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Il reddito dei ristoratori più basso d’Italia si registra a Potenza: lo scrive il “Sole 24 Ore”: dati relativi al 2022. In media 7615 euro
I ristoratori di Potenza sono all’ultimo posto della classifica dei redditi per l’anno d’imposta 2022. Il dato emerge da un report pubblicato da “Il Sole 24 ore”, a firma Riccardo Ferrazza, dal quale emerge come la media reddituale dei ristoratori potentini sia la metà rispetto a quella nazionale, peraltro già molto bassa: 7615 euro contro 15152 del resto d’Italia.
POTENZA, E’ BASSO IL REDDITO DEI RISTORATORI, SOTTO I LIVELLI DELLA PANDEMIA
Il capoluogo lucano è uno dei 12 casi sui 21 capoluoghi in cui i numeri restano ancora sotto i livelli precedenti alla pandemia. Le perdite per chi gestisce un’attività di ristorazione nel Centro-Sud (oltre Potenza, anche Ancona e L’Aquila) nel 2022 son o pesanti: i redditi sono ancora di un quarto inferiori al 2019. Potenza ha registrato un calo di circa il 30 per cento, passando dai 10.390 ai 7.615 euro. Va specificato tuttavia, come rileva anche l’analisi del quotidiano economico, che «il periodo per cui sono disponibili le dichiarazioni fiscali si riferisce ad una fase ancora turbolenta per la ristorazione, tra i settori più colpiti dalla pandemia, voce importante della filiera turistica».
BOLZANO LA CITTA’ CON IL VALORE DEI REDDITI DEI RISTORATORI PIU’ ALTO
A guidare la classifica dei redditi dei ristoratori (una platea di 330mila imprese, di cui circa la metà “individuali”) è Bolzano, che con 34mila euro ha registrato il valore più alto: solo il capoluogo della provincia altoatesina, oltre a Trento e Venezia, superano la soglia dei 30mila euro, doppiando quindi di fatto il valore medio italiano.
Certo a Bolzano sono abituati a questi numeri: la città era infatti prima in questa specifica classifica anche all’alba dei giorni incerti del Covid, nel 2019, ma va considerato che ha perso un consistente 10,1%. Come del resto Trento, scivolata su un -6,5% ma che conserva senza troppi affanni la seconda posizione in questa speciale classifica. Interessante la parabola di Venezia, brand consacrato da un turismo mondiale proveniente da ogni angolo del pianeta dove il valore è passato da 24mila euro a 32.214 (un balzo in avanti del 35,1%). La citta lagunare ha superato, seppur di poco, Aosta, che ha comunque recuperato il valore che aveva conseguito tre anni prima (cioè 26mila euro).
MILANO, CAPITALE DEL SETTORE
Per non parlare di Milano (“capitale” del settore, con il 15,3% del totale delle imprese italiane), dove il paragone con il periodo con il periodo pre pandemico è impressionante: i 29.367 euro registrati nel 2022 rappresentano un valore superiore del 51% a quello del 2019. Notevole anche il recupero di Firenze, che rispetto al 2019 segna, secondo il rapporto de “Il Sole 24 Ore”, un 51% con 21062 euro dichiarati. Roma, infine, è decisamente un “caso”. Qui infatti gli esercenti di attività legate alla ristorazione sono passati dai 9mila euro dichiarati nel 2009 agli 11.847 del 2022: si tratta del 31,5% in più ma sembra comunque troppo poco per una città dove i turisti sbarcano a frotte ogni giorno dell’anno
Il che avrebbe fatto alzare un ciglio al Fisco tanto che scrive il quotidiano economico «nella mappa del rischio evasione elaborata dal Dipartimento Finanze sulla base delle dichiarazioni dei redditi delle partite iva nell’anno 2023, per la categoria dei ristoranti gli “inaffidabili “ sarebbero il 72,8%».
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