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POTENZA – Circa 170 agricoltori di Venosa rischiano nelle prossime settimane di vedere vanificato il lavoro portato avanti da quindici anni sui terreni del demanio comunale condotti in affitto fino allo scorso mese di luglio. A lanciare l’allarme è Coldiretti Basilicata, alla luce del bando pubblicato nei giorni scorsi dal Comune di Venosa, in scadenza il prossimo mese di settembre, che regolamenta l’assegnazione in locazione dei terreni agricoli di proprietà dello stesso Comune.
«Già un anno fa abbiamo segnalato la necessità di intervenire sulla vicenda prima della scadenza dei contratti – ha dichiarato il presidente provinciale di Potenza di Coldiretti, Teodoro Palermo, nel corso di una affollata assemblea organizzata nella cittadina oraziana – proprio per evitare di trovarci in questa situazione di confusione ed incertezza». Ed incertezza e confusione caratterizzerebbero a parere di Coldiretti anche lo stesso bando che disciplina l’assegnazione dei terreni agricoli.
«Si tratta di un bando che presenta molte anomalie, come conferma anche il fatto stesso che l’amministrazione comunale sia dovuta intervenire per correggere alcune criticità – ha evidenziato Palermo – a cominciare dalla scarsità di chiarezza su come venga garantito il diritto di prelazione, previsto dalla legge, per gli agricoltori che per oltre quindici anni hanno condotto i terreni, realizzando anche degli investimenti. In particolare nel settore vitivinicolo, il quale rappresenta con l’Aglianico del Vulture il fiore all’occhiello dell’area stessa, si rischia che gli investimenti fatti nel corso degli anni dai produttori vadano nelle mani di altre persone, vanificando in tal modo gli sforzi economici e le speranze di coloro che hanno sempre creduto nel settore».
Per Coldiretti Basilicata vi sono criticità legate al bando che pongono a repentaglio quei giovani che hanno pensato di aderire al PSR per la misura 16.0 e 6.1, che ora non possono scommettere un euro sulla continuità della conduzione aziendale, vista la confusione che regna. Nella fattispecie ci sono casi di affittuari i cui unici terreni sono quelli dati in affitto dal Comune. «Avevamo proposto un regolamento più rispettoso delle norme che regolano i contratti di affitto tra pubblica amministrazione e privati – ha sottolineato il presidente regionale di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto – purtroppo l’amministrazione comunale ha voluto procedere con un bando aperto con asta al rialzo che mette in competizione un territorio senza dare garanzie a chi per anni lo ha coltivato. Non è così che si rispetta il settore agricolo, l’unico che in questi anni di crisi sta trainando l’economia locale. Lo si fa non disattendendo le volontà del legislatore che ha voluto salvaguardare l’attività lavorativa e gli investimenti nella conduzione dei terreni».
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