X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

di MARINELLA SANTARSIERI *

GENTILE assessore Leone, mi chiamo Marinella Santarsieri, medico di famiglia da 41 anni, e le chiedo di fare un passo indietro.

Ho maturato questa attiva presa di coscienza stamane (ieri, ndr), dopo aver appreso la notizia della morte dell’uomo che aveva “supplicato” ripetutamente il tampone (LEGGI QUI). Questa storia, già nota alla comunità, ha rivelato l’inadeguatezza e l’incompetenza gestionale del sistema regionale messo su per questa pandemia.

LEGGI ANCHE > L’appello di un medico lucano: «Sono malato ma nessuno mi dà risposte sul test»

Avevo avuto la tentazione di scriverle, anche quando, in maniera del tutto inopinata, aveva offeso i medici di famiglia accusandoli di aver abbandonato le armi.

Quali armi, Assessore? Non una mascherina, non una tuta, non un pacco di guanti. Due mascherine in tutto, consegnate al distretto, per ciascuno di noi.

Quali armi, Assessore, se per controllare una paziente con polmonite ho dovuto interloquire 7 volte con il 118?

L’assurda storia dell’infermiera che attende il tampone da 10 giorni (opens in a new tab)”>LEGGI ANCHE > L’assurda storia dell’infermiera che attende il tampone da 10 giorni

Lei è un medico e sa che in questo momento la popolazione è soggetta anche al panico e si rivolge a noi per tutto. Mediamente ricevo 50 telefonate al giorno di persone sole, anziani fragili, poveri in difficoltà, pazienti oncologici che rimandano il follow-up per paura di infettarsi e financo ipocondriaci da rassicurare.

Ci vuole tanto ad organizzare una serie di operatori sanitari equipaggiati e protetti che operino sul territorio assistendo in casa i pazienti Covid-19?

LEGGI ANCHE > C’erano i sintomi, 5 giorni per il tampone: intanto il giovane con febbre e tosse si è aggravato

Ci vuole tanto ad approvvigionarsi efficacemente dei farmaci e del materiale necessario per la cura di questi pazienti?

È astratto chiedere un po’ di pragmatismo, visto che l’autonomia regionale Le consente di prendere le decisioni.

Non ci si può limitare a svolgere il suo ruolo umiliando i colleghi di medicina generale che hanno svolto la loro mansione h 24 nell’unica regione italiana territorialmente priva di guardia medica fino a pochi anni fa.

Noi continueremo a lavorare tutelando noi stessi e i nostri assistiti nel miglior modo possibile ma auspichiamo che a guidare la task-force regionale ci sia una gestione ed una organizzazione all’altezza di questo terribile momento.

Comprendiamo le sue difficoltà ma siamo tenuti a comprendere di più quelle della popolazione. Nessuno si salva da solo da questa tempesta, Assessore, come ci ricorda Papa Francesco. O si rema tutti dalla stessa parte o si affonda, confidando di avere i timonieri che meritiamo.

* medico di famiglia

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE