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La parte del leone l’ha fatta il settore dell’automotive, che ha spinto in alto anche le esportazioni lucane, cresciute del 9,2 per cento
POTENZA – Dopo la condizione di «ristagno» vissuta l’anno prima, nel 2015 «l’attività economica in Basilicata ha registrato una lieve ripresa», caratterizzata da una crescita dell’industria, una «sostanziale stabilità» del settore dei servizi e da una condizione «ancora debole» del comparto delle costruzioni. Sono alcune delle caratteristiche principali del rapporto sull’economia della Basilicata pubblicato oggi dalla Banca d’Italia. Lo studio è stato presentato ai giornalisti dal direttore della filiale di Potenza, Giancarlo Fasano, e dagli analisti Marco Lozzi e Maddalena Galardo. Nel pomeriggio, il rapporto sarà presentato al pubblico, a Potenza, in un convegno a cui parteciperà il vicedirettore generale dell’istituto, Valeria Sannucci.
L’analisi della Banca d’Italia ha portato alla conclusione che nel 2015 in regione «l’attività industriale delle imprese con oltre 20 addetti ha continuato a rafforzarsi», con un aumento anche del fatturato «a prezzi costanti». La parte del leone l’ha fatta il settore dell’automotive, che ha spinto in alto anche le esportazioni lucane, cresciute del 9,2 per cento «anche al netto del comparto autoveicoli». Nel capitolo dei servizi, una menzione particolare per i risultati raggiunti merita il turismo, con un aumento del 9,8 per cento delle presenze (nella città di Matera l’aumento è pari al 40 per cento». Nel 2015 «è proseguito il miglioramento degli indicatori del mercato del lavoro, iniziato nella seconda parte del 2013. Il numero degli occupati è cresciuto del 3,5 per cento su base annua, in accelerazione rispetto al 2014 (2,1%); l’incremento è stato maggiore rispetto alla media nazionale e del Mezzogiorno». Lozzi ha sottolineato che «il livello degli occupati è tornato al 2008: da questo punto di vista, quindi – ha aggiunto – la crisi è stata riassorbita e con un’occupazione stabile, non precaria». Per quanto riguarda il credito, la riduzione dei prestiti «si è pressoché arrestata».
I prestiti alle famiglie sono aumentati del due per cento, così come il credito al consumo e i mutui per l’acquisto di abitazioni, mentre «hanno continuato a diminuire» per il settore delle costruzioni.
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