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L’area di servizio (da: Ivl24)

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Epilogo di una vertenza durata anni. Il rammarico del sindaco di Lauria, Lamboglia. Il proprietario Edoardo Costa: «Devastanti i sentimenti di rabbia e delusione»


LAURIA (POTENZA) – «Sono davvero rammaricato, come sindaco ma anche come cittadino di Lauria, per la decisione annunciata da Edoardo Costa, gestore dell’area di servizio Galdo Ovest, di fermare definitivamente la sua attività: con lui vanno a casa una ventina di addetti, fra dipendenti e altri familiari impegnati nell’impresa». Con queste parole, postate via social, il sindaco di Lauria Angelo Lamboglia ha commentato la decisione di Dima di dire basta con la gestione. Poche settimane fa la società aveva comunicato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per i 16 addetti. L’azienda aveva fatto sapere che la decisione di recedere dal contratto di comodato era stata dovuta «all’insostenibilità dei costi a fronte di una riduzione del fatturato di circa l’80 per cento a causa dell’isolamento delle vecchie aree di servizio rispetto al nuovo tracciato della A2», che ha comportato alla clientela una deviazione di circa 5 km. Per la questione, in passato, più volte si erano mosse le rappresentanze sindacali, insieme allo stesso sindaco di Lauria, e nello scorso mese di novembre erano stati annunciati circa due anni di stipendi arretrati. Lo stesso Edoardo Costa – attraverso una lettera inviata alla testata Ivl24 – ha voluto sottolineare il «rammarico per quanto sta accadendo», definendolo «davvero indescrivibile». Aggiungendo che sono «devastanti i sentimenti di rabbia e delusione che agitano i pensieri miei e di tutto il personale dipendente della società, da me sempre considerato come una famiglia. Circostanza, quest’ultima, ben nota a chiunque viva dalle nostre parti». «Oggi – scrive ancora Costa –, dopo venti anni di soddisfazioni lavorative, mi ritrovo, ribadisco senza colpa alcuna, a vedere la mia azienda scomparire davanti ai miei occhi con l’ ulteriore rammarico, da parte mia, di aver coinvolto tutti i miei figli (ed i loro beni personali) in questo progetto imprenditoriale che oggi si sta rivelando fallimentare anche per tutti i dipendenti». Abbandono, sul quale pone l’accento anche Lamboglia. «Per errori altrui, chiude i battenti una realtà che altrimenti non avrebbe conosciuto crisi. Rattrista constatare che, nonostante ci fosse stato un accordo istituzionale in Prefettura tra Anas, sindacati e gestori delle aree di servizio davanti a Sua Eccellenza il Prefetto, da marzo 2016 l’impegno sia stato disatteso». I lavoratori dovrebbero essere riassorbiti al termine dei lavori nelle aree di servizio, appaltati anche per quella Est. «Saremo vigili», ha concluso Lamboglia.

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