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POTENZA – La Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) ha indetto lo «sciopero della semina», una protesta messa in campo per difendere la produzione di grano dalle importazioni e dal calo dei prezzi, e per chiedere alle istituzioni un maggior sostegno ai produttori locali. I motivi della protesta, che coinvolge tutte le regioni produttrici, sono stati illustrati stamani a Potenza dal presidente della Cia, Donato Distefano.

In Italia sono complessivamente 2,5 milioni gli ettari di terreno dedicati alle coltivazioni di grano, di cui 140mila in Basilicata (con diecimila aziende). Rispetto al precedente anno, il prezzo pagato ai produttori si è dimezzato (passando da 35 a 16 euro al quintale) e i costi sono aumentati del sei per cento. «E’ una vera e propria guerra – ha detto Distefano – e a queste condizioni non si può proseguire: pertanto abbiamo indetto questa protesta, per chiedere alle istituzioni lo ‘stop’ alle importazioni, rispetto ai tantissimi controlli a cui è sottoposta la produzione nostrana, e il sostegno alle nostre aziende, anche per tutelare i consumatori, che spesso non sanno che grano è stato utilizzato per i prodotti che scelgono».

L’assessore regionale all’Agricoltura, Luca Braia, ha espresso «il pieno sostegno della Regione Basilicata alle produzioni cerealicole, sempre più di qualità e sempre più biologiche: abbiamo chiesto la collaborazione al governo, nelle riunioni che si sono svolte finora, perché non possiamo abbandonare i nostri agricoltori al loro destino».

Domattina, intanto, a protestare sarà la Coldiretti davanti alla Regione: previsto anche uno showcooking con gli chef lucani che offriranno piatti di pasta di grano rigorosamente italiano. 

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