso pareva suggerire un impiego limitato a lavori d’ufficio, al suo ritorno dall’aspettativa per l’incarico politico ricoperto. Eppure idoneo in tutto e per tutto, allo stesso tempo, per il servizio “operativo” nella polizia municipale del Comune di Rapolla, a soli 20 minuti in auto dalla sua Venosa. Lì dove è appena riuscito a farsi assumere, dopo 15 anni di “esilio” lavorativo in Nord Italia, al termine di una procedura su cui in tanti hanno già adombrato sospetti di varia natura.
E’ un contrasto all’apparenza irrisolvibile quello che emerge dalla documentazione sanitaria del consigliere regionale della Lega Massimo Zullino. Un’anomalia destinata a riaccendere le attenzioni sul caso esploso a giugno attorno all’approdo del consigliere regionale alle dipendenze dell’amministrazione comunale guidata dal socialista Biagio Cristofaro. Con un contratto a tempo indeterminato da istruttore direttivo di vigilanza per 18 ore settimanali (circa 900 euro lordi di stipendio al mese). Tanto che lo stesso sindaco ha già annunciato l’adozione dei «dovuti provvedimenti» laddove i suoi uffici dovessero riscontrare quanto dimostrato dagli atti a cui il Quotidiano ha avuto accesso.
A riprova del possesso dei requisiti richiesti dall’avviso pubblicato a febbraio dal Comune di Rapolla, infatti, Zullino avrebbe presentato un certificato medico di tenore assai diverso da quello prodotto a marzo del 2020 dalla commissione medica dell’Inps. Commissione a cui lui stesso si era rivolto, sei mesi dopo l’elezione in Consiglio regionale, perché attestasse il suo livello di inabilità al lavoro in rapporto alle patologie sofferte. Di qui l’elencazione, all’interno del certificato, di una serie di problematiche sanitarie riscontrate dai commissari. Inclusa una «disabilità» costituita da «limitazioni funzionali» dei «movimenti articolati».
Con un verdetto finale che definisce il consigliere regionale «invalido con riduzione permanente della capacità lavorativa» del 70%. Poco meno del 74% richiesto per accedere agli assegni di invalidità, ma ben oltre il 46%, che consente l’iscrizione negli elenchi delle categorie protette, con una serie di agevolazioni per l’assunzione da parte di aziende private ed enti pubblici. Poi c’è il mese di congedo retribuito «per cure», che è riconosciuto annualmente al lavoratore con più del 51% di invalidità. Come pure l’esenzione dal pagamento dei farmaci per la cura delle patologie sofferte e dei ticket per visite specialistiche e analisi, che spetta a chi ha una capacità lavorativa ridotta di oltre il 67%. Assieme alle agevolazioni sull’assegnazione di case popolari, sugli abbonamenti al trasporto pubblico e altro.
Chi pensava di aver risolto i problemi di sicurezza di Rapolla con la presenza – a giorni alterni – del capitano Zullino, insomma, rischia di restare deluso. Sia perché la sua presenza, sempre al termine dell’aspettativa per l’incarico politico in Regione, potrebbe diradarsi in maniera considerevole. Sia perché un elenco di patologie come quelle attestate dall’Inps non pare davvero compatibile con molte delle mansioni proprie della polizia municipale. A partire dalla scorta al gonfalone nelle cerimonie, fino al soccorso ai cittadini in caso di emergenza.
Quella che potrebbe palesarsi, piuttosto, data la ridotta capacità di movimento del neo-assunto, è la necessità che l’amministrazione si doti di un parcheggio riservato per la sua auto. Per permettergli di arrivare agevolmente alla scrivania. Tutto questo, s’intende, a dar credito alla commissione medica dell’Inps, presieduta da Adriana Giacomino e completata da Michele Principale e Pasquale Cardone.
Perché ad avvolgere di dubbi la vicenda c’è anche l’altro certificato, che è quello prodotto in risposta all’avviso con cui il Comune di Rapolla ha reso nota l’intenzione di assumere per quel posto libero di istruttore direttivo di vigilanza attingendo alle graduatorie di altre amministrazioni. Con l’invito gli interessati a presentare domanda allegando la graduatoria in cui risultavano inseriti e quant’altro. A meno di non credere a una repentina guarigione propiziata dai benefici effetti delle preziose acque termali del centro del Vulture.
A firmare questo secondo certificato per cui Zullino, sarebbe perfettamente idoneo al ruolo per cui è stato assunto, risulta che sia stato un medico suo compaesano, Luciano Bonpensiere, già assessore comunale della città di Orazio tra il 2010 e il 2013.
Lo stesso Bonpensiere, da anni in servizio nel pronto soccorso del presidio ospedaliero venosino dell’Azienda sanitaria di Potenza, che è stato appena gratificato da un incarico in Regione Basilicata. Col “distacco” per un giorno a settimana ai vertici del Dipartimento salute su richiesta espressa del direttore generale Ernesto Esposito. Contattato dal Quotidiano del Sud, Bonpensiere non ha voluto commentare le discrepanze tra i certificati appellandosi al dovere di riservatezza sui dati sanitari dei suoi assistiti.
Il Quotidiano del Sud ha raggiunto telefonicamente anche Zullino, che in Regione presiede proprio la commissione consiliare competente sulle politiche sanitarie lucane. Ma a sua volta ha preferito non commentare.
«Scrivete quello che volete. Sono alle prese con questioni più importanti». Queste le parole del consigliere regionale, che si è congedato paventando un agguato politico orchestrato dai suoi rivali all’interno della Lega.
L’assunzione di Zullino al Comune di Rapolla, nelle scorse settimane, era stata messa in relazione da più parti alla competizione per l’individuazione del presidente del neo-nato Parco naturale, del Vulture. Una competizione destinata a risolversi all’interno della maggioranza del Consiglio regionale, in cui il sindaco di Rapolla, Cristofaro, figurava tra i candidati accreditati di maggiori possibilità di vittoria.
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