Il governatore lucano Vito Bardi
4 minuti per la letturaConfindustria, Confapi e Pensiamo Basilicata disconoscono il negoziato del governatore, che la prende male ed esprime «disappunto» rinviando i chiarimenti a un incontro a breve
POTENZA – «Il mondo datoriale esprime sconcerto unanime rispetto alla metodologia con cui si sta procedendo ad approvare in via definitiva il protocollo d’intesa Tempa Rossa che impatta pesantemente su tutte le imprese del mondo dell’oil&gas lucano senza che sia stato garantito un adeguato confronto».
E’ arrivata come un fulmine a ciel sereno, ieri pomeriggio, la dura presa di posizione di Confindustria Basilicata, Confapi Matera e Potenza, e il cartello di Pensiamo Basilicata (Alleanza delle Cooperative Italiane, Confartigianato, Confapi Potenza, Confcommercio, Cofimi industria, Claai imprese Potenza, Cia, Confesercenti, Confagricoltura, Casartigiani e Copagri) sul “contratto di sito” in definizione in questi giorni in Regione, per provare a regolare la provenienza geografica delle ultime assunzioni previste e la gestione di forniture e sub-forniture che ruotano attorno all’avvio della produzione del nuovo Centro olio Total, a Corleto Perticara.
L’affondo del «mondo datoriale» è partito poco prima che il governatore Vito Bardi prendesse la parola in Consiglio regionale per riferire proprio di Tempa rossa e di un altro accordo appena definito: quello con la Regione sulle compensazioni ambientali che la compagnia si impegna a riconoscere per «la perdita dell’uso alternativo del territorio» e la «reintegrazione dell’equilibrio ambientale e territoriale». Una nota a dir poco stonata, quindi, dopo settimane in cui l’annuncio sui miglioramenti apportati ai vecchi accordi con Total sulle compensazioni era stato caricato di un grande significato politico all’attuale amministrazione regionale.
Confindustria, le piccole imprese delle due Confapi provinciali e Pensiamo Basilicata hanno ricordato di aver sempre sostenuto la necessità «che il processo autorizzativo del nuovo centro olio di Tempa Rossa dovesse andare avanti senza ulteriori ritardi», ma di aver «specificamente richiesto», allo stesso tempo: «di affrontare un argomento tanto importante e complesso, garantendo il necessario confronto nei tempi rapidi ma adeguati a tutti gli approfondimenti del caso». «Richieste – proseguono – che però non sono state accolte, mortificando l’imprescindibile ruolo economico e sociale delle imprese e di chi le rappresenta».
Il riferimento è all’invito arrivato la scorsa settimana dal dipartimento Attività produttive, guidato dall’assessore Franco Cupparo (FI), a presentare proposte e osservazioni alle bozze del “patto di sito” già in discussione con sindaci e sindacati (oltre che Total), e a partecipare all’incontro “finale” previsto lunedì, alla vigilia della riunione della giunta regionale (poi rinviata) in cui era prevista l’approvazione di questo e degli altri atti programmati prima della partenza delle estrazioni di petrolio e gas nella Valle del Sauro. Invito declinato, per l’impossibilità di un confronto all’interno delle associazioni datoriali per elaborare una proposta concreta da portare al tavolo, col risultato di «un’intesa monca delle legittime istanze del mondo produttivo, in cui l’imprenditore viene di fatto privato della sua libertà di organizzare e gestire l’impresa secondo criteri di allocazione efficace dei fattori produttivi».
Di qui la richiesta di: «superare le criticità di forma e di sostanza rilevate e di procedere a un urgente confronto costruttivo con tutte le parti sociali interessate, data l’estrema rilevanza delle questioni in discussione».
Piccata la replica del governatore Vito Bardi, che già in Consiglio, rispondendo a chi come Luca Braia (Iv) gli aveva rinfacciato quasi in tempo reale la protesta degli imprenditori (molti dei quali lo avevano apertamente sostenuto in campagna elettorale), aveva liquidato la questione come un falso «scoop», spiegando di aver già «telefonato» a chi di dovere per chiarire la questione.
«E’ stata intenzione del governo regionale sin dal primo momento – ha poi aggiunto il governatore in un comunicato diffuso poco dopo – costruire tavoli di confronto con l’intera società lucana, partendo dalle associazioni di volontariato per arrivare ai sindaci e, infine, con tutte le organizzazioni datoriali e sindacali. Perché, così come ha dimostrato il percorso che ha portato all’accordo, nessuno si possa sentire escluso. Ed è per questo che il comunicato congiunto di Confindustria insieme ad altre associazioni di categoria è stato accolto con disappunto nella sede della presidenza della giunta».
«In nessun modo si vuole escludere una parte così rilevante dell’organizzazione degli imprenditori». Ha proseguito il governatore. «Purtroppo, una serie di impegni concomitanti hanno reso gli incontri, pure programmati, non sempre condivisi. Ma questo non significa che è intenzione della giunta regionale escludere o, peggio, evitare il confronto con quanti lo vogliono realmente. Così come è noto, a breve, ci sarà un incontro tra il presidente Bardi e tutte le organizzazioni di categoria per dissipare dubbi e malumori».
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